Alfredo Celli, 1958, già durante gli studi a Castelli (TE) all’Istituto d’Arte, sezione plastica, ha avuto modo di avere, tra i professori, validi scultori, ceramisti e pittori che, che attraverso i laboratori scolastici o anche la frequentazione pomeridiana nei loro studi, ha appreso molto sulle varie tecniche e anche dell’uso di diversi materiali.
Dopo un breve periodo iniziale figurativo, si è orientato verso l’astrazione, e successivamente anche verso il materico/astratto con una breve parentesi anche verso l’astrattismo geometrico.
Questa fase pittorica si è prolungata con fasi alterne di maggiore/minore interesse, ma da quando la ricerca, oltre che in campo strettamente pittorico, si è estesa anche verso l’indagine su diversi materiali l’entusiasmo ha avuto particolare impulso. Uno dei materiali che ha maggiormente lavorato è la plastica, soprattutto in fogli da 0,5 millimetri lavorato a combustione.
Successivamente si è interessato a utilizzare dei derivati del legno, soprattutto il Medium-density fibreboard (MDF). Passaggio avvenuto gradualmente e attraverso delle fasi lavorative: dalla plastica, poi lavori sia con la plastica che con MDF e poi solamente MDF.
Parallelamente da alcuni anni un altro materiale che trova particolarmente interessante è l’impiego della carta riciclata, soprattutto quella che viene utilizzata per usi alimentari.
Nei suoi lavori, un rigoroso processo costruttivo interagisce con la composizione di piani sovrapposti, suggerendo una simbiosi di pittura e scultura, dove i volumi d’aria-luce e quelli solidi si compenetrano, originando una forte tensione tra opposti: tra il rigore compositivo e l’energia espressiva, che trasforma le “cicatrici” della materia in metafora esistenziale, tra l’opacità del “pieno” e la luce del “vuoto”. Monocromia e oggettualità si ripropongono nella struttura tormentata.
Dopo un breve periodo iniziale figurativo, si è orientato verso l’astrazione, e successivamente anche verso il materico/astratto con una breve parentesi anche verso l’astrattismo geometrico.
Questa fase pittorica si è prolungata con fasi alterne di maggiore/minore interesse, ma da quando la ricerca, oltre che in campo strettamente pittorico, si è estesa anche verso l’indagine su diversi materiali l’entusiasmo ha avuto particolare impulso. Uno dei materiali che ha maggiormente lavorato è la plastica, soprattutto in fogli da 0,5 millimetri lavorato a combustione.
Successivamente si è interessato a utilizzare dei derivati del legno, soprattutto il Medium-density fibreboard (MDF). Passaggio avvenuto gradualmente e attraverso delle fasi lavorative: dalla plastica, poi lavori sia con la plastica che con MDF e poi solamente MDF.
Parallelamente da alcuni anni un altro materiale che trova particolarmente interessante è l’impiego della carta riciclata, soprattutto quella che viene utilizzata per usi alimentari.
Nei suoi lavori, un rigoroso processo costruttivo interagisce con la composizione di piani sovrapposti, suggerendo una simbiosi di pittura e scultura, dove i volumi d’aria-luce e quelli solidi si compenetrano, originando una forte tensione tra opposti: tra il rigore compositivo e l’energia espressiva, che trasforma le “cicatrici” della materia in metafora esistenziale, tra l’opacità del “pieno” e la luce del “vuoto”. Monocromia e oggettualità si ripropongono nella struttura tormentata.