Workshop08 Mar 2024
A partire da lunedì 26 febbraio e per due settimane, gli spazi del Liceo “Cadore” ospiteranno l’atelier di Andrea Tacconi, artista verone […]
Sfaccettature
Bianche frontalmente e colorate sui lati, le opere della serie Sfaccettature racchiudono molte suggestioni diverse e costringono l'osservatore a muoversi per poterne apprezzare le sfumature. In alcuni lavori le campiture di colore delle facce laterali dei cubi sono stese in maniera uniforme, in altri invece vengono mescolati e sfumati in maniera di volta in volta differente.
Sono nato e vivo a Verona, dove opero nel mio studio d'arte e design. Nel 2004 conseguo il diploma presso il liceo artistico U. Boccioni di Verona e nel 2009 ottengo l'attestato di Design d'Interni dell'Istituto Palladio. Dal 2010 mi occupo di rendering e design d'interni: progetto e realizzo oggetti di design e opere d'arte visiva.
Realizzo opere su legno e su carta, principalmente, di formati diversi e attraverso tecniche differenti. Alla base di tutta la mia ricerca c'è la volontà di suggerire un possibile modo di stare al mondo, di cui il meccanismo di funzionamento delle mie opere è metafora: ciò che si coglie a una prima impressione, non è tutto ciò che esiste. I miei dipinti, infatti, a prima vista, tradizionalmente frontale, appaiono uniformemente colorati, quasi monocromi, mentre, spostandosi lateralmente a destra o a sinistra, si possono notare sfumature, dettagli, colori e pattern che non sono altrimenti visibili.
Sono tre i fattori chiave che consentono la fruizione completa delle mie opere, ossia il tempo, implicitamente necessario per un'osservazione sufficientemente adeguata, il movimento, conditio sine qua non per poter apprezzare i vari punti di vista, e la luce, o, meglio, il suo variare in intensità e direzione. Attraverso l'imprescindibile impiego di questi tre elementi, l'osservatore è messo nelle condizioni di esplorare l'opera in tutta la sua completezza, ed è proprio questo processo a costituire un suggerimento, un possibile paradigma di conoscenza ed esperienza del mondo: come nei miei dipinti, infatti, anche nel mondo ciò che si percepisce a una prima impressione non è esaustivo della realtà. I miei lavori allora vogliono offrirsi come una sorta di guida per un viaggio interiore, che porti l'osservatore a riflettere e a trasporre questa metodologia conoscitiva su se stesso e sul mondo al di là del sé.
Al centro della mia ricerca, risiede, quindi, in ultima analisi, l'elemento umano: è l'uomo che (si) conosce e riconosce, attraverso presenze (spazi e forme piene, colorate) e mancanze (spazi vuoti), sfumature, sfaccettature e complessità. E' poi un uomo calato nel mondo, quello che ho in mente, ossia un uomo che riflette, oltre che su se stesso, anche su ciò che lo attornia, dalla natura alla cultura. Molte infatti sono le suggestioni che ispirano le mie composizioni, che, per lo più, ragionano sulle varianti delle forme del quadrato e del cerchio: si tratta di forme geometriche attorno a cui da secoli si addensano simbologie e credenze che rimandano alle tradizioni più disparate, che amo studiare e rievocare nelle loro connessioni e complessità. Spesso l'organizzazione di questi rimandi richiama la natura, di cui riprendo elementi anche in questo caso specifici e significativi, oltre che formalmente, anche a livello simbolico, come, ad esempio, la pigna, o certi particolari tipi di fiori.
Realizzo opere su legno e su carta, principalmente, di formati diversi e attraverso tecniche differenti. Alla base di tutta la mia ricerca c'è la volontà di suggerire un possibile modo di stare al mondo, di cui il meccanismo di funzionamento delle mie opere è metafora: ciò che si coglie a una prima impressione, non è tutto ciò che esiste. I miei dipinti, infatti, a prima vista, tradizionalmente frontale, appaiono uniformemente colorati, quasi monocromi, mentre, spostandosi lateralmente a destra o a sinistra, si possono notare sfumature, dettagli, colori e pattern che non sono altrimenti visibili.
Sono tre i fattori chiave che consentono la fruizione completa delle mie opere, ossia il tempo, implicitamente necessario per un'osservazione sufficientemente adeguata, il movimento, conditio sine qua non per poter apprezzare i vari punti di vista, e la luce, o, meglio, il suo variare in intensità e direzione. Attraverso l'imprescindibile impiego di questi tre elementi, l'osservatore è messo nelle condizioni di esplorare l'opera in tutta la sua completezza, ed è proprio questo processo a costituire un suggerimento, un possibile paradigma di conoscenza ed esperienza del mondo: come nei miei dipinti, infatti, anche nel mondo ciò che si percepisce a una prima impressione non è esaustivo della realtà. I miei lavori allora vogliono offrirsi come una sorta di guida per un viaggio interiore, che porti l'osservatore a riflettere e a trasporre questa metodologia conoscitiva su se stesso e sul mondo al di là del sé.
Al centro della mia ricerca, risiede, quindi, in ultima analisi, l'elemento umano: è l'uomo che (si) conosce e riconosce, attraverso presenze (spazi e forme piene, colorate) e mancanze (spazi vuoti), sfumature, sfaccettature e complessità. E' poi un uomo calato nel mondo, quello che ho in mente, ossia un uomo che riflette, oltre che su se stesso, anche su ciò che lo attornia, dalla natura alla cultura. Molte infatti sono le suggestioni che ispirano le mie composizioni, che, per lo più, ragionano sulle varianti delle forme del quadrato e del cerchio: si tratta di forme geometriche attorno a cui da secoli si addensano simbologie e credenze che rimandano alle tradizioni più disparate, che amo studiare e rievocare nelle loro connessioni e complessità. Spesso l'organizzazione di questi rimandi richiama la natura, di cui riprendo elementi anche in questo caso specifici e significativi, oltre che formalmente, anche a livello simbolico, come, ad esempio, la pigna, o certi particolari tipi di fiori.