opera
In un battito d’ali
categoria | Installazione |
soggetto | Natura, Animale, Politico/Sociale |
tags | |
base | 300 cm |
altezza | 214 cm |
profondità | 99 cm |
anno | 2024 |
L’opera è stata realizzata in memoria del quindicennale del terremoto di L’Aquila. Scelta dalla Fondazione MAXXI in occasione della commemorazione. L’installazione dal titolo “In un battito d’ali” è stata presentata nella omonima mostra nella sede del Museo MAXXI L’Aquila che si è tenuta dal 5 aprile al 12 maggio 2024. Un'opera commemorativa che trascina indietro, fa tornare a quelle sensazioni, a quelle emozioni, a quel dolore, un'opera che però guarda al presente ed al futuro.
Un’opera che vuole custodire in se tutti questi tempi, vale a dire passato, presente e futuro.
Quello che si può osservare, a livello puramente formale, sono due grandi ali di farfalla ma quanto c'è di più profondo nell'opera sta in quello che non si vede, sta in quello che la precede, vale a dire il bozzolo.
Il bozzolo é quello che ogni aquilano ha costruito intorno a se nel 2009.
Come automi, tutti gli aquilani hanno portato avanti le attività per rimettersi in piedi, una nuova casa, un nuovo studio, nuovi abiti, nuovi supermercati, nuove strade, tutto era nuovo, tutto era cambiato e tante erano le macerie, macerie che pesavano come macini sugli animi.
Ma l’essenza dei cittadini dove era? Dove era il sentire? Dove era l’ “io” di ognuno?
Era lì, chiuso in un bozzolo, un bozzolo emotivo stretto stretto come quello di una farfalla, un bozzolo nel quale si stava al sicuro, un bozzolo in cui ci si poteva perdere nell'oblio della propria intimità.
Un bozzolo che filtrava dal mondo esterno, un bozzolo che permetteva di ascoltare solo il battito del proprio cuore.
Una operazione di isolamento emotivo che sembrava eterna, il tempo scorreva veloce all'esterno ed era quasi immobile all'interno. In quel bozzolo si è cambiati, in quel bozzolo è avvenuta l’elaborazione del lutto, in quel bozzolo è maturata una nuova consapevolezza.
Dopo quindici anni, questa opera vuole mostrare le ali.
Con questa installazione si augura a tutta la comunità di liberare metaforicamente le ali, si augura di tornare ad assaporare il vento, la libertà, la rinascita in una rinnovata resurrezione intellettuale.
Ali che puntano al futuro ma portano con se il passato nella loro epidermide, portano con se il filo del bozzolo che rimane scolpito nella metamorfosi, nella nuova forma di farfalla.
Nodi che rappresentano i legami emotivi e fisici, rappresentano la storia, le radici, rappresentano l'unione con il “Tutto” in senso più assoluto.
L'intreccio vuole evocare l'energia universale che fa parte di tutti noi, che ci lega ed al contempo ci fa librare più in alto nel cielo.
I colori predominanti della scultura sono il grigio e l’azzurro.
Azzurro per simboleggiare la purezza di una nuova nascita, la libertà da tutti i condizionamenti, azzurro come il cielo, quel cielo che si guarda per essere più vicini ai propri cari che non ci sono più.
Grigio a simboleggiare le roccie dell’Aquila, la forza e la resilienza degli aquilani.
Il passato in un battito d'ali ha cambiato la vita di tutta la comunità, il passato non può essere cambiato ma un nuovo futuro si può delineare in ogni istante, sempre in un battito d'ali.
L’opera vuole evocare una forza che accompagni il volo soave di tutta la comunità.
Un’opera che vuole custodire in se tutti questi tempi, vale a dire passato, presente e futuro.
Quello che si può osservare, a livello puramente formale, sono due grandi ali di farfalla ma quanto c'è di più profondo nell'opera sta in quello che non si vede, sta in quello che la precede, vale a dire il bozzolo.
Il bozzolo é quello che ogni aquilano ha costruito intorno a se nel 2009.
Come automi, tutti gli aquilani hanno portato avanti le attività per rimettersi in piedi, una nuova casa, un nuovo studio, nuovi abiti, nuovi supermercati, nuove strade, tutto era nuovo, tutto era cambiato e tante erano le macerie, macerie che pesavano come macini sugli animi.
Ma l’essenza dei cittadini dove era? Dove era il sentire? Dove era l’ “io” di ognuno?
Era lì, chiuso in un bozzolo, un bozzolo emotivo stretto stretto come quello di una farfalla, un bozzolo nel quale si stava al sicuro, un bozzolo in cui ci si poteva perdere nell'oblio della propria intimità.
Un bozzolo che filtrava dal mondo esterno, un bozzolo che permetteva di ascoltare solo il battito del proprio cuore.
Una operazione di isolamento emotivo che sembrava eterna, il tempo scorreva veloce all'esterno ed era quasi immobile all'interno. In quel bozzolo si è cambiati, in quel bozzolo è avvenuta l’elaborazione del lutto, in quel bozzolo è maturata una nuova consapevolezza.
Dopo quindici anni, questa opera vuole mostrare le ali.
Con questa installazione si augura a tutta la comunità di liberare metaforicamente le ali, si augura di tornare ad assaporare il vento, la libertà, la rinascita in una rinnovata resurrezione intellettuale.
Ali che puntano al futuro ma portano con se il passato nella loro epidermide, portano con se il filo del bozzolo che rimane scolpito nella metamorfosi, nella nuova forma di farfalla.
Nodi che rappresentano i legami emotivi e fisici, rappresentano la storia, le radici, rappresentano l'unione con il “Tutto” in senso più assoluto.
L'intreccio vuole evocare l'energia universale che fa parte di tutti noi, che ci lega ed al contempo ci fa librare più in alto nel cielo.
I colori predominanti della scultura sono il grigio e l’azzurro.
Azzurro per simboleggiare la purezza di una nuova nascita, la libertà da tutti i condizionamenti, azzurro come il cielo, quel cielo che si guarda per essere più vicini ai propri cari che non ci sono più.
Grigio a simboleggiare le roccie dell’Aquila, la forza e la resilienza degli aquilani.
Il passato in un battito d'ali ha cambiato la vita di tutta la comunità, il passato non può essere cambiato ma un nuovo futuro si può delineare in ogni istante, sempre in un battito d'ali.
L’opera vuole evocare una forza che accompagni il volo soave di tutta la comunità.