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Classe ’66, è svizzero di nascita, ma dall’età di sei anni vive in Italia, a Giffoni Valle Piana. Mosso da stimoli artistici fin da giovanissimo, ha proiettato i suoi studi verso di essi, fino ad arrivare a Roma per frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Ha, inoltre preso parte a diversi Premi d’Arte, riscontrando plausi e apprezzamenti dalla critica, dal mercato e da importanti personalità, per la compiutezza e, soprattutto, per le tematiche sociali che le sue opere affrontano. Curioso ed eclettico d’animo, Tedesco si è affacciato su diversi bacini di pensiero, avvicinandosi a stili e tecniche spesso in contrasto fra loro. Ma è nel figurativo che il suo spirito si appaga maggiormente; egli lo affronta sia in pittura, alternandosi con sicurezza tra oli, acrilici, gessetti e carboncini, lavorando su tela, carta e legno; sia in scultura, dove adotta gesso, bronzo e resina; sia nella fotografia e progettazione grafica, realizzando interessanti collage e décollage. Con occhi attento e critico, Tedesco osserva ciò che gli accade attorno. Non si di-scosta dal presente, per cercare fantasiosi rifugi, ma lo affronta a piene mani. Sulla scia di Mimmo Rotella e Raymond Hains, egli crea opere-denuncia, frutto delle sue riflessioni nei confronti di una società che troppo spesso opprime, censura, denigra il passato e avvilisce ogni speranza, Tedesco è, però, un ottimista, crede nel prossimo, nel futuro e nella libertà di scelta, e ci invita a fare altrettanto, ripartendo dai valori più puri.

 

Vittorio Sgarbi

 

Lo strappo di Norberto Tedesco, artista svizzero, trapiantato a Giffoni Valle Piana, presentato da Vittorio Sgarbi alla Biennale di Palermo nel 2013. Artista figurativo, con creazioni nate dalla sua incursione nel collage e nel decollage, sulle tracce, ben evidenti, di Rotella e Hains. E' in questo ambito che ricorre a simboli del rinato contesto, sia urbano che familiare, trovando così un modo operativo nella contaminazione dell'arte dalla realtà. La sua ricerca lo porta quindi a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell'aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costruirsi sul retro del manifesto. Gesti al posto di pennelli, lembi di carta lacerata al posto dei colori. E' questo, un modo diretto per affrontare il mondo, impressioni del reale sull'artista che trasforma in negativo la posizione del genio moderno che incarnavano gli espressionisti astratti. L'artista è, innanzitutto un ricettore: nell'artista la società imprime se stessa, l'artista è "impresso" dall'arte, di cui non è più in grado di definire le forme, ma soltanto i vettori, aspirando ad un livello di passività sempre più alto nell'elaborazione della creazione ma, al contrario attivissimo nella sua ricerca di immagini, oggetti e testimonianze, da "combinare". Eccolo il portento operativo di un artista che sa trasformare un prodotto con una sua potenzialità massmediatica in un'opera d'arte vera e propria. Perché Norberto Tedesco sceglie con estrema cura i soggetti, non va certo a caso, guidato da un gusto preciso per modalità cromatiche, per qualità degli oggetti rappresentati, per il valore dei messaggi riproposti. Avremo un'ampia fenomenologia circa l'uso e il trattamento di un'immagine strappata; dall'operazione dello strappo alla ricomposizione di una immagine che avesse una sua identità forte al proprio interno. Per questa via abbiamo la costruzione di un sogno impossibile e della bellezza irraggiungibile. Tedesco come Rotella non trasforma queste immagini in luoghi critici. da questa realtà dinamica, l'artista seleziona inquadrature, preleva frammenti, che propone su diversi supporti. Mostra immagini che assumono il carattere di rilevazioni e al contempo di demistificazione del nostro mondo. Tedesco si mostra consapevole dei cambiamenti sociali in atto, conscio del potere acquisito dall'immagine e la sua creatività, si presenta quindi come espressione del radicamento nella coscienza realista moderna di una iconografia originale, capace di inserirsi in un contesto tradizionale, senza rinunciare allo spirito nuovo, alla rivoluzione di un modo di guardare che essa incarna.

Norberto Tedesco nasce a Davos Platz nel 1966. Si dedica all'arte fin dall'adolescenza e prende parte a mostre personali e collettive. Consegue la maturità artistica nel 1986 e frequenta l'Accademia di Belle Arti di Roma. Numerose sono successivamente le esposizioni (1989 Giffoni Valle Piana; 1995 Avellino; 2010 Atene; 2011 Roma; 2011 Padova; 2012 Reggio Emilia, Milano e Treviso; 2013 Bruxelles; 2014 Firenze, Londra e Palermo; 2017 Lucca e 2018 Salerno ) e rassegne nazionale e internazionali tra cui la Biennale di Palermo nel 2013 e la Biennale di Salerno nel 2015, personale presso Galleria Il Catalogo di Salerno nel 2018, Arte Genova 2020 ArtTalent Show nel 2020.

Predilige il figurativo, con incursioni anche in altri generi. Nei lavori più recenti è il decollage il suo mezzo pittorico di espressione arrivando ad elaborarlo con il decollagemosaico che dà un aspetto "pittorico” alle sue opere malgrado l'uso di frammenti di carta strappati da riviste d'arte; realizza anche "Manifesti di Meditazione" riflessioni sul mondo in cui viviamo. A ciò aggiunge l’attività di volontariato attraverso l’associazione artistico culturale no profit dedicata all’infanzia in difficoltà Angelo Azzurro di cui è fondatore e presidente.

"Faccio arte dal basso, le mie opere sono destinate alla visione e fruizione di tutti, compresa la cosi detta gente comune, con l'intento di comunicare sensazioni e stati d'animo. Ma senza precludermi nessuna via o collocazione.  L’ artista osserva il mondo, le cose e gli avvenimenti che lo circondano con occhio capace di cogliere tutte la sfumature, poi, attraverso il lavoro delle proprie mani cerca di farne partecipi tutti. - Norberto Tedesco"

 
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