Musica solidificata
“Credo che la musica sia la madre di tutte le arti. È da sempre
compagna fedele nel mio lavoro, i miei ritratti li ho sempre
partoriti ascoltandola.
È evocativa di pensieri ed emozioni, ti permette di sentire.
Con Baab sono passata dall’urgenza del tempo nei miei scatti
rubati - alla fermezza dell’architettura e allo sguardo lento che
ne consegue.
Ho avuto modo di contemplare, di vedere la musica che vive dentro
alcuni edifici, lo spazio volumetrico è diventato composizione, la
superficie bidimensionale una sorta di scrittura musicale - ogni
forma ha rievocato in me un’immagine sonora.
Ho rallentato il mio tempo, mi sono fermata, ho sentito e ho
provato a fotografare la musica attraverso il cemento.“
BAAB nasce con l’obiettivo di indagare come la musica possa
interagire con il mondo esterno ad essa.
Accostandola ad altre discipline artistiche è possibile, infatti,
scorgere gli stessi interrogativi, la stessa ricerca e lo stesso
percorso.
Da questi presupposti prende forma “Musica solidificata”, un album
composto e registrato
nella primavera del 2020, in cui l’indagine sulla ripetitività e
sul suono come strumento per scolpire forme e volumi nello spazio
acustico, ha generato la necessità di un confronto
multidisciplinare.
Da qui l’idea di accompagnare la raccolta musicale con contributi
fotografici, illustrativi e testuali.
Il lavoro nasce quindi da un’esigenza di espressione e
parallelamente da una volontà all’incontro ed è indubbiamente
stato influenzato dall'isolamento vissuto in quel periodo.
“Musica solidificata” è stato realizzato con una batteria acustica
preparata ed un sintetizzatore, applicando ed in parte rivisitando
alcuni metodi compositivi del minimalismo americano degli anni
Sessanta.
Il materiale musicale è spesso costituito da una sola cellula
melodica, che viene manipolata in maniera graduale attraverso
processi di permutazione o phasing.
Il materiale musicale non cambia. Ciò che cambia è il modo in cui
si ascolta.
compagna fedele nel mio lavoro, i miei ritratti li ho sempre
partoriti ascoltandola.
È evocativa di pensieri ed emozioni, ti permette di sentire.
Con Baab sono passata dall’urgenza del tempo nei miei scatti
rubati - alla fermezza dell’architettura e allo sguardo lento che
ne consegue.
Ho avuto modo di contemplare, di vedere la musica che vive dentro
alcuni edifici, lo spazio volumetrico è diventato composizione, la
superficie bidimensionale una sorta di scrittura musicale - ogni
forma ha rievocato in me un’immagine sonora.
Ho rallentato il mio tempo, mi sono fermata, ho sentito e ho
provato a fotografare la musica attraverso il cemento.“
BAAB nasce con l’obiettivo di indagare come la musica possa
interagire con il mondo esterno ad essa.
Accostandola ad altre discipline artistiche è possibile, infatti,
scorgere gli stessi interrogativi, la stessa ricerca e lo stesso
percorso.
Da questi presupposti prende forma “Musica solidificata”, un album
composto e registrato
nella primavera del 2020, in cui l’indagine sulla ripetitività e
sul suono come strumento per scolpire forme e volumi nello spazio
acustico, ha generato la necessità di un confronto
multidisciplinare.
Da qui l’idea di accompagnare la raccolta musicale con contributi
fotografici, illustrativi e testuali.
Il lavoro nasce quindi da un’esigenza di espressione e
parallelamente da una volontà all’incontro ed è indubbiamente
stato influenzato dall'isolamento vissuto in quel periodo.
“Musica solidificata” è stato realizzato con una batteria acustica
preparata ed un sintetizzatore, applicando ed in parte rivisitando
alcuni metodi compositivi del minimalismo americano degli anni
Sessanta.
Il materiale musicale è spesso costituito da una sola cellula
melodica, che viene manipolata in maniera graduale attraverso
processi di permutazione o phasing.
Il materiale musicale non cambia. Ciò che cambia è il modo in cui
si ascolta.
Sono sempre stata affascinata dalla fotografia e dal suo significato più classico, che per me è quello reportagistico; ho iniziato fotografando per strada, mi incuriosisce il mondo, il modo in cui le persone si muovono intorno a me ed il modo in cui io mi muovo intorno a loro. La fotografia è per me qualcosa che mi accade intorno, che riconosco e provo ad immortalare. Le mie immagini non sono costruite, io le osservo e loro mi trovano. Mi considero una fotografa in ascolto, un po’ come un reporter; leggo ed interpreto la realtà senza modificarla. ll mio è uno stile autoriale, molto intimo, naturale ed introspettivo. Non c'è esasperazione, ogni elemento è esattamente cosi com'è. le mie immagini raccontano e ti raccontano e mi raccontano. Il soggetto principale della mia ricerca artistica è la donna con le sue infinite sfumature. Come in un specchio, attraverso il corpo femminile ed i volti provo a mettermi a nudo, a scoprirmi e riscoprire me stessa. Le sessioni di scatto diventano viaggi introspettivi, emozionali, nei quali si creano connessioni, rapporti personali ed intimità condivise. Ognuno con la propria storia personale, ognuno con la propria verità. Io le intreccio con la mia, senza trucco e senza trucchi. La mia donna si muove nel mio mondo con estrema naturalezza , d’istinto ed io la “spio” , ascoltandone gli anfratti, i sotto pelle, provo a scovarne e narrarne la vulnerabilità, la sensualità, la delicatezza, la fragilità, l’emotività, la potenza, l’autenticità, la femminilità, la bellezza , che nient’altro è che l’accettazione di se, la consapevolezza di ciò che si è! Qualche anno fa ho provato a dare un nome a questo mio viaggio. “Tell me about myself” non é un progetto fotografico , è il mio occhio aperto sul mondo, è il mio cuore aperto sulla mia pelle, è il mio sentire!
