opera
Different seasons
categoria | Installazione |
soggetto | Figura umana |
tags | memoria; infanzia; dolore; scomparsa |
base | 14 cm |
altezza | 14 cm |
profondità | 8 cm |
anno | 2021 |
L’opera è sviluppata su due livelli - coperchio e parte interna - di una scatola di biscotti.
Il contenitore è stato scelto per il suo contenuto originariamente dolce e confortevole, in una risignificazione crudele e agrodolce.
A una prima lettura infatti l’opera si presenta chiusa e solo successivamente aprendola si accede al suo contenuto e all’ulteriore livello di significato. Sul coperchio, decorato originariamente con spighe, piante, fiori e libellule, sono presenti delle delicate scarpette da bambino: è la spensieratezza, la libertà e l’infanzia inconsapevole, che non può immaginare la crudeltà del mondo, una piccola storia minuta e personale, ma è anche il simbolo della capacità della nostra memoria di “addolcire” il passato e mitizzare l’infanzia.
Fa contraltare alla positività dell’esterno il contenuto della scatola, consapevolezza della perdita, circondato da una rete a simboleggiare la costrizione.
Sul fondo della scatola la fotografia reale in bianco e nero di un cumulo di scarpe (effettuata all’interno di una ex fabbrica trentina) è il simbolo di un “assembramento” forzato e allo stesso tempo perdita dell’identità individuale, come pure le colorate valigie - applicate sopra - senza proprietario e tristemente abbandonate sopra di esse. La stampa fotografica non è stata volutamente consolidata: l’obiettivo è il progressivo sbiadimento dell’immagine, fino alla sua scomparsa, che è scomparsa della memoria stessa delle singole storie individuali.
Chiuse dalla rete che le circonda ci sono storie che si è cercato di annullare, in una rimozione collettiva della memoria.
Tenendo chiusa la scatola e limitando l’effetto dell’aria e della polvere, potremmo forse conservarla.
L’opera è quindi una capsula del tempo, una reliquia di un tempo buio che non dobbiamo dimenticare.
Il contenitore è stato scelto per il suo contenuto originariamente dolce e confortevole, in una risignificazione crudele e agrodolce.
A una prima lettura infatti l’opera si presenta chiusa e solo successivamente aprendola si accede al suo contenuto e all’ulteriore livello di significato. Sul coperchio, decorato originariamente con spighe, piante, fiori e libellule, sono presenti delle delicate scarpette da bambino: è la spensieratezza, la libertà e l’infanzia inconsapevole, che non può immaginare la crudeltà del mondo, una piccola storia minuta e personale, ma è anche il simbolo della capacità della nostra memoria di “addolcire” il passato e mitizzare l’infanzia.
Fa contraltare alla positività dell’esterno il contenuto della scatola, consapevolezza della perdita, circondato da una rete a simboleggiare la costrizione.
Sul fondo della scatola la fotografia reale in bianco e nero di un cumulo di scarpe (effettuata all’interno di una ex fabbrica trentina) è il simbolo di un “assembramento” forzato e allo stesso tempo perdita dell’identità individuale, come pure le colorate valigie - applicate sopra - senza proprietario e tristemente abbandonate sopra di esse. La stampa fotografica non è stata volutamente consolidata: l’obiettivo è il progressivo sbiadimento dell’immagine, fino alla sua scomparsa, che è scomparsa della memoria stessa delle singole storie individuali.
Chiuse dalla rete che le circonda ci sono storie che si è cercato di annullare, in una rimozione collettiva della memoria.
Tenendo chiusa la scatola e limitando l’effetto dell’aria e della polvere, potremmo forse conservarla.
L’opera è quindi una capsula del tempo, una reliquia di un tempo buio che non dobbiamo dimenticare.