opera
Lavoro stagionale con l’aiuto del sole
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Paesaggio, Natura, Figura umana, Astratto, Animale |
tags | |
base | 150 cm |
altezza | 190 cm |
profondità | 8 cm |
anno | 2022 |
tulle, propoli, cera
“Lavoro stagionale con l’aiuto del sole” fa parte di Pluriball che è il progetto conclusivo di CAMPO22, il corso di studi e pratiche curatoriali promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con il sostegno di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
L’installazione è il risultato della frequentazione e collaborazione con alcune colonie di api, immerse nella campagna bolognese, e con il tecnico apistico Sergio Albertazzi. Si compone di due mute e di un video a due canali in 4k della durata di 3’39.
L’idea dell’opera nasce da una riflessione sul concetto di errore che, in relazione alla mia ricerca artistica, ha riguardato spesso la scelta del materiale da utilizzare.
Ho sempre desiderato lavorare con un materiale organico ma la sua “ingestibilità” ha limitato la mia sperimentazione, finché non ho iniziato questo progetto e la conseguente collaborazione con Sergio Albertazzi: arrivando alle api ed alla propoli. Le api producono ed utilizzano la propoli per cicatrizzare, come sostanza volta a “riparare” l’errore; viene usata per sigillare le aperture, per bonificare le cellette dopo la schiusa delle larve e per mummificare grossi intrusi nell'alveare (topolini, lucertole, falene testa di morto) evitando così la diffusione di batteri.
Qui ho trovato una forte analogia con la mia ricerca: l’esuvia.
Il fatto che le api utilizzino la propoli creando delle ecdisi, ha consolidato la decisione di realizzare un’opera in collaborazione con loro.
Tra Giugno e Luglio 2022 abbiamo inserito dei pezzi di tessuto nelle arnie. Le api hanno subito iniziato a “cicatrizzare” l’estraneo, tagliuzzando e ricoprendo di cera (cera mista a parti di corpi di api morte) e di propoli i tessuti.
Dopo aver recuperato le varie parti di tessuto, le ho assemblate, cucite e lavorate con le parti di cera e propoli che avevamo ricavato in più, fino a formare un’esuvia divisa in due parti, ed esposta con degli spilli su due pannelli di plexiglass alveolare, appesi verticalmente.
E’ nato quindi Lavoro stagionale con l’aiuto del sole.
L’installazione si compone inoltre di un video a due canali: un montaggio di materiale filmico che alterna visioni ravvicinate dei tessuti, (dando l’idea di planate su pianeti sconosciuti) e vedute panoramiche di grotte alveolari con all’interno le parti di tessuto lavorate dalle api, rimandando alla struttura delle arnie e dei favi.
In sottofondo, la registrazione delle api al lavoro sul tessuto.
“Lavoro stagionale con l’aiuto del sole” fa parte di Pluriball che è il progetto conclusivo di CAMPO22, il corso di studi e pratiche curatoriali promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con il sostegno di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
L’installazione è il risultato della frequentazione e collaborazione con alcune colonie di api, immerse nella campagna bolognese, e con il tecnico apistico Sergio Albertazzi. Si compone di due mute e di un video a due canali in 4k della durata di 3’39.
L’idea dell’opera nasce da una riflessione sul concetto di errore che, in relazione alla mia ricerca artistica, ha riguardato spesso la scelta del materiale da utilizzare.
Ho sempre desiderato lavorare con un materiale organico ma la sua “ingestibilità” ha limitato la mia sperimentazione, finché non ho iniziato questo progetto e la conseguente collaborazione con Sergio Albertazzi: arrivando alle api ed alla propoli. Le api producono ed utilizzano la propoli per cicatrizzare, come sostanza volta a “riparare” l’errore; viene usata per sigillare le aperture, per bonificare le cellette dopo la schiusa delle larve e per mummificare grossi intrusi nell'alveare (topolini, lucertole, falene testa di morto) evitando così la diffusione di batteri.
Qui ho trovato una forte analogia con la mia ricerca: l’esuvia.
Il fatto che le api utilizzino la propoli creando delle ecdisi, ha consolidato la decisione di realizzare un’opera in collaborazione con loro.
Tra Giugno e Luglio 2022 abbiamo inserito dei pezzi di tessuto nelle arnie. Le api hanno subito iniziato a “cicatrizzare” l’estraneo, tagliuzzando e ricoprendo di cera (cera mista a parti di corpi di api morte) e di propoli i tessuti.
Dopo aver recuperato le varie parti di tessuto, le ho assemblate, cucite e lavorate con le parti di cera e propoli che avevamo ricavato in più, fino a formare un’esuvia divisa in due parti, ed esposta con degli spilli su due pannelli di plexiglass alveolare, appesi verticalmente.
E’ nato quindi Lavoro stagionale con l’aiuto del sole.
L’installazione si compone inoltre di un video a due canali: un montaggio di materiale filmico che alterna visioni ravvicinate dei tessuti, (dando l’idea di planate su pianeti sconosciuti) e vedute panoramiche di grotte alveolari con all’interno le parti di tessuto lavorate dalle api, rimandando alla struttura delle arnie e dei favi.
In sottofondo, la registrazione delle api al lavoro sul tessuto.