opera
Sabotage of a working day
| categoria | Scultura |
| soggetto | Paesaggio |
| tags | ufficio, paesaggio, scultura |
| base | 0 cm |
| altezza | 0 cm |
| profondità | 0 cm |
| anno | 2025 |
Cemento, resina cementizia, terracotta, ceramica smaltata, polvere di marmo, sabbia, cavi d’acciaio, alluminio, viti, morsetti elettrici, cavi elettrici, motore elettrico, acrilico, cuffie, media misti. Dimensioni variabili, forma variabile.
Sabotage of a working day esplora le relazioni tra corpi, strumenti quotidiani da lavoro e paesaggi. L’opera immagina il crollo dei confini visivi tra interni — siano essi domestici o spazi d’ufficio — in una vegetazione spontanea e incontrollata: una macchina crepata o un nuovo corpo perfetto ma non funzionale.
In Sabotage of a working day, le ruote delle sedie ergonomiche da ufficio, come per magia — o per protesta — assumono l’aspetto di una gigantesca pianta meccanica: fiorente, rampicante e invasiva, che discende dal soffitto e si diffonde negli angoli e sulle pareti.
Indagando il potenziale scultoreo degli oggetti quotidiani, la ruota della sedia subisce un processo di trasformazione e de-funzionalizzazione, passando da oggetto comune e progettato con efficienza a matrice scultorea di un corpo caotico e vivente. Questa nuova forma viene creata attraverso molteplici calchi delle ruote, riprodotte in ceramica e resine a base cementizia. La materialità scultorea nasce da un processo di produzione seriale che replica la fabbricazione industriale dell’oggetto originale, ma acquista vita attraverso l’usura e la graduale distruzione degli stampi durante la replicazione continua — generando errori e deformazioni. Questo approccio basato sul processo sfida la razionalità della produzione su larga scala. Le forme risultanti vengono poi legate tra loro da fili elettrici, cavi USB e cordoni d’acciaio.
Sabotage of a working day è concepito come una scultura modulare capace di adattare forma e scala in risposta diretta alle condizioni spaziali, strutturali e architettoniche del contesto espositivo.
Sabotage of a working day esplora le relazioni tra corpi, strumenti quotidiani da lavoro e paesaggi. L’opera immagina il crollo dei confini visivi tra interni — siano essi domestici o spazi d’ufficio — in una vegetazione spontanea e incontrollata: una macchina crepata o un nuovo corpo perfetto ma non funzionale.
In Sabotage of a working day, le ruote delle sedie ergonomiche da ufficio, come per magia — o per protesta — assumono l’aspetto di una gigantesca pianta meccanica: fiorente, rampicante e invasiva, che discende dal soffitto e si diffonde negli angoli e sulle pareti.
Indagando il potenziale scultoreo degli oggetti quotidiani, la ruota della sedia subisce un processo di trasformazione e de-funzionalizzazione, passando da oggetto comune e progettato con efficienza a matrice scultorea di un corpo caotico e vivente. Questa nuova forma viene creata attraverso molteplici calchi delle ruote, riprodotte in ceramica e resine a base cementizia. La materialità scultorea nasce da un processo di produzione seriale che replica la fabbricazione industriale dell’oggetto originale, ma acquista vita attraverso l’usura e la graduale distruzione degli stampi durante la replicazione continua — generando errori e deformazioni. Questo approccio basato sul processo sfida la razionalità della produzione su larga scala. Le forme risultanti vengono poi legate tra loro da fili elettrici, cavi USB e cordoni d’acciaio.
Sabotage of a working day è concepito come una scultura modulare capace di adattare forma e scala in risposta diretta alle condizioni spaziali, strutturali e architettoniche del contesto espositivo.











