Biografia
Leonardo Dalla Torre è nato a Venezia
nel 1995. Cresciuto nel centro storico
della città si è diplomato al Liceo Artistico
Statale di Venezia nel 2013, proseguendo
gli studi presso l’Accademia di Belle Arti
di Venezia diplomandosi in Pittura nel
2017 e in Grafica d’Arte-Disegno nel
2019.
Come pittore approfondisce la propria
ricerca indagando come principali
tematiche la figurazione e il ritratto.
I modelli utilizzati attingono sia dalle
immagini della Storia dell’Arte e dalle
forme della pittura del passato, così come
da un differente immaginario, alienando
le differenze contestuali, accumunando i
caratteri espressivi del corpo e della
carne, rilevandone i sintomi e l’apertura in
una pittura che cerca l’incombenza di una
calamità, sospendendo le immagini in
una deflagrazione perpetua.
Statement
L’indagine nella pittura tratta
principalmente le rappresentazioni della
figurazione e del ritratto. Nello spazio
dipinto emergono corpi, volti e sguardi
talvolta rievocati dalle forme della pittura
del passato, seppure spesso
infedelmente, così come da un differente
e più vasto immaginario, adottati come un
pretesto per attuare un intervento dal
risvolto inaspettato.
Viene osservato il corpo nella sua natura
fragile di involucro, ma anche scrigno,
contenitore di insondate preziosità.
Questo, individuato attraverso un meticoloso
accudimento formale, viene interrotto poi
nell’esasperazione di un’anomalia
dall’intercessione di macchie, punti,
ornamenti parassiti, affezioni della pittura
che muta, si altera, muore e rinasce.
Come le venature su un marmo bianco si
cercano i sintomi, i sospetti, i segni
traditori di una differente realtà,
che corrono ora fugaci ora concreti in un
gioco di rimandi a nature dissimili nelle
quali la pittura si incarna.
Dove la forma si mostra nella sua
integrità essa viene in parte
compromessa, sottratta, talvolta quasi
interamente coperta o stravolta in una
pittura che diventa sintomo e si finge
calamità.
Il dipinto conduce la visione in una pausa
temporale nella quale viene riconosciuto
un accadimento immaginandolo nel suo
risvolto ma senza definirlo, senza
concluderlo, in un loop di decadimento
continuo, legando le immagini ad una
lettura di perenne alterazione. Una volta
adagiate sulla superficie queste si
animano di crisi pittoriche così che non
possano mai davvero abitare una
condizione di stasi, rimanendo costrette
in uno stato di veglia perpetuo.
Leonardo Dalla Torre è nato a Venezia
nel 1995. Cresciuto nel centro storico
della città si è diplomato al Liceo Artistico
Statale di Venezia nel 2013, proseguendo
gli studi presso l’Accademia di Belle Arti
di Venezia diplomandosi in Pittura nel
2017 e in Grafica d’Arte-Disegno nel
2019.
Come pittore approfondisce la propria
ricerca indagando come principali
tematiche la figurazione e il ritratto.
I modelli utilizzati attingono sia dalle
immagini della Storia dell’Arte e dalle
forme della pittura del passato, così come
da un differente immaginario, alienando
le differenze contestuali, accumunando i
caratteri espressivi del corpo e della
carne, rilevandone i sintomi e l’apertura in
una pittura che cerca l’incombenza di una
calamità, sospendendo le immagini in
una deflagrazione perpetua.
Statement
L’indagine nella pittura tratta
principalmente le rappresentazioni della
figurazione e del ritratto. Nello spazio
dipinto emergono corpi, volti e sguardi
talvolta rievocati dalle forme della pittura
del passato, seppure spesso
infedelmente, così come da un differente
e più vasto immaginario, adottati come un
pretesto per attuare un intervento dal
risvolto inaspettato.
Viene osservato il corpo nella sua natura
fragile di involucro, ma anche scrigno,
contenitore di insondate preziosità.
Questo, individuato attraverso un meticoloso
accudimento formale, viene interrotto poi
nell’esasperazione di un’anomalia
dall’intercessione di macchie, punti,
ornamenti parassiti, affezioni della pittura
che muta, si altera, muore e rinasce.
Come le venature su un marmo bianco si
cercano i sintomi, i sospetti, i segni
traditori di una differente realtà,
che corrono ora fugaci ora concreti in un
gioco di rimandi a nature dissimili nelle
quali la pittura si incarna.
Dove la forma si mostra nella sua
integrità essa viene in parte
compromessa, sottratta, talvolta quasi
interamente coperta o stravolta in una
pittura che diventa sintomo e si finge
calamità.
Il dipinto conduce la visione in una pausa
temporale nella quale viene riconosciuto
un accadimento immaginandolo nel suo
risvolto ma senza definirlo, senza
concluderlo, in un loop di decadimento
continuo, legando le immagini ad una
lettura di perenne alterazione. Una volta
adagiate sulla superficie queste si
animano di crisi pittoriche così che non
possano mai davvero abitare una
condizione di stasi, rimanendo costrette
in uno stato di veglia perpetuo.