opera
Lymphatic ratio | Abete bianco (Abies pectinata)
categoria | Installazione |
soggetto | Natura |
tags | Lymphatic ratio | Abete bianco (Abies pectinata) |
base | 400 cm |
altezza | 400 cm |
profondità | 600 cm |
anno | 2013 |
L’installazione sonora Lymphatic ratio è costruita attorno al tema del matrimonio, rito riconosciuto a livello religioso, giuridico e
sociale come base per fondare una famiglia. Angela crea un microsistema, nel quale una traccia audio mette in moto un sistema “linfatico” della famiglia affinché emozioni liquide in eccesso possano essere liberate e la creazione di difese e anticorpi possa proteggerci da aggressioni esterne, esattamente come accadrebbe se fossimo dotati del sistema linfatico di una pianta. Quattro tracce audio si sovrappongono, rafforzandosi o annullandosi a vicenda, permettendoci di discernere, attraverso il silenzio apparentemente rassicurante, i comuni rumori della vita domestica, piatti, sedie spostate in cui si inserisce il frinire
monotono delle cicale, piccoli esseri che, insediandosi tra gli alberi, ne divorano la linfa. Altri brani di sottofondo si sovrappongono quasi solenni: quelli che accompagnano una funzione nuziale e, infine, il Dies Irae di Mozart, tratto dall’opera Requiem del 1791,
corrispettivamente ad indicare l’inizio (funzione nuziale) e la fine (messa in Requiem) della vita familiare.
Il sistema sonoro è parte di un’installazione maggiore e si offre all’ascolto di chi siede su una seduta bianca, classica sedia delle
dimensione domestica, ma con radici che affondano nel terreno, come l’abete bianco da cui prende il nome. Un complemento d’arredo che è sinonimo di famiglia comunitaria intorno ad un tavolo e che nel contesto specifico viene isolata e messa al confine del micro-ambiente nel quale i disegni a parete e l’installazione fanno da sfondo.
I nostri occhi vagano passando dalla sagoma ricamata delle piante sulle tele alle 99 specie di piante velenose, impeccabilmente catalogate e ordinate sulla parete di fronte a noi. Nel rigore in bianco e nero di un albero genealogico in cui famiglie vegetali si mescolano a quelle umane, un solo elemento è estraneo: un’esplosione di immagini.
sociale come base per fondare una famiglia. Angela crea un microsistema, nel quale una traccia audio mette in moto un sistema “linfatico” della famiglia affinché emozioni liquide in eccesso possano essere liberate e la creazione di difese e anticorpi possa proteggerci da aggressioni esterne, esattamente come accadrebbe se fossimo dotati del sistema linfatico di una pianta. Quattro tracce audio si sovrappongono, rafforzandosi o annullandosi a vicenda, permettendoci di discernere, attraverso il silenzio apparentemente rassicurante, i comuni rumori della vita domestica, piatti, sedie spostate in cui si inserisce il frinire
monotono delle cicale, piccoli esseri che, insediandosi tra gli alberi, ne divorano la linfa. Altri brani di sottofondo si sovrappongono quasi solenni: quelli che accompagnano una funzione nuziale e, infine, il Dies Irae di Mozart, tratto dall’opera Requiem del 1791,
corrispettivamente ad indicare l’inizio (funzione nuziale) e la fine (messa in Requiem) della vita familiare.
Il sistema sonoro è parte di un’installazione maggiore e si offre all’ascolto di chi siede su una seduta bianca, classica sedia delle
dimensione domestica, ma con radici che affondano nel terreno, come l’abete bianco da cui prende il nome. Un complemento d’arredo che è sinonimo di famiglia comunitaria intorno ad un tavolo e che nel contesto specifico viene isolata e messa al confine del micro-ambiente nel quale i disegni a parete e l’installazione fanno da sfondo.
I nostri occhi vagano passando dalla sagoma ricamata delle piante sulle tele alle 99 specie di piante velenose, impeccabilmente catalogate e ordinate sulla parete di fronte a noi. Nel rigore in bianco e nero di un albero genealogico in cui famiglie vegetali si mescolano a quelle umane, un solo elemento è estraneo: un’esplosione di immagini.