opera
La stanza
categoria | Installazione |
soggetto | Astratto |
tags | arte sociale, installazione concettuale, arte pubblica |
base | 250 cm |
altezza | 250 cm |
profondità | 250 cm |
anno | 2009 |
Presentazione dell’opere "La Stanza" .
Il progetto nasce nel 2000, in seguito a una ricerca pluriennale sui processi dell’atto percettivo nei soggetti vedenti e nei soggetti con disabilità visiva, ipovedenti con diversi livelli di gravità, non vedenti dalla nascita, e soggetti che avevano perso la vista nel corso della vita.
Esposta al pubblico la prima volta nel 2001 con il titolo: “Lo sguardo del non vedente”.
La ricerca, argomento della mia tesi di laurea in pittura e pedagogia dell’arte, si è svolta in un setting protetto, gli utenti esclusivamente disabili visivi, noi operatori normo vedenti.
Gli strumenti del percorso sono stati materiali artistici, come carta, pennelli, matite, argilla, musica.
Insieme abbiamo indagato i processi della percezione nei due mondi, analizzando modalità, differenze e sperimentazione dell’intensità dello stimolo rispetto all’atto percettivo.
Da qui la conoscenza dei processi percettivi: aptico, uditivi, olfattivi e cinestesici, fondamentali nel mondo della “non visione”, in cui la consapevolezza propriocettiva del corpo e di ogni sua parte è notevolmente sviluppata, mentre questa, nel mondo dei vedenti, è pressoché assente poiché la vista distrae dall’ascolto.
La scrittura braille, veicolo di comunicazione tra mondi differenti, diviene segno pittorico nelle mie opere. Il foglio bidimensionale inondato di puntini diviene spazio tridimensionale avvolgente e di percezione immersiva: visiva, aptico, uditiva, olfattiva, cinestesica.
I non vedenti divengono “maestri” nell’accompagnare i vedenti all’ascolto più consapevole degli stimoli attraverso la pelle, i sensi, le diverse parti del corpo.
All’interno della stanza, lo studio della luce crea un effetto di distorsione della percezione del confine, lo spazio così costruito (fisico e acustico), accompagna il visitatore in un’esperienza quasi ipnotica, in cui egli stesso, prende consapevolezza del proprio corpo ed entra in una dimensione di visione interiore.
Da quest’ultimo concetto, la visione interiore, si sviluppa il progetto dal titolo: “La stanza ”, anno 2009.
L’opera nasce in seguito a una profonda crisi esistenziale che doveva trovare una risoluzione, il grande dilemma Amletico: Essere o non Essere…la conseguenza della rinuncia all’Essere sarebbe stata la caduta nell’antinferno dantesco, tra le anime degli ignavi, “morire per dormire. Niente altro”.
Da qui la scelta di utilizzare la Divina Commedia per delineare un nuovo cammino verso la Luce e la definizione dell’Essere attraverso l’IO SONO, IO ESISTO.
In questa seconda edizione, la scelta del tema con l’elemento acustico, in seguito a una ricerca pluriennale sui processi dell’atto percettivo nei soggetti vedenti, e nei soggetti con disabilità visiva: ipovedenti con diversi livelli di gravità, non vedenti dalla nascita, e soggetti che avevano perso la vista nel corso della vita.
è stato, in seguito a una ricerca pluriennale sui processi dell’atto percettivo nei soggetti vedenti, e nei soggetti con disabilità visiva: ipovedenti con diversi livelli di gravità, non vedenti dalla nascita, e soggetti che avevano perso la vista nel corso della vita.
determinante per guidare il viaggio interiore verso riflessioni esistenziali. IL cammino percorre i versi della divina commedia di Dante Alighieri, che dall’inferno, passando per il purgatorio fino ad arrivare al paradiso, suggeriscono le tappe psico-emotive di un percorso spirituale di illuminazione.
Iinstallazione in braille, un cubo, una stanza costruita con pannelli modulari di legno tamburato, pavimento e soffitto in multistrato di legno, colore di rivestimento quarzo bianco. Sulle pareti interne la scrittura braille è realizzata con mezze sfere in polistirolo trattato con gesso e quarzo bianco. Impianto audio per la trasmissione di contenuti. Illuminazione interna azzurra violetta. Per ora opera singola, il progetto è in evoluzione.
