opera
I’m Too Glad To Drip In Front Of You
categoria | Fotografia |
soggetto | Astratto, Politico/Sociale |
tags | #performance #mailart #conceptualart |
base | 10 cm |
altezza | 15 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2020 |
L’azione origina da un interrogarsi intorno alla facoltà catartico-evocativa e suscettibile di riflessione empatica attribuibile al minimo, intimo e quotidiano gesto del lacrimare, qualora esso venga posto sul piano della (rap)presentazione a livello visivo. Una riflessione emotiva, di cui all’interno dell’opera intermediale “I’m too sad to tell you” - realizzata nel 1970 dall’artista concettuale olandese Bas Jan Ader - è negata l’origine.
La medesima pratica di sparizione può investire l’atto in questione nel momento in cui ne venga rimossa non più unicamente la causa, ma altresì la sua stessa manifestazione fisiologica, che si fa sintomo di un tentativo di recupero in extremis di una stratificazione semantica dalla connotazione essenzialmente tardo - romantica, e legata all’accettazione eroica di una forma di sentimentalismo universale.
Un sentimentalismo che si pone antiteticamente rispetto alle pratiche concettuali più recenti ed alla medesima eco di quello sberleffo di matrice dadaista (soltanto ad un primo sguardo superficiale accostabile agli interventi di Ader) da cui esse muovono tutt’ora, ma il quale, calato all’interno di questo particolare momento storico in cui siamo portati a una ridefinizione radicale seppur silenziosa delle dinamiche fondanti l’esistenza del singolo così come la relazione, risulta quanto mai attuale.
A tale forma espressiva va allora a sostituirsi lo stratificare materico e fisico-concreto, oltre che concettuale, dato dal dripping di cera, configuratosi quale primo elemento di proiezione artistica ed esistenziale all’interno della mia ricerca, generato da un’ulteriore componente performativa (altrettanto essenziale e necessaria ad avviare il processo di combustione di una candela ed al suo cristallizzarsi sopra ai miei occhi).
La performance, come era valso in precedenza per l’intervento pionieristico da cui essa pone le premesse, viene a sua volta cristallizzata nello spazio-tempo dello scatto fotografico, che si fa così documento sulla base del quale avviare una pratica di trascrizione emozionale (oltre che poetica) totalmente libera e catartica.
Nei frammenti ora stratificati sul mio stesso volto quest’ultima trova infatti espressione concreta, e sul loro per(e)sistere all’interno del contesto sociale e culturale in cui attualmente viviamo fonda una ricerca che trova corrispondenza nell’atto creativo marginale.
Quest’ultimo si identifica qui a sua volta nel tracciato di inedite geografie esistenziali, forse le stesse che aveva tentato di percorrere l’autore di “In search of the miraculous” nel 1975, e le quali si traducano in altrettante ipotesi di futuro fondate sulla fruizione di materiale artistico a mezzo postale.
Si tratta in tal caso di una stampa fotografica documentante il momento chiave e più esplicativo per quel che concerne il lavoro, adottata per la realizzazione di una cartolina d’artista su cui siano riportate (sia fronte che retro) la sigla che va a racchiudere concettualmente tutta la mia produzione – Per(e)sistenza Di Frammenti (PDF) per l’appunto – oltre all’ulteriore impiego della plastik cera al fine di sigillare all’interno del frammento costituente il lavoro il timbro statale che si fa garante della sua sp(ed)arizione.
Intervento performativo e mail artistico.
Cartolina d’artista (stampa fotografica adattata a retro di cartolina commerciale, inchiostro, francobollo affisso tramite dripping di cera e spedizione postale).
Pezzo unico.
La medesima pratica di sparizione può investire l’atto in questione nel momento in cui ne venga rimossa non più unicamente la causa, ma altresì la sua stessa manifestazione fisiologica, che si fa sintomo di un tentativo di recupero in extremis di una stratificazione semantica dalla connotazione essenzialmente tardo - romantica, e legata all’accettazione eroica di una forma di sentimentalismo universale.
Un sentimentalismo che si pone antiteticamente rispetto alle pratiche concettuali più recenti ed alla medesima eco di quello sberleffo di matrice dadaista (soltanto ad un primo sguardo superficiale accostabile agli interventi di Ader) da cui esse muovono tutt’ora, ma il quale, calato all’interno di questo particolare momento storico in cui siamo portati a una ridefinizione radicale seppur silenziosa delle dinamiche fondanti l’esistenza del singolo così come la relazione, risulta quanto mai attuale.
A tale forma espressiva va allora a sostituirsi lo stratificare materico e fisico-concreto, oltre che concettuale, dato dal dripping di cera, configuratosi quale primo elemento di proiezione artistica ed esistenziale all’interno della mia ricerca, generato da un’ulteriore componente performativa (altrettanto essenziale e necessaria ad avviare il processo di combustione di una candela ed al suo cristallizzarsi sopra ai miei occhi).
La performance, come era valso in precedenza per l’intervento pionieristico da cui essa pone le premesse, viene a sua volta cristallizzata nello spazio-tempo dello scatto fotografico, che si fa così documento sulla base del quale avviare una pratica di trascrizione emozionale (oltre che poetica) totalmente libera e catartica.
Nei frammenti ora stratificati sul mio stesso volto quest’ultima trova infatti espressione concreta, e sul loro per(e)sistere all’interno del contesto sociale e culturale in cui attualmente viviamo fonda una ricerca che trova corrispondenza nell’atto creativo marginale.
Quest’ultimo si identifica qui a sua volta nel tracciato di inedite geografie esistenziali, forse le stesse che aveva tentato di percorrere l’autore di “In search of the miraculous” nel 1975, e le quali si traducano in altrettante ipotesi di futuro fondate sulla fruizione di materiale artistico a mezzo postale.
Si tratta in tal caso di una stampa fotografica documentante il momento chiave e più esplicativo per quel che concerne il lavoro, adottata per la realizzazione di una cartolina d’artista su cui siano riportate (sia fronte che retro) la sigla che va a racchiudere concettualmente tutta la mia produzione – Per(e)sistenza Di Frammenti (PDF) per l’appunto – oltre all’ulteriore impiego della plastik cera al fine di sigillare all’interno del frammento costituente il lavoro il timbro statale che si fa garante della sua sp(ed)arizione.
Intervento performativo e mail artistico.
Cartolina d’artista (stampa fotografica adattata a retro di cartolina commerciale, inchiostro, francobollo affisso tramite dripping di cera e spedizione postale).
Pezzo unico.