Alberto Magri · Il disegno è la mia voce (mostra personale, Palazzo Gregoris, 2023)
I disegni sono per Alberto Magri una forma di espressione spontanea, che si distende sulla carta con la medesima naturalezza con cui altri dicono parole.
Se questi disegni hanno finora dato vita a dei libri è perché raccontano storie, e i fogli che le compongono han bisogno di essere tenuti assieme… da una rilegatura o, come accade ora, nello spazio di una mostra.
Sulle nere pagine, accostate alle pareti, si succedono così le figure a suo tempo confluite nei volumi Pictor modernus (2010), Menocchio (2016), Quella giungla del mio giardino (2018), La casa del Pordenone (2019), Tethyshadros (2021). Sono disegni compiuti, ma anche studi, appunti e abbozzi, che restituiscono la dimensione di un lavoro in cui l’immagine si assesta per gradi, trovando nella pur contenuta durata della riflessione grafica la propria stabilità.
Lo stesso vale, a maggior ragione, per le opere pittoriche di Alberto Magri che completano l’esposizione, nelle quali l’orizzonte dell’artista si apre alla dimensione sacra e alle problematiche sociali.
Il Volto di Cristo crocifisso collocato all’esterno, fra le logge di Palazzo Gregoris, racconta una storia più importante delle altre, in dimensioni dilatate, ma lo fa secondo i medesimi criteri di onestà espressiva che permettono a un pettirosso di frullare le ali nel frammento di natura disegnato su un pezzetto di carta.
Fulvio Dell’Agnese, curatore
Se questi disegni hanno finora dato vita a dei libri è perché raccontano storie, e i fogli che le compongono han bisogno di essere tenuti assieme… da una rilegatura o, come accade ora, nello spazio di una mostra.
Sulle nere pagine, accostate alle pareti, si succedono così le figure a suo tempo confluite nei volumi Pictor modernus (2010), Menocchio (2016), Quella giungla del mio giardino (2018), La casa del Pordenone (2019), Tethyshadros (2021). Sono disegni compiuti, ma anche studi, appunti e abbozzi, che restituiscono la dimensione di un lavoro in cui l’immagine si assesta per gradi, trovando nella pur contenuta durata della riflessione grafica la propria stabilità.
Lo stesso vale, a maggior ragione, per le opere pittoriche di Alberto Magri che completano l’esposizione, nelle quali l’orizzonte dell’artista si apre alla dimensione sacra e alle problematiche sociali.
Il Volto di Cristo crocifisso collocato all’esterno, fra le logge di Palazzo Gregoris, racconta una storia più importante delle altre, in dimensioni dilatate, ma lo fa secondo i medesimi criteri di onestà espressiva che permettono a un pettirosso di frullare le ali nel frammento di natura disegnato su un pezzetto di carta.
Fulvio Dell’Agnese, curatore
Professionista nelle Arti Visive: autore e curatore di libri, illustratore, pittore e restauratore.
Nato nel 1987, sposo, padre e figlio d’arte, vive e lavora a Pordenone (Italia).
Artista eclettico e visionario sperimentatore di idee, stili e tecniche che utilizza nelle sue opere, soprattutto per valorizzare e divulgare in modo artistico gli aspetti storico-artistici e naturalistici della sua terra, il Friuli Occidentale.
Le sue opere si trovano in varie chiese e in molte collezioni private.
Si distingue per una grande padronanza del disegno e del linguaggio pittorico, che crea con immediatezza, semplicità e genuinità.
Coltiva fin dall’infanzia la passione per la scultura e i video documentari alternando tecniche tradizionali e digitali.
Inoltre ha operato al restauro di numerose opere di varie epoche di grandi Maestri dell’Arte, tra cui: Scuola di Giotto, Amalteo e Pordenone.
Sue pubblicazioni: Pictor Modernus (2010), Menocchio (2015), Quella giungla del mio giardino (2018), La casa del Pordenone (2019), Tethyshadros (2021) e Alberto Magri – Il disegno è la mia voce (2023).
Attualmente sta lavorando a nuovi progetti artistici e culturali – tra cui una serie di laboratori rivolti ai giovani e alle scuole – oltre che disegnare dal vivo nel contesto di concerti musicali e spettacoli teatrali.
Giorno dopo giorno a osservare e gestire i raptus espressivi di Alberto sono le persone concretamente al centro del suo mondo: la moglie Antonietta e le figlie Giada Lucia, Aurora Maria e Ambra Camilla.