opera
L’Inventario
categoria | Video |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | Video, Inventario, gesti, movimenti, rituale, monologo |
minuti | 3 |
secondi | 41 |
anno | 2017 |
Il Video "L'inventario" prende spunto da un film del repertorio del cinema muto del 1917, ispirato al romanzo di Antonio Fogazzaro del 1881, in cui una donna vive un profondo stato di turbamento, forse dovuto a uno sdoppiamento della personalità, causa di strani ricordi che emergono come fantasmi del passato.
“L’inventario” ambisce ad essere un progetto che si propone di tracciare attraverso una pluralità di canali (verbale-sonoro-testuale e iconico), soglie percettive tra presente, passato e futuro.
Cos’è un archivio? Questa è stata la domanda di partenza per lo sviluppo di un lavoro che cerca di rappresentare e configurare l’archivio come uno spazio personale e vitale, costituito dai gesti e dalle relazioni tra i frammenti della storia che lo vanno a (ri)generare e a costituirne la sostanza.
Fondamentale è la memoria come (rin)traccia di sé stessa, della propria origine, ma anche come connessione con la propria fine.
La memoria intesa come condizione di assenza e cancellazione ma, al contempo, segno di persistenza del dato, della sua elaborazione e archiviazione.
In una società che ha visto modificare in pochissimo tempo il modo di relazionarsi con il prossimo e i significati di identità e individualità, “L’inventario” si prospetta come un ponte tra il passato, il presente e il futuro, mostrando gli elementi di continuità e quelli di frattura dell’essenza umana. Questo intento vuole essere raggiunto grazie alla presentazione di tre diversi elementi. Dagli archivi cinematografici viene recuperato un film muto del 1917, la cui protagonista affronta un’attualissima situazione di smarrimento, intervallato da frame di frammenti di monologhi dell’artista, che intendono essere una sorta di restituzione della mappatura dell’inconscio e del suo flusso, ma anche declinare al presente la memoria. Gli stessi monologhi saranno anche voce della parte performativa, consistente in sequenze di video con immagini in movimento attinte dal repertorio gestuale dell’artista, riproposti in maniera dettagliata e ossessiva, tanto da creare un inventario di gesti e movimenti irrazionali e vitali.
“L’inventario” ambisce ad essere un progetto che si propone di tracciare attraverso una pluralità di canali (verbale-sonoro-testuale e iconico), soglie percettive tra presente, passato e futuro.
Cos’è un archivio? Questa è stata la domanda di partenza per lo sviluppo di un lavoro che cerca di rappresentare e configurare l’archivio come uno spazio personale e vitale, costituito dai gesti e dalle relazioni tra i frammenti della storia che lo vanno a (ri)generare e a costituirne la sostanza.
Fondamentale è la memoria come (rin)traccia di sé stessa, della propria origine, ma anche come connessione con la propria fine.
La memoria intesa come condizione di assenza e cancellazione ma, al contempo, segno di persistenza del dato, della sua elaborazione e archiviazione.
In una società che ha visto modificare in pochissimo tempo il modo di relazionarsi con il prossimo e i significati di identità e individualità, “L’inventario” si prospetta come un ponte tra il passato, il presente e il futuro, mostrando gli elementi di continuità e quelli di frattura dell’essenza umana. Questo intento vuole essere raggiunto grazie alla presentazione di tre diversi elementi. Dagli archivi cinematografici viene recuperato un film muto del 1917, la cui protagonista affronta un’attualissima situazione di smarrimento, intervallato da frame di frammenti di monologhi dell’artista, che intendono essere una sorta di restituzione della mappatura dell’inconscio e del suo flusso, ma anche declinare al presente la memoria. Gli stessi monologhi saranno anche voce della parte performativa, consistente in sequenze di video con immagini in movimento attinte dal repertorio gestuale dell’artista, riproposti in maniera dettagliata e ossessiva, tanto da creare un inventario di gesti e movimenti irrazionali e vitali.