L'opera è singola, editata due volte con contenuti differenti.
Il progetto nasce nel 2000, in seguito a una ricerca pluriennale sui processi dell’atto percettivo nei soggetti vedenti e nei soggetti con disabilità visiva, ipovedenti con diversi livelli di gravità, non vedenti dalla nascita, e soggetti che avevano perso la vista nel corso della vita.
Esposta al pubblico la prima volta nel 2001 con il titolo: “Lo sguardo del non vedente”.
La ricerca, argomento della mia tesi di laurea in pittura e pedagogia dell’arte, si è svolta in un setting protetto, gli utenti esclusivamente disabili visivi, noi operatori normo vedenti.
Gli strumenti del percorso sono stati materiali artistici, come carta, pennelli, matite, argilla, musica.
Insieme abbiamo indagato i processi della percezione nei due mondi, analizzando modalità, differenze e sperimentazione dell’intensità dello stimolo rispetto all’atto percettivo.
Da qui la conoscenza dei processi percettivi: aptico, uditivi, olfattivi e cinestesici, fondamentali nel mondo della “non visione”, in cui la consapevolezza propriocettiva del corpo e di ogni sua parte è notevolmente sviluppata, mentre questa, nel mondo dei vedenti, è pressoché assente poiché la vista distrae dall’ascolto.
La scrittura braille, veicolo di comunicazione tra mondi differenti, diviene segno pittorico nelle mie opere. Il foglio bidimensionale inondato di puntini diviene spazio tridimensionale avvolgente e di percezione immersiva: visiva, aptico, uditiva, olfattiva, cinestesica.
I non vedenti divengono “maestri” nell’accompagnare i vedenti all’ascolto più consapevole degli stimoli attraverso la pelle, i sensi, le diverse parti del corpo.
All’interno della stanza, lo studio della luce crea un effetto di distorsione della percezione del confine, lo spazio così costruito (fisico e acustico), accompagna il visitatore in un’esperienza quasi ipnotica, in cui egli stesso, prende consapevolezza del proprio corpo ed entra in una dimensione di visione interiore.
Da quest’ultimo concetto, la visione interiore, si sviluppa il progetto dal titolo: “La stanza ”, anno 2009.
L’opera nasce in seguito a una profonda crisi esistenziale che doveva trovare una risoluzione, il grande dilemma Amletico: Essere o non Essere…la conseguenza della rinuncia all’Essere sarebbe stata la caduta nell’antinferno dantesco, tra le anime degli ignavi, “morire per dormire. Niente altro”.
Da qui la scelta di utilizzare la Divina Commedia per delineare un nuovo cammino verso la Luce e la definizione dell’Essere attraverso l’IO SONO, IO ESISTO.
In questa seconda edizione, la scelta del tema con l’elemento acustico, in seguito a una ricerca pluriennale sui processi dell’atto percettivo nei soggetti vedenti, e nei soggetti con disabilità visiva: ipovedenti con diversi livelli di gravità, non vedenti dalla nascita, e soggetti che avevano perso la vista nel corso della vita.
è stato, in seguito a una ricerca pluriennale sui processi dell’atto percettivo nei soggetti vedenti, e nei soggetti con disabilità visiva: ipovedenti con diversi livelli di gravità, non vedenti dalla nascita, e soggetti che avevano perso la vista nel corso della vita.
determinante per guidare il viaggio interiore verso riflessioni esistenziali. IL cammino percorre i versi della divina commedia di Dante Alighieri, che dall’inferno, passando per il purgatorio fino ad arrivare al paradiso, suggeriscono le tappe psico-emotive di un percorso spirituale di illuminazione.
Iinstallazione in braille, un cubo, una stanza costruita con pannelli modulari di legno tamburato, pavimento e soffitto in multistrato di legno, colore di rivestimento quarzo bianco. Sulle pareti interne la scrittura braille è realizzata con mezze sfere in polistirolo trattato con gesso e quarzo bianco. Impianto audio per la trasmissione di contenuti. Illuminazione interna azzurra violetta. Per ora opera singola, il progetto è in evoluzione.
L'opera è singola, editata due volte con contenuti differenti.