opera
I’m yours and I’m not yours.
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto, Natura |
tags | |
base | 300 cm |
altezza | 18 cm |
profondità | 30 cm |
anno | 2023 |
Barre d'acciaio, ceramica smaltata, carta
Nella teoria dell’evoluzione, Darwin sostiene che durante la riproduzione ogni nuova specie si sviluppa a partire da alcuni errori e piccole mutazioni genetiche.
L’idea di queste recenti forme plastiche prova a seguire un processo simile. Nel mio caso, al fine di generare nuove strutture ibride, sono utilizzati pattern e modelli basati su gusci di gasteropodi e amplificati gli errori e le configurazioni formali.
Gli elementi scultorei sono attraversati da una barra di acciaio che si esprime in una curva e stabilisce legami alternativi fra superficie epidermica, spazio e atmosfera.
Un simile processo di ricombinazione delle forme richiama i recenti progressi dell'intelligenza artificiale, la quale attinge ad un bacino di informazioni digitali in continua espansione, per passare a una elaborazione estremamente raffinata, in grado di produrre risposte e immagini sempre più aderenti alle attuali esigenze socio-culturali.
Un altro elemento dell’installazione, sulla parete vicina agli elementi poggiati sul pavimento, è il testo di un dialogo dal quale è tratto il titolo “I’m yours and I’m not yours.”. La conversazione riportata è tratta da "Her", film di Spike Jonze del 2013, in cui il protagonista sperimenta sentimenti d’amore e gelosia nei confronti di una macchina per essersi innamorato del proprio computer.
Nella teoria dell’evoluzione, Darwin sostiene che durante la riproduzione ogni nuova specie si sviluppa a partire da alcuni errori e piccole mutazioni genetiche.
L’idea di queste recenti forme plastiche prova a seguire un processo simile. Nel mio caso, al fine di generare nuove strutture ibride, sono utilizzati pattern e modelli basati su gusci di gasteropodi e amplificati gli errori e le configurazioni formali.
Gli elementi scultorei sono attraversati da una barra di acciaio che si esprime in una curva e stabilisce legami alternativi fra superficie epidermica, spazio e atmosfera.
Un simile processo di ricombinazione delle forme richiama i recenti progressi dell'intelligenza artificiale, la quale attinge ad un bacino di informazioni digitali in continua espansione, per passare a una elaborazione estremamente raffinata, in grado di produrre risposte e immagini sempre più aderenti alle attuali esigenze socio-culturali.
Un altro elemento dell’installazione, sulla parete vicina agli elementi poggiati sul pavimento, è il testo di un dialogo dal quale è tratto il titolo “I’m yours and I’m not yours.”. La conversazione riportata è tratta da "Her", film di Spike Jonze del 2013, in cui il protagonista sperimenta sentimenti d’amore e gelosia nei confronti di una macchina per essersi innamorato del proprio computer.