THE CAPRI'S WALLS
Photography bears witness to the dialectic between time and matter, between the silent presence of nature and the memory preserved by stone. The wall, with its irregular and lived-in surface, becomes the symbol of an intimate and secret Capri, far from the clamor of the famous Piazzetta. Here, in the secluded streets of the island, silence envelops every detail, transforming the perception of space into a contemplative experience. The vine gracefully insinuates itself between the cracks in the wall, drawing with its leaves and their shadows a delicate balance between strength and fragility. Black and white deprives the image of chromatic distraction, enhancing the play between light and matter, between the hardness of the stone and the softness of the plant. The opposition between the structural rigor of the wall and the organic freedom of the ivy becomes a metaphor for the double soul of Capri: on the one hand the vibrant energy of its worldliness, on the other the timeless quiet of its most hidden corners. Here, far from the noise, the breath of history and that of nature merge into an image that suggests not only beauty, but also listening to those silences that the island can give to those who know how to seize them.
Digital file
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Salvatore Sparavigna, napoletano, è un narratore visivo la cui carriera abbraccia oltre quarant’anni di fotogiornalismo, arte e impegno civile, tessendo storie che uniscono la crudezza della realtà alla poesia dell’immagine. Fotografo, videomaker, giornalista ed euro progettista, il suo lavoro è un mosaico di identità culturali, battaglie sociali e sperimentazione artistica, radicato nel Sud Italia ma proiettato verso orizzonti globali.
**Dagli esordi all’eccellenza nel fotogiornalismo**
La sua avventura inizia nel 1980 tra i vicoli di Napoli, dove, da freelance, documenta cronaca e costume per testate locali. La svolta arriva nel 1986 con la fondazione di FO.R.N.ASS. (FOtografi & Reporter Napoletani ASSociati), prima agenzia fotogiornalistica campana, che diventa un faro per raccontare il Mezzogiorno oltre gli stereotipi. Le sue immagini, pubblicate su *L’Espresso* e *Il Venerdì di Repubblica*, catturano non solo eventi, ma l’anima di un territorio: dalla devianza minorile alle lotte contro la camorra, ogni scatto è un manifesto di verità. Negli anni ’90, il suo sguardo si allarga all’Europa, collaborando con riviste internazionali e agenzie, mentre nel 1997 anticipa la rivoluzione digitale con "Napoli Live Web News", tra le prime testate multimediali online in Italia.
**Arte come denuncia, identità come missione**
La fotografia per Sparavigna non è solo professione, ma linguaggio universale. Nei progetti artistici, mescola passato e presente: "Carne di Piperno" (1990-2005) sovrappone ritratti contemporanei a reperti architettonici, creando un dialogo tra epoche, mentre "Le pose del caffè a…" (2003-2006 www.leposedelcaffe.org) trasforma la tazzina di caffè espresso in un simbolo di appartenenza, immortalando personaggi da Napoli a New York in momenti di intima riflessione. Nel 2007, su invito della municipalità di New York, porta negli USA "Faces of ItaliaNY", mostra che celebra le radici italoamericane attraverso volti e rituali, dalla processione di Brooklyn ai salotti eleganti di Manhattan.
**Cinema sociale e webTV: dare voce agli invisibili**
Il suo impegno civile si fa cinema con documentari che scorticano le piaghe sociali. "A camorra…song io?" (2009), presentato a Casal di Principe nella Giornata della memoria delle vittime di mafia, svela le complicità silenziose della società napoletana, mentre "Le rughe del tempo" (2014) intreccia immagini d’archivio e luoghi attuali per riscoprire la memoria collettiva. Nel 2010 fonda "La mia strada TV", prima webTV del Sud Italia dedicata agli emarginati: tra reportage sui senza fissa dimora e dirette da laboratori scolastici, trasforma il digitale in uno strumento di inclusione.
**Europrogettazione e formazione: costruire futuro**
Accanto all’arte, Sparavigna coltiva una visione strategica. Dal 2019, come **Social Change Manager** ed euro progettista, disegna percorsi di innovazione per enti del Terzo Settore, gestendo bandi UE e coordinando iniziative come la "Nuova Agenda del Mediterraneo". In aula, da Napoli alle scuole di Torre Annunziata, insegna ai giovani a usare macchine fotografiche e social media come armi di consapevolezza, guidando progetti come "TV a colori" (2019), dove studenti diventano autori di webTV. Le recenti certificazioni in *Intelligenza Artificiale per il Terzo Settore* (2024) e *Management turistico* testimoniano una curiosità intellettuale mai spenta.
**Mostre e riconoscimenti: l’eredità di un visionario**
Le sue opere hanno viaggiato dal PAN di Napoli all’Italian American Museum di New York, passando per festival internazionali. Mostre come "Adolescenza: quale futuro?" (1996-2000), esposta a Firenze e Napoli, o "Emergency room" (2009), con finestre bruciate a simboleggiare il racket, sono gridi silenziosi contro l’indifferenza. Tra i premi, spiccano il **Leone d’Oro** (2018) per l’impegno sociale e il **Premio alla Carriera** (2013) dell’Associazione VerbinalandrArt, tributi a un artista che ha fatto della fotografia un atto politico.
