mariangela calabrese

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Foto del profilo di mariangela calabrese
 
La linea espressiva di Mariangela Calabrese sembra definirsi all’interno di un bacino linguistico fitto di indizi, contributi e suggerimenti che denotano un’ampia e consapevole riflessione sulle dinamiche concettuali dell’arte e della letteratura. Dal 1980 la sua ricerca è intesa come sguardo innovativo e relazionale nei confronti della storia artistica attuale. Il suo è un rigoroso percorso sempre in bilico tra contaminazione e proiezione; e pertanto un itinerario cospicuo di approdi e linguaggi esplorati: la pittura, la scultura, i libri d’artista, le installazioni, le opere ambientali, le performance relazionali sono un unicum indiziale in cui prende forma – in maniera incisiva – quel legame vincolante con il “mondo osservato e appreso”. E di questo il senso radicato della sua “socialità”. Con gli uomini e l’ambiente attori preziosi e insostituibili perché portatori “di voci, di destini, di ombre, di fallibilità”.
Dopo un lungo e fitto percorso espositivo che prende il via nei primi anni ’80, i suoi “interventi” si fanno decisamente più accurati e metodici nell’ultimo decennio. La predilezione per un itinerario specificatamente museale segna le tappe più significative della sua più recente storia di artista. Ecco allora i suoi ultimi appuntamenti espositivi:
2019/2020LE OPERE DELLA MEMORIA – A questo biennio si riconduce il senso di una ricerca incentrata sul tema della memoria e che trova il proprio esito in opere di grande intensità concettuale e formale. Nel 2019 la sua opera “EXCERPTA” “…Polimaterica e plurisensoriale come un’installazione, Excerpta - estratti, lacerti da una storia comune - è una testimonianza per la pace. È pure un’intensa, concentrata riflessione sulla memoria. Sono i segni della guerra i passi trascritti di un libro autobiografico di una cittadina pieno di tenerezza e le fotografie desolate del capoluogo di questa provincia sventrato dai bombardamenti riportano alla guerra; alle insidie esplosive e rovinose della guerra alludono gli spigoli di materia che sanno di siluri e di schegge. La memoria individuale si salda alla memoria collettiva; Mariangela Calabrese ricompone in un insieme, che assume quasi la forma di una mappa e che è a sua volta un memoriale di oggi, pezzi di memoria che ci appartengono, che siamo invitati a sentire nostri…”. L’opera viene acquisita dall’Amministrazione Provinciale di Frosinone ed esposta permanentemente nella Pinacoteca dell’Ente.
 “IL RUMORE DEL RESPIRO”, installazione scultorea in terraglia bianca ha come soggetti volti anonimi ma contraddistinti l’uno dall’altro evocazione dei morti di Covid19, stipati in una teca in plexiglas. E 19 sono i volti che nei giorni del lockdown di marzo realizzati, uno al giorno come pietas, come a stendere un sudario, un velo protettivo sul viso dei caduti di questa devastazione collettiva “…un tributo alle migliaia di donne e di uomini scomparsi in ogni luogo in una condizione avversa, privi di una qualsiasi consolazione, orfani perfino di una parola di conforto…” Nel 2020 l’opera è entrata a far parte della raccolta museale dell’Abbazia di Montecassino. Un’immagine di questo lavoro è conservata nell’archivio digitale della Galleria d’Arte Moderna di Roma nel contest “DOMANIINARTE”.
In fase di realizzazione invece il progetto “DA UNO A INFINITO” “…Frammento scalfito e dorato, come esile verso fatto di parole di pregio o meteora sopravvissuta agli inganni lunari. Sospesa da appigli, desiderata, precaria. Al pari della vita nel tempo rimosso…” (…) “le pepite della memoria, pietre raccolte, dorate con oro in foglia, messe sotto teca, così significando il volersi rendere collettiva della memoria individuale. Ma la teca è anche metonimia di una conservazione che ha i crismi della sacralità, di una esposizione come in un ex voto delle reliquie di una laicissima religione; mentre le pepite, l’una dall’altra diversa e nondimeno forti di alcuni caratteri che le assomigliano e le accomunano, suggeriscono nel loro insieme che la memoria è continuità ed è differenza e di più, essendo una totalità di frammenti, è accumulo di persistenze e di variazioni (…) è racconto in nuce (…) E si dice ancora che il racconto che è vita può non finire; altre pepite rinvenute, o incontrate senza volerlo, possono essere aggiunte nella collezione che si apre agli altri esponendosi, che si fa bene comune…”
