opera
ALLEGORY OF THE CAVE
categoria | Performance |
soggetto | Astratto, Politico/Sociale |
tags | Landscape, Voice, sound art, impromptu choir, Site-specific, interactive |
ore | 1 |
minuti | 0 |
secondi | 0 |
anno | 2017 |
Performance interattiva di improvvisazione corale.
In un’epoca di forme proiettate e di silhouette bidimensionali, risulta quasi banale il parallelismo con il mito platonico della caverna.
Osservandoci vediamo esseri semiciechi incatenati nel buio, gli occhi fissi su proiezioni vuote su uno specchio nero che non riflette chi guarda.
Ciò che ritengo possa essere rivoluzionario nel mito della caverna oggi, è sovvertire il finale.
“Allegory of the cave” rappresenta l’inizio di quel finale inedito.
Si tratta di processione collettiva dentro una grotta (o un ambiente chiuso) immersi nella semioscurità. Non viene utilizzata la parola che è invece sostituita dal silenzio vivo del luogo, dai suoni e dai rumori, e poi dalle voci dei presenti, che guidati in un viaggio sonoro in cui è l’udito a costituire l’elemento di contatto e osservazione.
La capacità di ascolto sottile, ritrovata ed acuita, porta i presenti ad una interconnessione di comunità che non trova precedenti nel nostro quotidiano auto-isolamento.
Una sorta di esodo dai tratti liturgici, in cui il silenzio individuale si fa ascolto collettivo e si trasforma mano mano in canto, in armonia, come un’onda composta di piccole gocce che non possono far altro che aggregarsi per seguire una corrente.
La performance “allegory of the cave”, inizia realmente al termine dell’atto performativo: l’azione vuole infatti essere l’espediente per seminare un germe interno in ciascun presente. Questo germe di curiosità ribelle che spinge il viso a voltarsi verso “il fuori”, verso la luce, volgendo le spalle allo schermo, può e deve essere trasmesso al rientro nella propria “caverna”.
Un contagio virtuoso è possibile nella misura in cui lo si persegua veramente.
L'audio presente nei video, è parte del materiale originale registrato in loco durante le performance live (audience di circa 60 persone).
Si consiglia di utilizzare cuffie o auricolari per una maggiore qualità audio e un ascolto più immersivo.
In un’epoca di forme proiettate e di silhouette bidimensionali, risulta quasi banale il parallelismo con il mito platonico della caverna.
Osservandoci vediamo esseri semiciechi incatenati nel buio, gli occhi fissi su proiezioni vuote su uno specchio nero che non riflette chi guarda.
Ciò che ritengo possa essere rivoluzionario nel mito della caverna oggi, è sovvertire il finale.
“Allegory of the cave” rappresenta l’inizio di quel finale inedito.
Si tratta di processione collettiva dentro una grotta (o un ambiente chiuso) immersi nella semioscurità. Non viene utilizzata la parola che è invece sostituita dal silenzio vivo del luogo, dai suoni e dai rumori, e poi dalle voci dei presenti, che guidati in un viaggio sonoro in cui è l’udito a costituire l’elemento di contatto e osservazione.
La capacità di ascolto sottile, ritrovata ed acuita, porta i presenti ad una interconnessione di comunità che non trova precedenti nel nostro quotidiano auto-isolamento.
Una sorta di esodo dai tratti liturgici, in cui il silenzio individuale si fa ascolto collettivo e si trasforma mano mano in canto, in armonia, come un’onda composta di piccole gocce che non possono far altro che aggregarsi per seguire una corrente.
La performance “allegory of the cave”, inizia realmente al termine dell’atto performativo: l’azione vuole infatti essere l’espediente per seminare un germe interno in ciascun presente. Questo germe di curiosità ribelle che spinge il viso a voltarsi verso “il fuori”, verso la luce, volgendo le spalle allo schermo, può e deve essere trasmesso al rientro nella propria “caverna”.
Un contagio virtuoso è possibile nella misura in cui lo si persegua veramente.
L'audio presente nei video, è parte del materiale originale registrato in loco durante le performance live (audience di circa 60 persone).
Si consiglia di utilizzare cuffie o auricolari per una maggiore qualità audio e un ascolto più immersivo.