**Tecnica e cuore: il dualismo di un artista**
Esperto di software di editing e diritti d’autore, padroneggia linguaggi analogici e digitali con uguale maestria. Le sue immagini, spesso in bianco e nero, giocano con contrasti drammatici e geometrie urbane, mentre i video uniscono estetica cinematografica a un ritmo documentaristico. Ma è l’umanità il vero filo rosso: dietro ogni progetto c’è una domanda, una sfida, un invito a guardare oltre l’apparenza.
Oggi, tra consulenze per Getty Images e mostre sensoriali come "DECUMANI – Voci del cuore di Napoli" (2017), Salvatore Sparavigna incarna il ruolo dell’artista engagé: un ponte tra arte e società, tra memoria e innovazione, che dimostra come la bellezza possa nascere anche dall’impegno.
**Dagli esordi all’eccellenza nel fotogiornalismo**
La sua avventura inizia nel 1980 tra i vicoli di Napoli, dove, da freelance, documenta cronaca e costume per testate locali. La svolta arriva nel 1986 con la fondazione di FO.R.N.ASS. (FOtografi & Reporter Napoletani ASSociati), prima agenzia fotogiornalistica campana, che diventa un faro per raccontare il Mezzogiorno oltre gli stereotipi. Le sue immagini, pubblicate su *L’Espresso* e *Il Venerdì di Repubblica*, catturano non solo eventi, ma l’anima di un territorio: dalla devianza minorile alle lotte contro la camorra, ogni scatto è un manifesto di verità. Negli anni ’90, il suo sguardo si allarga all’Europa, collaborando con riviste internazionali e agenzie, mentre nel 1997 anticipa la rivoluzione digitale con "Napoli Live Web News", tra le prime testate multimediali online in Italia.
**Arte come denuncia, identità come missione**
La fotografia per Sparavigna non è solo professione, ma linguaggio universale. Nei progetti artistici, mescola passato e presente: "Carne di Piperno" (1990-2005) sovrappone ritratti contemporanei a reperti architettonici, creando un dialogo tra epoche, mentre "Le pose del caffè a…" (2003-2006 www.leposedelcaffe.org) trasforma la tazzina di caffè espresso in un simbolo di appartenenza, immortalando personaggi da Napoli a New York in momenti di intima riflessione. Nel 2007, su invito della municipalità di New York, porta negli USA "Faces of ItaliaNY", mostra che celebra le radici italoamericane attraverso volti e rituali, dalla processione di Brooklyn ai salotti eleganti di Manhattan.
**Cinema sociale e webTV: dare voce agli invisibili**
Il suo impegno civile si fa cinema con documentari che scorticano le piaghe sociali. "A camorra…song io?" (2009), presentato a Casal di Principe nella Giornata della memoria delle vittime di mafia, svela le complicità silenziose della società napoletana, mentre "Le rughe del tempo" (2014) intreccia immagini d’archivio e luoghi attuali per riscoprire la memoria collettiva. Nel 2010 fonda "La mia strada TV", prima webTV del Sud Italia dedicata agli emarginati: tra reportage sui senza fissa dimora e dirette da laboratori scolastici, trasforma il digitale in uno strumento di inclusione.
**Europrogettazione e formazione: costruire futuro**
Accanto all’arte, Sparavigna coltiva una visione strategica. Dal 2019, come **Social Change Manager** ed euro progettista, disegna percorsi di innovazione per enti del Terzo Settore, gestendo bandi UE e coordinando iniziative come la "Nuova Agenda del Mediterraneo". In aula, da Napoli alle scuole di Torre Annunziata, insegna ai giovani a usare macchine fotografiche e social media come armi di consapevolezza, guidando progetti come "TV a colori" (2019), dove studenti diventano autori di webTV. Le recenti certificazioni in *Intelligenza Artificiale per il Terzo Settore* (2024) e *Management turistico* testimoniano una curiosità intellettuale mai spenta.
**Mostre e riconoscimenti: l’eredità di un visionario**
Le sue opere hanno viaggiato dal PAN di Napoli all’Italian American Museum di New York, passando per festival internazionali. Mostre come "Adolescenza: quale futuro?" (1996-2000), esposta a Firenze e Napoli, o "Emergency room" (2009), con finestre bruciate a simboleggiare il racket, sono gridi silenziosi contro l’indifferenza. Tra i premi, spiccano il **Leone d’Oro** (2018) per l’impegno sociale e il **Premio alla Carriera** (2013) dell’Associazione VerbinalandrArt, tributi a un artista che ha fatto della fotografia un atto politico.
**Tecnica e cuore: il dualismo di un artista**
Esperto di software di editing e diritti d’autore, padroneggia linguaggi analogici e digitali con uguale maestria. Le sue immagini, spesso in bianco e nero, giocano con contrasti drammatici e geometrie urbane, mentre i video uniscono estetica cinematografica a un ritmo documentaristico. Ma è l’umanità il vero filo rosso: dietro ogni progetto c’è una domanda, una sfida, un invito a guardare oltre l’apparenza.
Oggi, tra consulenze per Getty Images e mostre sensoriali come "DECUMANI – Voci del cuore di Napoli" (2017), Salvatore Sparavigna incarna il ruolo dell’artista engagé: un ponte tra arte e società, tra memoria e innovazione, che dimostra come la bellezza possa nascere anche dall’impegno.