COME ISOLATE NUBI

opera
COME ISOLATE NUBI
COME ISOLATE NUBI
categoria Installazione
soggetto Politico/Sociale, Paesaggio, Natura, Figura umana, Bellezza, Astratto, Architettura
tags
base 227 cm
altezza 52 cm
profondità 3 cm
anno 2020
Assemblaggio di stampa con riporto a solvente su organza e stampa fine art su carta Magnani 310 g, cornice di mdf e polimetilmetacrilato. 3 elementi 52,5x72,5x3,5 cm ciascuno.

Il progetto è composto da una serie di opere inedite, diverse per entità e forma. Le opere partendo da una riflessione circa la formazione delle nubi, proseguono analizzando dal punto di vista concettuale la presenza delle stesse nubi in cielo e per estensione, ai limiti dell’impossibile, in ogni altro spazio vuoto, per infine giungere ad indagare come le nubi si relazionano ed interagiscono con l’essere umano e sulla sua identità. La presenza della nube si fa corpo nel vuoto del cielo, svuotando totalmente la corporeità umana e facendone un’assenza. Con il vuoto causato dal distanziamento sociale, ma purtroppo anche dalla scomparsa di una intera generazione che sta soccombendo al virus, parlare di “dissipazione”, dal romanzo “Dissipatio H.G.” di Guido Morselli, in cui il termine dissipatio assume valenza di evaporazione per descrivere l’improvvisa ed enigmatica sparizione del genere umano, ad eccezione del protagonista, è ancora più attuale e stringente. “Come isolate nubi” è una serie di tre assemblaggi di organza su carta, 50x70 cm. Nella serie immagini di nubi velano in un crescendo, prima due spazi vuoti, successivamente due spazi più o meno vissuti e infine i volti di due persone, focalizzando la perenne tensione - perché non si tratta di uno scontro tra fattori contrapposti, ma di una compresenza nella quale i limiti dei fattori stessi di fanno labili - tra presenza e assenza, tra pieno e vuoto. Talvolta il vuoto è troppo vuoto anche per Calipso e Odisseo, che nei “Dialoghi con Leucò” di Pavese, sottolineano quanto l’assenza stessa si faccia profondamente sentire. “In questo vuoto non c’è nulla da rimpiangere, bada. Ma non senti anche tu certi giorni un silenzio, un arresto, che è come la traccia di un’antica tensione e presenza scomparse?”. Sempre in “Dialoghi con Leucò”, traspare nello scambio tra Tiresia ed Edipo l’esistenza di un senso, di una motivazione al manifestarsi delle nubi in cielo. Le nubi sono una presenza percepibile nel vuoto del cielo e di conseguenza in ogni altro spazio considerato tale. Le nubi sono una traccia di un qualcosa solo apparentemente scomparso, che si manifesta, che va incontro e si pone davanti allo sguardo dei due protagonisti, ma anche al nostro, adombrandoci tutti: “Devo ricordarmi. È il passato che è venuto a me, come una nuvola, viene per essere riconosciuto: solo che non riesco a decifrarlo”, sottolinea una voce fuoricampo nel racconto “Nessuno, nessuna” tratto da “La terza sponda del fiume” di Guimarães Rosa. La videoinstallazione “Nucleazione e Stratificazione” costituita da un continuo time-lapse e da uno scambio tra virtuale e reale, tra il video e i 106 elementi 15,5x20,5 cm disposti a parete. Le nubi e le nebbie si formano per condensazione del vapore acqueo su particelle atmosferiche dette appunto nuclei di condensazione. Il processo di nucleazione fa sì che i componenti che costituiscono queste particelle siano incorporati nelle goccioline, così come i pigmenti vengono incorporati sulla carta o sul velo d’organza, grazie alla presenza di un liquido. La sommatoria dei vari nuclei di condensazione, dà luogo a un accrescimento e una stratificazione di nubi sempre più complesse ed elementi installativi sempre più compositi. Il fenomeno della nucleazione, è uno dei meccanismi attraverso cui può avvenire una transizione, un cambiamento di stato della materia, lo stesso cambiamento di stato, che concettualmente e materialmente avviene nella composizione dell’opera d’arte. La videoinstallazione rappresenta quindi il processo di formazione e sviluppo delle nubi così come il processo di realizzazione dell’intero progetto e più in generale ogni processo artistico. Il dittico “Dissipazione (Forma cava & Nube corpo)” presenta due grandi opere tridimensionali 70x50x5 cm, assemblaggio di due immagini fotografiche rielaborate digitalmente e stampate su stoffa e organza, dove la presenza della nube si fa corpo nel vuoto del cielo, svuotando totalmente la corporeità umana e facendone un’assenza. A partire dal romanzo “Dissipatio H.G.” di Morselli, in cui il termine dissipatio assume valenza di evaporazione per descrivere l’improvvisa ed enigmatica sparizione del genere umano, ad eccezione del protagonista, si crea un ponte con il romanzo “Un altro mare” di Magris, dove invece il protagonista vive l’esperienza della dissipazione: “Enrico alza gli occhi dal foglio, in cielo passa una grande, folta nuvola, gli sembra il suo corpo che galleggia lassù e se ne va per conto suo. Lui, semisdraiato a terra, è una forma cava, l’impronta di un qualcosa che gli è stata portata via”. Terra e cielo, come nello scambio tra Tiresia ed Edipo in “Dialoghi con Leucò”: “Non sai ancora che sotto la terra c’è roccia e che il cielo più azzurro è il più vuoto. Per chi come me non ci vede, tutte le cose sono un urto, non altro”. Il non vedere - o la nube che altera, che mangia l’immagine corporea, la dissipazione, la decostruzione della propria identità o maschera, reale o ingannevole, è il pretesto per una riflessione profonda sull’esistenza e il vivere contemporaneo. Da questa citazione prende spunto anche la piccola installazione a parete “Il cielo più azzurro è il più vuoto”, 100 carte 20,5x15,5 cm colorate con ecoline, alfa e omega del progetto.

artista
Federica Gonnelli
Artista, Firenze
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