Oltremodo significative, in quest’ultimo periodo, le sue partecipazioni a Rassegne artistiche di grande interesse; basti ricordare, tra le altre, la quadripersonale al PAN di Napoli TRA SEGNO E MATERIA. METAMORFOSI, all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, a L’Espasse di San Jaques Clisson, in Francia, alla Reggia di Portici “PAESAGGI IMMAGINARI”, al Museo CAM di Casoria, alla 46^ edizione del “PREMIO SULMONA”, al MACRO ASILO di Roma, “ORTO ARTE” all’Orto Botanico di Portici.
2018MEDITERRANDO – Una mostra itinerante di dipinti accompagnata da una performance interattiva con i visitatori chiamati a lasciare un segno su una grande tela posizionata all’interno dell’esposizione (sui fatti del Mediterraneo) è prologo e approdo di un viaggio metaforico nel nostro mondo confidenziale e velato fra i frammenti dei territori dell’anima. La mostra, presentata per la prima volta nelle sale espositive del Museo Venanzo Crocetti di Roma, è stata in seguito ordinata nel Museo Irpino di Avellino. Nel 2018, ancora, la personale “INTERFERENZE PROGRESSIVE” al Museo Emilio Greco di Sabaudia e “EQUILIBRI CONTRAPPOSTI” a Palazzo Genovese di Salerno.
2017/2020TRENTATREESIMOCANTO -  Installazione polimaterica: extented painting cm 1600x160, sagome antropomorfe in legno, trittico in acrilico su tela. L’installazione è ispirata al XXXIII canto del Paradiso dantesco e narra la ricerca del sacro tramite la dialettica dell’arte tra realtà e utopia. Opera installata per la prima volta nella Sala Santa Rita in Roma, a cura del Dipartimento delle Attività Culturali di Roma Capitale in collaborazione con Progetto Cultura Zétema. In seguito gli allestimenti dell’opera si sono tenuti a Frosinone (Cappella di Santa Lucia), Veroli (Chiesa di San Leucio), Boville Ernica (Chiesa di Santa Maria), Napoli (Chiesa San Severo al Pendino).           
 2012/2020LIBRO D’ARTISTA – Realizzato in più versioni. La prima, a nome “COME PALOMAR” è stata creata in omaggio ad italo Calvino per il convegno Una Musa che non incanta? tenutosi presso l’Abbazia di Casamari. Opera di chiara matrice relazionale “aperta” al contributo del pubblico; una libera partecipazione in cui ognuno è intervenuto fattivamente con azioni grafiche, scritturali, pittoriche) o attraverso un confronto critico. COL TEMPO IMPARERÒ realizzato nel 2017 raccoglie una serie di riflessioni sul testo omonimo della cantautrice Mia Martini. Anche in questo caso la partecipazione “esterna” dei fruitori si è fatto momento altamente emozionale e condiviso. “LE PAROLE PIÙ BELLE SONO QUELLE CHE NON SI DICONO” ed altri ancora.
 2010L’ALTRO AFFLUENTE – Installazione pittorica, extended painting cm 1200x160 legata al contesto ambientale nasce indagando la natura per creare una sorta di dialogo tra natura-arte-fruitore. Un’opera capace di innescare un processo di tensione e stupore in questo rapporto dialogante tra il territorio e lo sguardo degli uomini.
2009ATMOSFERA ESSENZIALE – Installazione pittorica, sette extented painting cm 1000x80. L’opera fu installata per la prima volta a Frosinone nell’ambito della IV edizione dell’evento “Da Cosa nasce cosa” a cura di zerotremilacento Arte Pubblica Relazionale. Collocata nel centro storico della città, essa aveva la funzione di far “riemergere”, nell’immaginario cittadino, quello spazio cantierizzato e in abbandono. Di seguito “ATMOSFERA ESSENZIALE” ha agito in vari spazi pubblici assumendo forma diversa in relazione alle caratteristiche dello spazio occupato.
 
Mariangela Calabrese, Salernitana di origine, vive da diversi anni in provincia di Frosinone. Nella città capoluogo è stata Docente di Discipline Pittoriche presso il locale Liceo Artistico.

Della sua opera si sono occupati, tra gli altri, Duccio Trombadori, Marcello Carlino, Daniela Fraioli, Antonella Nigro, Rocco Zani.  Il Tempo, il Messaggero, Il Mattino, Ciociaria Oggi, Rivista20, World News hanno pubblicato ampie pagine monografiche sul suo lavoro, come pure numerose Riviste d’Arte, giornali on line e Social Network producendo una nutrita SITOGRAFIA reperibile dal sito web: mariangelacalabrese.blogspot.com



 
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