opera
Jeanne Hébuterne con collana – decomposizione
categoria | Pittura |
soggetto | Figura umana |
tags | evoluzionefigurativa, astratto, figurativo, decompose, scomposizione, geometrico, sintesi, futuristico |
base | 164 cm |
altezza | 111 cm |
profondità | 3 cm |
anno | 2024 |
Decompose, Olio su tela, opera unica.
Opera finalista al premio Fondazione Amedeo Modigliani 2024
“Sapete che cos’è l’amore ? Quello vero? avete mai cosi amato profondamente da condannare voi stessi all’inferno per l’eternità? io l’ho fatto”. (dal film: I colori dell’anima).
Sappiamo ancora innamorarci? Di una donna, della sua incantevole bellezza mentre ci guarda distrattamente aggraziata e inconsapevolmente ne rimaniamo rapiti? O di un’uomo, di un’alba che esplode colori inediti o di un tramonto infuocato, delle semplici risate di un bambino, di un fiore o del vento, avete mai sentito in quei rari pomeriggi di fine inverno il vento caldo del sud sfiorarvi la pelle e provare un brivido? O la maestosità del mare, le sue onde frangendosi sulla sabbia e sulla terra si uniscono in un’unica cosa, o di tutta la bellezza creata da Dio?
Il dipinto realizzato omaggia il maestro livornese con un inno al romanticismo a celebrare l’amore, quel pathos che attrae l’artista alla vista della musa e che obbligato la celebra facendone un’opera d’arte.
La scelta del soggetto nasce dal desiderio di trasmettere la bellezza (in ogni sua forma e stile) che prova chi la coglie e se ne innamora, un messaggio di esortazione a ricercare la bellezza, la poesia, il romanticismo e l’amore che si può trovare in molte forme.
L’opera, inedita, e creata appositamente per il premio Modigliani fa parte della collezione Decompose, Il progetto “Decompose” è un percorso di evoluzione figurativa, un processo di scomposizione dell’immagine in poligoni. L’immagine ri-plasmata in un nuovo codice genera una duplice visione in base al punto di vista da cui si guarda l’opera. Se osservando l’opera da un punto di vista ravvicinato si percepisce la “nuova immagine”, evoluta e astratta, socchiudendo gli occhi e allontanandosi invece si percepisce la sua matrice storica e figurativa. In questo movimento temporale si crea un gioco di inaspettate visioni. L’intenzione finale è quella di generare un’opera moderna e antica al contempo e di percepirne lo scorrere del tempo in base al punto di vista da cui la si osserva. Un’ulteriore contrasto premeditato è dato dal linguaggio compositivo moderno e tecnologico che ben si fonde all’uso classico e tangibile della pittura ad olio su tela. Una tra le tesi personali legate a “Decompose” è la seguente:
“se le distruzioni grandi (come guerre o calamità) o piccole, che viviamo nel microcosmo quotidiano, non ci annientano definitivamente, possiamo forse trovare una nuova linfa nel ri-creare “la nuova immagine” e un nuovo io.
Decompose è la rappresentazione del nostro tempo frammentato, una ricerca classica che si preoccupa di distruggere e rimettere insieme dei pezzi cercando una nuova visione e come percezione di una bellezza che sta scomparendo.
Decomporre un’opera di Modigliani è una violenza, un’ atto di denuncia, ma anche la presa di coscienza che l’arte continua e si evolve, ma come? Diventa virtuale, digitale, non fungibile token o intelligente artificiale, in cui tutti crediamo fermamente che ci farà fare meglio e in meno tempo e che grazie ai dati non dovremmo più nemmeno pensare a un’opera d’arte da comporre. Da qui la volontà a isolarsi dal proprio tempo ma al contempo raccontarlo con un dipinto ad olio su tela.
Opera finalista al premio Fondazione Amedeo Modigliani 2024
“Sapete che cos’è l’amore ? Quello vero? avete mai cosi amato profondamente da condannare voi stessi all’inferno per l’eternità? io l’ho fatto”. (dal film: I colori dell’anima).
Sappiamo ancora innamorarci? Di una donna, della sua incantevole bellezza mentre ci guarda distrattamente aggraziata e inconsapevolmente ne rimaniamo rapiti? O di un’uomo, di un’alba che esplode colori inediti o di un tramonto infuocato, delle semplici risate di un bambino, di un fiore o del vento, avete mai sentito in quei rari pomeriggi di fine inverno il vento caldo del sud sfiorarvi la pelle e provare un brivido? O la maestosità del mare, le sue onde frangendosi sulla sabbia e sulla terra si uniscono in un’unica cosa, o di tutta la bellezza creata da Dio?
Il dipinto realizzato omaggia il maestro livornese con un inno al romanticismo a celebrare l’amore, quel pathos che attrae l’artista alla vista della musa e che obbligato la celebra facendone un’opera d’arte.
La scelta del soggetto nasce dal desiderio di trasmettere la bellezza (in ogni sua forma e stile) che prova chi la coglie e se ne innamora, un messaggio di esortazione a ricercare la bellezza, la poesia, il romanticismo e l’amore che si può trovare in molte forme.
L’opera, inedita, e creata appositamente per il premio Modigliani fa parte della collezione Decompose, Il progetto “Decompose” è un percorso di evoluzione figurativa, un processo di scomposizione dell’immagine in poligoni. L’immagine ri-plasmata in un nuovo codice genera una duplice visione in base al punto di vista da cui si guarda l’opera. Se osservando l’opera da un punto di vista ravvicinato si percepisce la “nuova immagine”, evoluta e astratta, socchiudendo gli occhi e allontanandosi invece si percepisce la sua matrice storica e figurativa. In questo movimento temporale si crea un gioco di inaspettate visioni. L’intenzione finale è quella di generare un’opera moderna e antica al contempo e di percepirne lo scorrere del tempo in base al punto di vista da cui la si osserva. Un’ulteriore contrasto premeditato è dato dal linguaggio compositivo moderno e tecnologico che ben si fonde all’uso classico e tangibile della pittura ad olio su tela. Una tra le tesi personali legate a “Decompose” è la seguente:
“se le distruzioni grandi (come guerre o calamità) o piccole, che viviamo nel microcosmo quotidiano, non ci annientano definitivamente, possiamo forse trovare una nuova linfa nel ri-creare “la nuova immagine” e un nuovo io.
Decompose è la rappresentazione del nostro tempo frammentato, una ricerca classica che si preoccupa di distruggere e rimettere insieme dei pezzi cercando una nuova visione e come percezione di una bellezza che sta scomparendo.
Decomporre un’opera di Modigliani è una violenza, un’ atto di denuncia, ma anche la presa di coscienza che l’arte continua e si evolve, ma come? Diventa virtuale, digitale, non fungibile token o intelligente artificiale, in cui tutti crediamo fermamente che ci farà fare meglio e in meno tempo e che grazie ai dati non dovremmo più nemmeno pensare a un’opera d’arte da comporre. Da qui la volontà a isolarsi dal proprio tempo ma al contempo raccontarlo con un dipinto ad olio su tela.