Roberto Caruso

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Roberto Caruso (Pittografo)
I Pittografi sono un gruppo di artisti attivi dal 2015 soprattutto sulle piattaforme web. Il Movimento nasce a seguito della critica che alcuni gruppi specializzati in fotografia i quali, definivano in modo dispregiativo gli autori di foto d’arte “Pittografi”, ovvero né pittori né fotografi.
I nuovi stimoli sopraggiunti grazie al passaggio dalla foto analogica a quella digitale portarono alcuni artisti ad intraprendere una sperimentazione fotografica, per molti versi simile e parallela a quella che già si sperimentava nella realizzazione di foto analogiche con l'aggiunta delle nuove tecniche digitali.
Roberto Caruso, tra i fondatori del Movimento, al tempo della fotografia analogica realizzava le proprie opere partendo da cartoncini ruvidi o da carte per acquarello e dall'uso di emulsioni liquide che di volta in volta venivano spalmate ed esposte su questi supporti fino ad ottenere la composizione voluta. Dopo l'utilizzo di viraggi venivano ritoccate con ecoline o con colori ad acqua. L'opera era unica e irripetibile. Con l'avvento del digitale, dopo un iniziale rifiuto dovuto all'errato concetto che tutti possono fare tutto purché si abbia dimestichezza con il software usato, Roberto Caruso inizia a dare nuovo input alle sue creazioni utilizzando texture fotografate in giro per la città ed agendo in tal modo sull'intero fotogramma.
Tale processo artistico è il procedimento opposto di quello utilizzato da un pittore, il quale parte da una tela bianca per aggiungere man mano elementi e colore, mentre Roberto Caruso parte da svariate foto e texture e agendo sulle trasparenze dà vita alle proprie creazioni.
I       risultato è un'opera inedita, ricca della sensibilità interiore dell'artista, ma allo stesso tempo colma della parte descrittiva propria della fotografia. Le immagini ottenute prive dell'aspetto temporale assumono caratteri onirici, le figure femminili mostrano una sacralità tale da mettere in secondo piano ogni altro aspetto.
Un ulteriore livello di composizione delle opere pittografiche è costituito dalla presenza della musica durante i set fotografici, e la composizione di liriche introspettive, ricche di significati arcaici, che contribuiscono al passaggio dal segno al suono, dall'espressione alla parola.
Con Pittografia si intende quindi la Fotografia concettuale, ovvero partire dal reale per creare una nuova opera, interpretandone realtà ed immagine, raccontandone le vibrazioni spingendosi oltre la visione e l’azione, dando vita ad immagini filtrate e reinterpretate dall’analisi della propria interiorità dove il visibile subisce tensioni trasfiguranti in atmosfere quasi senza contorni.
La Pittografia va oltre il Fotorealismo e l’integrità della scena; le immagini diventano espressione artistica frutto di un passaggio mentale in cui l’artista trasmette il proprio pathos, il proprio intuito psicologico, la propria espressività. Le immagini quindi, più che foto, appaiono come liriche in grado di suscitare emozioni e riflessioni.
Roberto Caruso fin dall’inizio degli anni ‘80 si è dedicato alla sperimentazione fotografica, raggiungendo alti gradi di espressività, ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero ricevendo premi e riconoscimenti.
Di lui hanno scritto e parlato critici e giornalisti.
Mario Luglio Conti scriveva: “Le immagini fotografiche di Roberto Caruso seguono regole precise d’espressione, mai concludendosi nella ripetitività, come un pittore. Immagini raccolte filtrate e reinterpretate. Sono narrazioni introspettiche, dove il visibile subisce tensioni trasfiguranti in atmosfere senza contorni temporali. La fotografia come mezzo immediato di comunicazione, con un linguaggio universale capace di sollecitare riflessioni che valicano i confini dell’aneddotica. Ma Roberto Caruso non è soltanto un bravo fotografo capace di osservare, riprendere e modulare magistralmente i dati ispiratori, egli è un artista che trasmette il proprio pathos, il proprio intuito psicologico, la propria vibrante espressività grafica e coloristica e lo fa con misura, con gusto, eleganza, componendo liriche, più che fotografie armoniche e tonali. Egli muta, come un’alchimista, il silenzio degli spazi, rigenera immagini convertendole in spiritualità...”. 
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