Salvatore Sparavigna, napoletano, è un narratore visivo la cui carriera abbraccia oltre quarant’anni di fotogiornalismo, arte e impegno civile, tessendo storie che uniscono la crudezza della realtà alla poesia dell’immagine. Fotografo, videomaker, giornalista ed euro progettista, il suo lavoro è un mosaico di identità culturali, battaglie sociali e sperimentazione artistica, radicato nel Sud Italia ma proiettato verso orizzonti globali.

**Dagli esordi all’eccellenza nel fotogiornalismo**

La sua avventura inizia nel 1980 tra i vicoli di Napoli, dove, da freelance, documenta cronaca e costume per testate locali. La svolta arriva nel 1986 con la fondazione di FO.R.N.ASS. (FOtografi & Reporter Napoletani ASSociati), prima agenzia fotogiornalistica campana, che diventa un faro per raccontare il Mezzogiorno oltre gli stereotipi. Le sue immagini, pubblicate su *L’Espresso* e *Il Venerdì di Repubblica*, catturano non solo eventi, ma l’anima di un territorio: dalla devianza minorile alle lotte contro la camorra, ogni scatto è un manifesto di verità. Negli anni ’90, il suo sguardo si allarga all’Europa, collaborando con riviste internazionali e agenzie, mentre nel 1997 anticipa la rivoluzione digitale con "Napoli Live Web News", tra le prime testate multimediali online in Italia.

**Arte come denuncia, identità come missione**

La fotografia per Sparavigna non è solo professione, ma linguaggio universale. Nei progetti artistici, mescola passato e presente: "Carne di Piperno" (1990-2005) sovrappone ritratti contemporanei a reperti architettonici, creando un dialogo tra epoche, mentre "Le pose del caffè a…" (2003-2006 www.leposedelcaffe.org) trasforma la tazzina di caffè espresso in un simbolo di appartenenza, immortalando personaggi da Napoli a New York in momenti di intima riflessione. Nel 2007, su invito della municipalità di New York, porta negli USA "Faces of ItaliaNY", mostra che celebra le radici italoamericane attraverso volti e rituali, dalla processione di Brooklyn ai salotti eleganti di Manhattan.

**Cinema sociale e webTV: dare voce agli invisibili**

Il suo impegno civile si fa cinema con documentari che scorticano le piaghe sociali. "A camorra…song io?" (2009), presentato a Casal di Principe nella Giornata della memoria delle vittime di mafia, svela le complicità silenziose della società napoletana, mentre "Le rughe del tempo" (2014) intreccia immagini d’archivio e luoghi attuali per riscoprire la memoria collettiva. Nel 2010 fonda "La mia strada TV", prima webTV del Sud Italia dedicata agli emarginati: tra reportage sui senza fissa dimora e dirette da laboratori scolastici, trasforma il digitale in uno strumento di inclusione.

**Europrogettazione e formazione: costruire futuro**

Accanto all’arte, Sparavigna coltiva una visione strategica. Dal 2019, come **Social Change Manager** ed euro progettista, disegna percorsi di innovazione per enti del Terzo Settore, gestendo bandi UE e coordinando iniziative come la "Nuova Agenda del Mediterraneo". In aula, da Napoli alle scuole di Torre Annunziata, insegna ai giovani a usare macchine fotografiche e social media come armi di consapevolezza, guidando progetti come "TV a colori" (2019), dove studenti diventano autori di webTV. Le recenti certificazioni in *Intelligenza Artificiale per il Terzo Settore* (2024) e *Management turistico* testimoniano una curiosità intellettuale mai spenta.

**Mostre e riconoscimenti: l’eredità di un visionario**

Le sue opere hanno viaggiato dal PAN di Napoli all’Italian American Museum di New York, passando per festival internazionali. Mostre come "Adolescenza: quale futuro?" (1996-2000), esposta a Firenze e Napoli, o "Emergency room" (2009), con finestre bruciate a simboleggiare il racket, sono gridi silenziosi contro l’indifferenza. Tra i premi, spiccano il **Leone d’Oro** (2018) per l’impegno sociale e il **Premio alla Carriera** (2013) dell’Associazione VerbinalandrArt, tributi a un artista che ha fatto della fotografia un atto politico.

**Tecnica e cuore: il dualismo di un artista**

Esperto di software di editing e diritti d’autore, padroneggia linguaggi analogici e digitali con uguale maestria. Le sue immagini, spesso in bianco e nero, giocano con contrasti drammatici e geometrie urbane, mentre i video uniscono estetica cinematografica a un ritmo documentaristico. Ma è l’umanità il vero filo rosso: dietro ogni progetto c’è una domanda, una sfida, un invito a guardare oltre l’apparenza.

Oggi, tra consulenze per Getty Images e mostre sensoriali come "DECUMANI – Voci del cuore di Napoli" (2017), Salvatore Sparavigna incarna il ruolo dell’artista engagé: un ponte tra arte e società, tra memoria e innovazione, che dimostra come la bellezza possa nascere anche dall’impegno.
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