opera
Dormire con artista
categoria | Performance |
soggetto | Figura umana |
tags | |
ore | 3 |
minuti | 0 |
secondi | 0 |
anno | 2018 |
Ho dormito su tantissimi letti diversi da piccola. Mia madre è sempre stata molto fiera del fatto che non facevo mai storie ovunque mi avesse lasciata a dormire, sia che questa fosse stata la casa di amici o parenti. Ero una bambina cordiale, sorridevo a tutti, dormivo in qualunque posto. A 14 anni, ho cominciato a dormire nel dormitorio del liceo, dormivo con 5 ragazze della mia età: a me era capitato il piano più basso di un letto a castello. Quando la ragazza sopra di me guardava un romanzo, scoppiava a ridere spesso all’improvviso, battendo i piedi sul letto tutto fatto a legno, e il movimento come un piccolo terremoto mi svegliava ogni volta. Quando ho avuto il ciclo per la prima volta, un’altra delle ragazze mi faceva dormire con lei, sul piano superiore di un altro letto a castello, largo circa 90 centimetri, e passava gran parte delle serate a spiegarmi come dovevo comportarmi a riguardo.
Nel 2016, durante il mio Erasmus a Madrid, ho conosciuto una ragazza cinese, ci eravamo viste poche volte, ma a lei serviva un posto dove dormire per tre notti perché il suo contratto d’affitto si era concluso. Io avevo un letto singolo e perciò abbiamo dormito assieme 3 notti abbracciandoci per potere stare tutte e due nel letto. Provavo una sensazione strana e famigliare, anche se non la conoscevo bene, in quei giorni abbiamo chiacchierato tanto e molto profondamente.
A volte dormire con una persona è troppo difficile, altre volte molto facile, però condividere un posto così intimo con uno sconosciuto è qualcosa di difficile da accettare. Il letto è il luogo in cui troviamo la sicurezza e la tranquillità, è il simbolo della protezione, del possesso e della casa. Rompere questa protezione è anche un gesto forte e coraggioso, sono stata molto incuriosita dalle persone che hanno voluto provare la performance ‘dormire con l’artista’, anche delle loro reazioni psicologica.
La performance è durata 3 ore all’interno della galleria MA&EC durante la mia mostra personale.
Quando è cominciata la performance, stavo immobile su una parte del letto matrimoniale, mentre chiudevo gli occhi restando immobile. Dopo un po’ è arrivata la prima persona. Quando questa persona si è avvicinata a me, il mio cuore batteva sempre più forte: non immaginavo che quando si sarebbe sdraiata accanto a me avrei potuto ascoltare ogni suo respiro e che ogni movimento minimo sarebbe diventato molto grande. Poi sono arrivate la seconda, la terza e così via. A un certo punto, ho iniziato a perdere punti di riferimento e non padroneggiavo più lo scorrere del tempo. Ogni persona veniva, dormiva con me e poi se ne andava, certe volte confondevo l’arrivo e la partenza delle persone: eravamo circondati dalla mia installazione, dalle mie opere, associavo la performance e la visita della mostra. La gente di solito entra in galleria a visitare la mostra e poi se ne va, in quel momento invece la gente veniva sul mio letto, dormiva e se ne andava. La mostra non esisteva per me, era una condivisione visiva e culturale, e la condivisione era proprio al centro di questa performance.
Al suo termine non avevo idea che fossero già passate 3 ore, anche se restare immobile in un letto è qualcosa di terribilmente intollerabile.
Nel 2016, durante il mio Erasmus a Madrid, ho conosciuto una ragazza cinese, ci eravamo viste poche volte, ma a lei serviva un posto dove dormire per tre notti perché il suo contratto d’affitto si era concluso. Io avevo un letto singolo e perciò abbiamo dormito assieme 3 notti abbracciandoci per potere stare tutte e due nel letto. Provavo una sensazione strana e famigliare, anche se non la conoscevo bene, in quei giorni abbiamo chiacchierato tanto e molto profondamente.
A volte dormire con una persona è troppo difficile, altre volte molto facile, però condividere un posto così intimo con uno sconosciuto è qualcosa di difficile da accettare. Il letto è il luogo in cui troviamo la sicurezza e la tranquillità, è il simbolo della protezione, del possesso e della casa. Rompere questa protezione è anche un gesto forte e coraggioso, sono stata molto incuriosita dalle persone che hanno voluto provare la performance ‘dormire con l’artista’, anche delle loro reazioni psicologica.
La performance è durata 3 ore all’interno della galleria MA&EC durante la mia mostra personale.
Quando è cominciata la performance, stavo immobile su una parte del letto matrimoniale, mentre chiudevo gli occhi restando immobile. Dopo un po’ è arrivata la prima persona. Quando questa persona si è avvicinata a me, il mio cuore batteva sempre più forte: non immaginavo che quando si sarebbe sdraiata accanto a me avrei potuto ascoltare ogni suo respiro e che ogni movimento minimo sarebbe diventato molto grande. Poi sono arrivate la seconda, la terza e così via. A un certo punto, ho iniziato a perdere punti di riferimento e non padroneggiavo più lo scorrere del tempo. Ogni persona veniva, dormiva con me e poi se ne andava, certe volte confondevo l’arrivo e la partenza delle persone: eravamo circondati dalla mia installazione, dalle mie opere, associavo la performance e la visita della mostra. La gente di solito entra in galleria a visitare la mostra e poi se ne va, in quel momento invece la gente veniva sul mio letto, dormiva e se ne andava. La mostra non esisteva per me, era una condivisione visiva e culturale, e la condivisione era proprio al centro di questa performance.
Al suo termine non avevo idea che fossero già passate 3 ore, anche se restare immobile in un letto è qualcosa di terribilmente intollerabile.