opera
Garage Olimpo
categoria | Altro |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | fotografia#carta giapponese#libro d'artista# |
base | 63 cm |
altezza | 91 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2016 |
Libro, carta giapponese (Kawasaka), stampa Ink Jet Canon Pixma,
Inserto in carta giapponese Kawasaka
Negli anni Settanta /Ottanta, durante il regime militare di Videla in Argentina, scomparvero innumerevoli ragazzi - desaparecidos - rapiti e uccisi durante i cosidetti voli della morte in cui sedati, venivano gettati in mare, cancellando identità e corpi.
Nello specifico il lavoro parla di Novanta giovani argentini tenuti in uno spazio di detenzione, Garage Olimpo, narrato dall’omonimo film di Marco Bechis nel 1999.
Un libro raccoglie novanta fotografie di altrettanti teli bagnati, ognuno con un differente drappeggio e i nomi e la data di scomparsa di ciascuno. All’interno è presente un pieghevole in cui si ha un quadro di insieme delle novante fotografie.
I teli, unica traccia dei ragazzi in fondo al mare, da una parte restituiscono un’ultima loro drammatica presenza, dall’altra la mancanza del volto e del corpo reale amplifica il dramma della cancellazione della loro identità, l’assenza di un corpo anche senza vita da restituire ai familiari.
Ulteriori infiniti teli sarebbero necessari per un analogo dramma, attualizzato nei recenti viaggi della speranza che quotidianamente attraversano il Mediterraneo, che al pari di un buco nero diventa luogo di cancellazione, sparizione e annullamento di vite, desideri e illusioni.
Inserto in carta giapponese Kawasaka
Negli anni Settanta /Ottanta, durante il regime militare di Videla in Argentina, scomparvero innumerevoli ragazzi - desaparecidos - rapiti e uccisi durante i cosidetti voli della morte in cui sedati, venivano gettati in mare, cancellando identità e corpi.
Nello specifico il lavoro parla di Novanta giovani argentini tenuti in uno spazio di detenzione, Garage Olimpo, narrato dall’omonimo film di Marco Bechis nel 1999.
Un libro raccoglie novanta fotografie di altrettanti teli bagnati, ognuno con un differente drappeggio e i nomi e la data di scomparsa di ciascuno. All’interno è presente un pieghevole in cui si ha un quadro di insieme delle novante fotografie.
I teli, unica traccia dei ragazzi in fondo al mare, da una parte restituiscono un’ultima loro drammatica presenza, dall’altra la mancanza del volto e del corpo reale amplifica il dramma della cancellazione della loro identità, l’assenza di un corpo anche senza vita da restituire ai familiari.
Ulteriori infiniti teli sarebbero necessari per un analogo dramma, attualizzato nei recenti viaggi della speranza che quotidianamente attraversano il Mediterraneo, che al pari di un buco nero diventa luogo di cancellazione, sparizione e annullamento di vite, desideri e illusioni.