ARTIST STATEMENT
C'era una volta una bambina molto curiosa che voleva tanto conoscere il mondo.
Ogni giorno provava ad allungare le sue manine per toccare tutto ciò che la circondava.
Non si può, le dicevano. Non si fa, le ripetevano.
I divieti erano tanti ma lei ci provava sempre lo stesso anche se non ci riusciva quasi mai.
E allora lei cominciò a guardarsi intorno un po' di più, ad osservare tutto ciò che la circondava, anche i piccoli particolari, cercando quando possibile di raccogliere negli oggetti trovati per terra pezzi di mondo e a immaginare.
Immaginò prima con le parole - di quelle ne aveva già collezionate tante e tante ancora ne cercava- e poi con le mani di cosa fosse fatto quel mondo che la circondava e che non poteva toccare, prima quello più vicino e poi quello più lontano. Prima quello “reale”, fuori di lei e dalla sua porta, e poi guardando quello immaginato, dipinto, disegnato, scolpito e descritto da altri prima di lei. A volte immaginare la materia del mondo era più facile, altre più difficile ma lei non smetteva di provarci, usando tutto ciò che trovava a sua disposizione.
Le parole degli altri e le sue erano la sua compagnia e forse la strada per avvicinarsi al mondo.
Conosceva le parole per raccontare ma non la strada per avvicinarsi agli altri. Era infatti molto timida e finí per sentirsi un po' sola e triste.
Come posso fare? Si chiedeva. Nessuno mi sente, temeva.
Si mise allora a disegnare prima e poi a colorare e dipingere e poi ad assemblare e gli altri si avvicinarono curiosi.
Volete giocare con me? Chiedeva. Sì, ma non ti conosciamo e tu non ci conosci, rispondevano.
Allora lei si mise ad osservarli. Erano buffi, così simili e allo stesso tempo spesso così diversi da lei e così tanto da decifrare e da amare. Lei era una di loro e loro erano lei.
Quando però un brutto stregone con un incantesimo li fece sparire tutti insieme dalla sua vista, lei non si arrese e fece anche lei la sua magia.
In scatolette di pesce rimise quegli stessi umani che tanto amava e che tanto le mancavano.
Erano di nuovo felici e tutti insieme.
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BIOGRAFIA
Nata a Bassano del Grappa (VI), vive e lavora a Trento. Laureata in Lettere ad indirizzo storico-artistico (Trento), crea installazioni e ready-made con materiali non convenzionali e “objets trouvès” lavorando sul linguaggio, sulla Casa, spazio fisico e luogo dell’anima, e sulle relazioni - spesso problematiche - tra i suoi abitanti.
Le sue opere sono state esposte in mostre collettive, nazionali e internazionali, e personali in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero tra cui le mostre dei finalisti di “ArtKeys prize” (2022 e 2020) ad Agropoli, "Ridefinire il gioiello (2022) e il festival DeSidera (2021) a Trieste e la personale “(Di)stanze” alla Galleria Contempo, Pergine Valsugana (TN) (2020).
C'era una volta una bambina molto curiosa che voleva tanto conoscere il mondo.
Ogni giorno provava ad allungare le sue manine per toccare tutto ciò che la circondava.
Non si può, le dicevano. Non si fa, le ripetevano.
I divieti erano tanti ma lei ci provava sempre lo stesso anche se non ci riusciva quasi mai.
E allora lei cominciò a guardarsi intorno un po' di più, ad osservare tutto ciò che la circondava, anche i piccoli particolari, cercando quando possibile di raccogliere negli oggetti trovati per terra pezzi di mondo e a immaginare.
Immaginò prima con le parole - di quelle ne aveva già collezionate tante e tante ancora ne cercava- e poi con le mani di cosa fosse fatto quel mondo che la circondava e che non poteva toccare, prima quello più vicino e poi quello più lontano. Prima quello “reale”, fuori di lei e dalla sua porta, e poi guardando quello immaginato, dipinto, disegnato, scolpito e descritto da altri prima di lei. A volte immaginare la materia del mondo era più facile, altre più difficile ma lei non smetteva di provarci, usando tutto ciò che trovava a sua disposizione.
Le parole degli altri e le sue erano la sua compagnia e forse la strada per avvicinarsi al mondo.
Conosceva le parole per raccontare ma non la strada per avvicinarsi agli altri. Era infatti molto timida e finí per sentirsi un po' sola e triste.
Come posso fare? Si chiedeva. Nessuno mi sente, temeva.
Si mise allora a disegnare prima e poi a colorare e dipingere e poi ad assemblare e gli altri si avvicinarono curiosi.
Volete giocare con me? Chiedeva. Sì, ma non ti conosciamo e tu non ci conosci, rispondevano.
Allora lei si mise ad osservarli. Erano buffi, così simili e allo stesso tempo spesso così diversi da lei e così tanto da decifrare e da amare. Lei era una di loro e loro erano lei.
Quando però un brutto stregone con un incantesimo li fece sparire tutti insieme dalla sua vista, lei non si arrese e fece anche lei la sua magia.
In scatolette di pesce rimise quegli stessi umani che tanto amava e che tanto le mancavano.
Erano di nuovo felici e tutti insieme.
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BIOGRAFIA
Nata a Bassano del Grappa (VI), vive e lavora a Trento. Laureata in Lettere ad indirizzo storico-artistico (Trento), crea installazioni e ready-made con materiali non convenzionali e “objets trouvès” lavorando sul linguaggio, sulla Casa, spazio fisico e luogo dell’anima, e sulle relazioni - spesso problematiche - tra i suoi abitanti.
Le sue opere sono state esposte in mostre collettive, nazionali e internazionali, e personali in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero tra cui le mostre dei finalisti di “ArtKeys prize” (2022 e 2020) ad Agropoli, "Ridefinire il gioiello (2022) e il festival DeSidera (2021) a Trieste e la personale “(Di)stanze” alla Galleria Contempo, Pergine Valsugana (TN) (2020).