opera
Il libro delle ombre
categoria | Altro |
soggetto | Astratto |
tags | pittura, carta, ombre, inconscio |
base | 27 cm |
altezza | 17 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2023 |
Le ombre di questo libro sono quelle dell'inconscio. Sono i demoni che abitano la carne e determinano ossessioni, i comportamenti, i sentimenti. Sono piccoli ritratti automatici della parte nascosta di una persona. Disegni come ombre della parte più nascosta dell'essere.
"Esiste un libro d'arte, un'opera visiva divisa in in 121 pagine egualmente permeate da un buio vibrante.
Ognuno di questi episodi esprime una versione differente dell'oscurità annidata nel non detto. Questo costituisce un volto; cioè a dire una traccia inedita ma comunque sempre simile a se stessa.
Il volto, la macchia e le sue innumerevoli versioni propongono uno schema organico dell'archetipo, un sempre nuovo punto di vista sulla ripetizione del male.
La ricerca di Alice Padovani in questo caso si fa primordiale, si sporca un poco per visitare un luogo nel quale rara è quella raffinatezza e pulizia che contraddistingue molto della sua produzione passata.
Le ombre si muovono, sono plastiche e insondabili. Hanno una loro vita interiore che condividono l'una con l'altra; il vivente incontra il morente e ne scaturisce un incedere di totem connessi alla semipermeabilità cellulare. Membrane, diaframmi, tessuti connettivi in generazione e in decadimento. Il morente alimenta il vivente, che lo trasporta verso una nuova morte in un ciclo eterno di assimilazione e restituzione del trauma; cambia solo il come esso viene restituito: uguale ma diverso."
"Esiste un libro d'arte, un'opera visiva divisa in in 121 pagine egualmente permeate da un buio vibrante.
Ognuno di questi episodi esprime una versione differente dell'oscurità annidata nel non detto. Questo costituisce un volto; cioè a dire una traccia inedita ma comunque sempre simile a se stessa.
Il volto, la macchia e le sue innumerevoli versioni propongono uno schema organico dell'archetipo, un sempre nuovo punto di vista sulla ripetizione del male.
La ricerca di Alice Padovani in questo caso si fa primordiale, si sporca un poco per visitare un luogo nel quale rara è quella raffinatezza e pulizia che contraddistingue molto della sua produzione passata.
Le ombre si muovono, sono plastiche e insondabili. Hanno una loro vita interiore che condividono l'una con l'altra; il vivente incontra il morente e ne scaturisce un incedere di totem connessi alla semipermeabilità cellulare. Membrane, diaframmi, tessuti connettivi in generazione e in decadimento. Il morente alimenta il vivente, che lo trasporta verso una nuova morte in un ciclo eterno di assimilazione e restituzione del trauma; cambia solo il come esso viene restituito: uguale ma diverso."