opera
Let us be together – Project
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Figura umana |
tags | dimensioni ambientali, #twins, #lgbt, #youth |
base | 40 cm |
altezza | 50 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2018 |
Let us be together è un’installazione composta da due fotografie analogiche incorniciate e tre sculture che dialogano nello spazio. Le fotografie sono ritratti dell’artista a distanza di un anno: dal sesto al settimo anno di vita e coincidono con un taglio di capelli imposto dal costume popolare e dall’inizio del primo anno di scuola. In queste fotografie apparentemente identiche ciò che cambia , oltre all’estetica dell’artista - e conseguente identità di genere- è il personaggio nascosto sotto le vesti di Babbo Natale: l’uomo che lo impersonifica nella prima immagine è morto. Le due fotografie diventano cosi una testimonianza di un cambiamento visibile e invisibile che si intreccia con il passare del tempo, la morte e la trasformazione. Le sculture invece sono realizzate con una base di un busto in gesso scolpito in Italia e una copertura di colore rosa realizzata con un dolce tipico serbo. Let us be together è un tentativo di unire due aspetti tipici di due culture differenti in un unico oggetto indivisibile e inseparabile e qualsiasi sforzo di dividere i due elementi sarebbe vano o tragico poiché si andrebbero a rompere entrambi.
La mostra I Lied in Visa Center riflette sulla drammatica alterazione dei ricordi e dell’identità innescata dagli spaesamenti, frutto di partenze forzate. Mentre il sociologo polacco Zygmunt Bauman introduce nei suoi scritti il concetto teorico dell’identità fluida, gli sradicati in ogni angolo del mondo lo vivono sulla propria pelle, venendo fisicamente separati dalle manifestazioni materiali delle loro storie personali quali documenti, fotografie e registri ufficiali. Spesso attraverso questo stesso oblio forzato, ricostruiscono i loro ricordi frammentati da zero per ricominciare da capo e per imparare a conoscersi meglio. Gli artisti invitati trattano esperienze personali e non sia a livello emotivo che intellettuale.
In mostra emergono due diverse, ma non necessariamente opposte, narrazioni che oscillano tra l’alterazione del passato e la sua rivisitazione. In entrambi i casi, il soggetto deve affrontare il suo passato e questo crea spazio per la riflessione. Tuttavia, ciò che la maggior parte delle opere cerca di sottolineare, è che non esiste né una soluzione universale, né bianco o nero, e nemmeno una separazione definitiva tra verità e menzogna.
Mentre la maggior parte delle storie sugli sfollati e sui rifugiati si concentrano sulle disgrazie e i problemi che affrontano per arrivare in Europa, I Lied in Visa Center indaga le condizioni psicologiche dei nuovi arrivati e attinge ai loro ricordi personali e al modo in cui influenzano la loro situazione attuale.
- Fotografie analogiche a colori
- Sculture in gesso ricoperte di Ratluk alla rosa
- Edizione: tutti gli elementi sono opere uniche
La mostra I Lied in Visa Center riflette sulla drammatica alterazione dei ricordi e dell’identità innescata dagli spaesamenti, frutto di partenze forzate. Mentre il sociologo polacco Zygmunt Bauman introduce nei suoi scritti il concetto teorico dell’identità fluida, gli sradicati in ogni angolo del mondo lo vivono sulla propria pelle, venendo fisicamente separati dalle manifestazioni materiali delle loro storie personali quali documenti, fotografie e registri ufficiali. Spesso attraverso questo stesso oblio forzato, ricostruiscono i loro ricordi frammentati da zero per ricominciare da capo e per imparare a conoscersi meglio. Gli artisti invitati trattano esperienze personali e non sia a livello emotivo che intellettuale.
In mostra emergono due diverse, ma non necessariamente opposte, narrazioni che oscillano tra l’alterazione del passato e la sua rivisitazione. In entrambi i casi, il soggetto deve affrontare il suo passato e questo crea spazio per la riflessione. Tuttavia, ciò che la maggior parte delle opere cerca di sottolineare, è che non esiste né una soluzione universale, né bianco o nero, e nemmeno una separazione definitiva tra verità e menzogna.
Mentre la maggior parte delle storie sugli sfollati e sui rifugiati si concentrano sulle disgrazie e i problemi che affrontano per arrivare in Europa, I Lied in Visa Center indaga le condizioni psicologiche dei nuovi arrivati e attinge ai loro ricordi personali e al modo in cui influenzano la loro situazione attuale.
- Fotografie analogiche a colori
- Sculture in gesso ricoperte di Ratluk alla rosa
- Edizione: tutti gli elementi sono opere uniche