Michela Alesi

Artista
Pavia
Foto del profilo di Michela Alesi
La realizzazione delle opere di Michela Alesi si caratterizza per la ripresa della tecnica novecentesca che è quella del collage creato come ‘trucco’ nelle opere di avanguardia (Cubismo, Futurismo, Surrealismo) per fagocitare la fotografia trasformandosi in questo modo nell’anti-corpo dell’arte figurativa. Le immagini delle riviste patinate vengono così ridotte a materia prima attraverso il ritaglio -con l’ausilio di una forbicina da sarta-  e poi assemblate e plasmate nella tecnica madre del riuso (in decine e decine di micro-ritagli) in netta controtendenza ad un’epoca consumistica.
L’artista si incanala in un solco antico che predilige la miniatura riappropriandosi delle silhouettes dei magazines patinati per riportarle ad una dimensione nuova, non piú seriale ma di bottega in cui gli strumenti non più virtuali -né tanto meno digitali- sono quelli di sempre: forbici e colla.
E’ negli anni ‘90 che Michela Alesi inizia a dedicarsi ad un’intensa attivitá artistica da auto-didatta sperimentando via via diversi stili e tecniche artistiche: dall’arte figurativa astratta (con inchiostro su carta) all’astrattismo (con acrilico) sino ad approdare al collage, tecnica che fará propria perfezionandola nel corso degli anni in un’inedita e personalissima procedura.
Nel 2000 la laurea in storia del teatro sotto la guida di Sisto Dalla Palma fará da spartiacque fra la pregressa produzione artistica e quella a seguire, fortemente influenzata a livello iconografico, dal travestitismo teatrale, dalle illustrazioni Art Deco di Ertè e dalle foto patinate di Serge Lutens.
Dopo il ‘battesimo’ artistico nel 2007 con la doppia personale “CARNALI ARCANI” presso Le Trottoir a Milano, nel 2009 l’artista viene selezionata fra i giovani artisti chiamati ad esporre nella sesta edizione di GEMINE MUSE , rassegna d’arte contemporanea facente parte del Progetto Italia Creativa, in collaborazione con ANCI e GAI . In questa occasione Michela Alesi espone presso il Museo dell’Accademia Ligustica di Genova il trittico “SPIRHABITUS”  ispirandosi alla ‘Madonna del Rosario’ di Giovan Battista Paggi e offrendo una propria interpretazione dell’abito nell’arte e riflettendo sulla funzione di questo come estensione della spiritualità.

Negli anni a seguire l’attività e l’esposizione artistica (in Italia e all’estero) è parallela ad un’attività giornalistica (2008-2016) che porta l’artista a scrivere di arte, spettacolo, moda e design: questi interessi confluiranno visivamente nella sua produzione artistica pur costituendone, concettualmente, l’anticorpo stesso, rappresentando un mondo da cui l’artista decide di prendere le distanze. Lo fa letteralmente, smembrandolo. Ritagliandone dalle pagine patinate abiti, accessori, elementi di design, corpi, volti, labbra, occhi. Tutto viene assemblato e innestato in modo inedito e quasi chirurgico traducendosi in immagini nitide, senza sbavature, in cui i punti di giunzione fra un ritaglio e l’altro scompaiono facendone emergere nuove creature vibranti di fascino, grazia, forza. Carattere. Creature la cui genitura spesso e volentieri attinge a rimandi mitologici, letterari e biblici.

Le creature dei miei collages trovano una nuova dimensione grazie alla scomposizione e alla trasformazione di tutti quegli elementi che, intrappolandole usualmente nelle pagine patinate della moda, le omologa, facendone individui seriali, senza più identità. 
Così modelle, attrici, volti piú (o meno) celebri che prestano all’obiettivo il loro viso per poi vederlo replicato all’infinito in milioni di copie, una volta nei miei collages non possono essere più quelle di prima: rivivono una sola volta, un’unica volta, nella nuova dimensione da me creata per loro. Per liberarle. Per sempre.


I volti si trasformano così in altro da sé per poter sopravvivere, in una sorta di processo bionico in cui lo sguardo si trasfigura partendo dagli occhi, eterocromi, quasi di fascinosi androidi, oppure chiudendoli, coprendoli, per non permettere più a nessuno di impossessarsi della loro anima e svenderla all’infinito. Finalmente adesso è solo loro.

Con i miei collages trasformo le loro gabbie in armature invincibili. Salvifiche.”

 
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