DeltaPoRoad 1 – Teoria e Pratica della Percezione – Foto-Scultura da vedere e da toccare

opera
DeltaPoRoad 1 – Teoria e Pratica della Percezione – Foto-Scultura da vedere e da toccare
DeltaPoRoad 1 – Teoria e Pratica della Percezione – Foto-Scultura da vedere e da toccare
categoria Fotografia
soggetto Astratto
tags naturale-artificiale, foto-scultura, identità del territorio, post-fotografia, materia urbana, materiali industriali, carta catramata , multisensory work, arte multisensoriale, fotografia, percezione, tracce, asfalto, vetro-asfalto
base 50 cm
altezza 75 cm
profondità 4 cm
anno 2012
Tutte le Percezioni sono ricostruzioni mentali, ma una conoscenza non è lo specchio della realtà.

Ho la fortuna di vivere nel Parco del Delta del Po, una terra strappata con fatica al mare, dove natura e artificio si intrecciano in un equilibrio fragile. Secoli di bonifiche, argini e idrovore hanno modellato il paesaggio, rendendolo coltivabile, abitabile e meta di un turismo in cerca di natura, autenticità, esperienza.

Oggi, con i suoi 70.000 abitanti e oltre 2.000 km di strade asfaltate, il Parco è un territorio vissuto, attraversato, trasformato. Eppure, nelle immagini diffuse sul web queste strade non esistono, sembrano dissolversi, come se un paesaggio incontaminato fosse più accettabile, più desiderabile.

Ma questa omissione non è casuale: riflette un meccanismo mentale che tende a escludere l’asfalto dall’immaginario di un ambiente naturale. Eppure, il Delta del Po stesso è un'opera dell’uomo. Il Taglio di Porto Viro, nel 1604, ne ha deviato il corso, mutandone la morfologia; gli imponenti argini disciplinano le acque, le instancabili idrovore lo mantengono vivibile.

Possiamo davvero fidarci della nostra percezione? Il Delta del Po è naturale o artificiale? L’asfalto è un’intrusione o una necessità? La selezione, l’esclusione, il filtraggio della realtà per costruire una visione sono tra i meccanismi più insidiosi del pensiero umano.

DeltaPoRoad non offre risposte, ma invita l’osservatore a mettere in discussione le proprie certezze. Attraverso queste Foto-Sculture da vedere e da toccare, apre un dialogo sulla natura ambigua della percezione e sulla fragilità della nostra lettura del mondo.

Stampate su supporto catramato, queste opere fotografiche non si limitano a essere osservate: invitano il pubblico a toccarle, a percepirne la matericità, affinando attraverso il tatto l’esperienza della consapevolezza. Per la loro costituzione e per la loro unicità, tali opere possono essere definite vere e proprie sculture da appendere.
Tecnica: Stampa fotografica Inkjet su pannello di vetro-asfalto - Tiratura 1/1
artista
Fabio Negri
Fotografo, Ariano nel Polesine
Foto del Profilo
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exibart prize N5
ideato e organizzato da exibartlab srl,
Via Placido Zurla 49b, 00176 Roma - Italy
 
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