Xeno - Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni
Mostra personale
ANTONIO TEORA
Antonio Teora nasce a Venosa, in provincia di Potenza, nel 1999. Diplomatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia nel 2023, formatosi come pittore ma sperimentatore nato, inizia la propria ricerca artistica dipingendo tele che esplorano la propria dimensione interiore. Il 2022 è l’anno della chiave di volta, in cui arriva a “smaterializzare” le figure con cui compone le proprie tele. La riflessione si sposta verso un’analisi che prende in considerazione l’umanità tutta e che parte da “Massacres”, opera che dà il via a un ciclo di grandi tele sul tema della perdita d’identità dell’essere umano in un’epoca caratterizzata da mancanza di empatia e dalla progressiva privazione del “Sé” in favore di un individualismo sempre più incipiente.
Dal 2023 il processo di privazione della personalità è ormai parte integrante delle sue grandi tele, che vengono solitamente sospese per conferire in misura maggiore un senso di vuoto e di spaesamento. La smaterializzazione dell’identità è sempre più evidente nelle opere successive, in cui immagini figurative vengono completamente soppiantate da segni astratte che rendono i protagonisti delle tele praticamente irriconoscibili. Lo step successivo consiste nella realizzazione di grandi installazioni fatti di rami dipinti, passo verso una consapevolezza artistica nuova che addirittura porta alla cancellazione degli umanoidi. Le parti anatomiche diventano rami secchi, pronti a crollare da un momento all’altro eppure saldamente legati tra loro e sospesi.
Sempre dall’anno scorso collabora con il curatore e giornalista d’arte Francesco Pozzi, che fa notare come: “Teora arriva alla realizzazione dei rami dopo un lungo e attento processo di osservazione delle proprie tele. I rami sono l’evoluzione naturale di una ricerca che osserva da vicino la relazione sempre presente tra uomo e natura, e il paradosso odierno rappresentato dalla tecnologia, mezzo utile e necessario ma che talvolta viene visto come “sostituto” possibile della creatività umana. Antonio Teora porta invece in auge una visione secondo cui l’uomo è in connessione totale con l’universo, con una realtà naturale che è l’unica dimensione che ci appartiene realmente e di cui faremo per sempre parte”.
Nel corso della sua prima personale a Milano, allo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni, mette in relazione alle tele e ai rami anche un’installazione realizzata con dei tubi di neon. Dalla fine del 2023 lavora anche con il medium del video, a testimonianza del fatto che il suo scetticismo nei confronti delle tecnologie più avanzate non rappresenti un totale rifiuto. Piuttosto, si tratta di una tematica da affrontare con consapevolezza facendo in modo che al centro del discorso rimanga sempre la capacità di guardare alla realtà nell’ottica di una costante relazione tra individui interconnessi e non sopravvalutare media, tecnologie, macchine. I corpi in simbiosi dei primi lavori sono ormai dissolti, che si tratti di video, di installazioni o di neon: quello che rimane è un mucchio di rami secchi.
Antonio Teora nasce a Venosa, in provincia di Potenza, nel 1999. Diplomatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia nel 2023, formatosi come pittore ma sperimentatore nato, inizia la propria ricerca artistica dipingendo tele che esplorano la propria dimensione interiore. Il 2022 è l’anno della chiave di volta, in cui arriva a “smaterializzare” le figure con cui compone le proprie tele. La riflessione si sposta verso un’analisi che prende in considerazione l’umanità tutta e che parte da “Massacres”, opera che dà il via a un ciclo di grandi tele sul tema della perdita d’identità dell’essere umano in un’epoca caratterizzata da mancanza di empatia e dalla progressiva privazione del “Sé” in favore di un individualismo sempre più incipiente.
Dal 2023 il processo di privazione della personalità è ormai parte integrante delle sue grandi tele, che vengono solitamente sospese per conferire in misura maggiore un senso di vuoto e di spaesamento. La smaterializzazione dell’identità è sempre più evidente nelle opere successive, in cui immagini figurative vengono completamente soppiantate da segni astratte che rendono i protagonisti delle tele praticamente irriconoscibili. Lo step successivo consiste nella realizzazione di grandi installazioni fatti di rami dipinti, passo verso una consapevolezza artistica nuova che addirittura porta alla cancellazione degli umanoidi. Le parti anatomiche diventano rami secchi, pronti a crollare da un momento all’altro eppure saldamente legati tra loro e sospesi.
Sempre dall’anno scorso collabora con il curatore e giornalista d’arte Francesco Pozzi, che fa notare come: “Teora arriva alla realizzazione dei rami dopo un lungo e attento processo di osservazione delle proprie tele. I rami sono l’evoluzione naturale di una ricerca che osserva da vicino la relazione sempre presente tra uomo e natura, e il paradosso odierno rappresentato dalla tecnologia, mezzo utile e necessario ma che talvolta viene visto come “sostituto” possibile della creatività umana. Antonio Teora porta invece in auge una visione secondo cui l’uomo è in connessione totale con l’universo, con una realtà naturale che è l’unica dimensione che ci appartiene realmente e di cui faremo per sempre parte”.
Nel corso della sua prima personale a Milano, allo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni, mette in relazione alle tele e ai rami anche un’installazione realizzata con dei tubi di neon. Dalla fine del 2023 lavora anche con il medium del video, a testimonianza del fatto che il suo scetticismo nei confronti delle tecnologie più avanzate non rappresenti un totale rifiuto. Piuttosto, si tratta di una tematica da affrontare con consapevolezza facendo in modo che al centro del discorso rimanga sempre la capacità di guardare alla realtà nell’ottica di una costante relazione tra individui interconnessi e non sopravvalutare media, tecnologie, macchine. I corpi in simbiosi dei primi lavori sono ormai dissolti, che si tratti di video, di installazioni o di neon: quello che rimane è un mucchio di rami secchi.