Gli artisti Antonio Garullo e Mario Ottocento si incontrano nel 1995 a Latina. Nel 1997 fondano il laboratorio di ceramica d’arte “Kerameion”, decretando così la nascita del loro fecondo sodalizio. Dalla modellazione dell’argilla prendono forma silenziose figure maschili dai connotati appena accennati, spogliate di ogni elemento accessorio e colte spesso nell’intimità della lettura. In questo periodo iniziale Garullo&Ottocento non trascurano la pittura, che spesso decora e completa le loro sculture. Con il trascorrere del tempo, pur non abbandonando la scultura, i due artisti decidono di dirigere la propria ricerca nel campo della pittura. Così Ottocento inizia a avvalersi del linguaggio informale e di quello astratto, mentre Garullo segue la via della figurazione.In questi anni, inoltre, Garullo&Ottocento partecipano a prestigiose mostre nazionali e internazionali, tra cui l’”Expo 2000” di Hannover e “Bella Italia”, a Kyoto. Alla fine degli anni Duemila, il richiamo della scultura torna a farsi prepotentemente vivo e i due artisti realizzano una serie di opere che segnano il distacco dai lavori precedenti e la maturazione del loro linguaggio. La serie “Five me”, composta da cinque sculture in bronzo, ripropone come protagonista l’uomo che legge: questa volta, però, la lettura del libro è impedita da una serie di elementi di disturbo. In una delle opere, forse quella di maggior impatto, il volto della figura è celato da un sacchetto di “McDonalds” serrato sulla gola da una rozza corda. Nelle opere più recenti Garullo&Ottocento sviluppano e approfondiscono l’analisi critica della cultura contemporanea. Il loro radicale mutamento di linguaggio e di soggetto si colloca nel solco di una ricerca di matrice concettuale di memoria duchampiana, sulla scia delle maggiori novità artistiche degli ultimi vent’anni. Temi attualissimi come le contraddizioni della società, l’ambiguità dei rapporti di potere, l’inquietudine, la politica e la religione vengono mescolati nel calderone del loro studio, da cui escono digeriti ed elaborati sotto forma di opere conturbanti e talvolta sconvolgenti. Lo studio di libri, delle fonti iconografiche e della storia culturale accompagna e sostiene la complessa e problematica elaborazione di questi lavori.Garullo&Ottocento espongono alla Biennale di Venezia l’opera che li ha resi celebri, ossia “Il sogno degli italiani” (2010-2011). La reazione di shock che essa può scatenare in un pubblico poco educato alla dirompenza dell’arte contemporanea e l’innegabile forza simbolica che la stessa trasmette, giustifica l’eco che questo lavoro ha avuto nella stampa e nei mass media. L’installazione rappresenta l’ex Premier Silvio Berlusconi disteso in una teca di cristallo come un antico papa o un santo. L’utilizzo magistrale dei materiali (gomma siliconica, stoffa, vetro, capelli organici, legno, carta e metalli) restituisce un’immagine di incredibile verosimiglianza, alla maniera di Duane Hanson o di Ron Mueck. Tra le opere più recenti troviamo “L’inconfessabile gesto”, un’installazione che rappresenta Papa Benedetto XVI scenograficamente incuneato dentro ad uno stretto confessionale in legno, dal quale debordano le ricchissime vesti cerimoniali. L’opera trabocca di rimandi simbolici, a partire dal pupazzo di Topolino (emblema dell’infanzia) che, ignaro del dramma esistenziale che vi si sta consumando, discosta le tendine del confessionale permettendoci di osservare la scena. Dedicata al tema della religione è la serie “Religio-us” da loro realizzata, composta da degli assemblages che ricordano alcuni lavori di Jeff Koons. In questa serie, presentata alla Biennale di Venezia 2015, le statuine souvenirs del crocifisso, della Vergine e del Papa sono messe in relazione con i pupazzetti Disney di Topolino, della “Bella addormentata nel bosco” e di “Toy Story”. L’accostamento dei personaggi sacri, caricati generalmente di un’aura solenne, al mondo colorato e chiassoso dell’infanzia rende queste opere spregiudicatamente divertenti. A Bologna nel 2019 presentano a Paratissima nella sezione ICS : "Odissea Migrantes" un progetto sul tema attualissimo del dramma dei migranti, composto tre grandi dipinti olio su tavola di Ottocento e tre sculture di Garullo. Mentre nella sezione Needs sarà esposto il "Trittico della carne - parte l il potere" un'opera a collage . L'apparente "blasfemia" ( vedi i personaggi Disney inseriti nelle crocifissioni ) è in realtà la cifra stilistica che i due artisti usano per catturare l'attenzione dello spettatore e "indurlo in tentazione" cioè a riflettere sui drammi che l'attualità ci porta in casa. Il grande merito che bisogna riconoscere a Garullo&Ottocento è l’aver dato maggiore importanza all’analisi e all’interpretazione della realtà contemporanea piuttosto che al suo giudizio, alla comprensione e alla demistificazione dei fenomeni più che alla loro dissacrazione. Il forte impatto delle loro opere è infatti indice di una profonda capacità di cogliere gli aspetti contraddittori della società e di una rara sensibilità nel tradurli in immagine. L’unione di qualità tecnica, contenuti e messaggio rende dunque le loro opere dei punti di riferimento per il ruolo che l’arte contemporanea può assumere. ( Arianna Fantuzzi )