opera
32 Metri Quadri di Mare (Mediterraneo)
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | sangue, mediterraneo, migrazione, pascali, mare, europa, confini |
base | 600 cm |
altezza | 12 cm |
profondità | 700 cm |
anno | 2021 |
27 vasche di acciaio inox, pigmento rosso, acqua
Vincitore del premio Mic/Maeci "Cantica 21", questo progetto prende ispirazione da 32 Metri Quadri di Mare Circa (1967) di Pino Pascali e riflette sull’impossibilità, al giorno d’oggi, di immaginare e rappresentare il Mar Mediterraneo senza considerare la sanguinosa crisi migratoria di cui è scenario. Appropriandosi del titolo e del formato dell’opera di Pascali con alcune variazioni, 32 Metri Quadri di Mare (Mediterraneo) consiste in 27 vasche quadrate di acciaio – tante quanti i paesi membri dell’UE – contenenti acqua colorata con diverse concentrazioni di pigmento rosso. L’anilina, il colorante azzurro usato da Pascali per tingere l’acqua, si ossida spontaneamente nel tempo dando luogo a colorazioni rosso-bruno. Tale effetto collaterale diventa il pretesto per riflettere su come noi, europei contemporanei, immaginiamo il nostro mare e se sia possibile separarne il pensiero da quello del sangue dei tanti migranti dispersi.
Unico
Vincitore del premio Mic/Maeci "Cantica 21", questo progetto prende ispirazione da 32 Metri Quadri di Mare Circa (1967) di Pino Pascali e riflette sull’impossibilità, al giorno d’oggi, di immaginare e rappresentare il Mar Mediterraneo senza considerare la sanguinosa crisi migratoria di cui è scenario. Appropriandosi del titolo e del formato dell’opera di Pascali con alcune variazioni, 32 Metri Quadri di Mare (Mediterraneo) consiste in 27 vasche quadrate di acciaio – tante quanti i paesi membri dell’UE – contenenti acqua colorata con diverse concentrazioni di pigmento rosso. L’anilina, il colorante azzurro usato da Pascali per tingere l’acqua, si ossida spontaneamente nel tempo dando luogo a colorazioni rosso-bruno. Tale effetto collaterale diventa il pretesto per riflettere su come noi, europei contemporanei, immaginiamo il nostro mare e se sia possibile separarne il pensiero da quello del sangue dei tanti migranti dispersi.
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