opera
L’UOMOPORTAFORTUNA
categoria | Altro |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | Metafora, Pittura, Scultura, Vita Sociale, Politico, Liberazione, Essere Umano, Filosofia |
base | 65 cm |
altezza | 95 cm |
profondità | 6 cm |
anno | 2004 |
Scultopittura
Materiale: Legno_Tela DI Lino Dipinta_Plexiglass_Lenti d'ingrandimento_Cera d'api
L'idea stessa di occultamento, nascondimento è alla base di quest'opera che richiede di
essere "agita" dallo "spett-attore".
Questa ingombrante valigia, come un gravoso fardello da trasportare da un luogo all'altro, ha
un'interiorità celata che si può anche solo decidere di spiare. E' possibile sbirciare in un
dentro la cui percezione ci ritorna deformata ed oscura. Solo aprendo la valigia, si può
accedere al cuore del censurabile, e a questo punto sarà possibile anche guardare fuori,
attraverso le stesse lenti deformanti che ci avevano permesso, poco prima, di spiare il
dentro.
L'UOMOPORTAFORTUNA (questo titolo vuole essere dichiaratamente ironico), è l'idea
troppo spesso taciuta e subita, della guerra, dell'uomo "eroe", dell'eterno simbolo fallico, del
predominio della cultura maschile rispetto ad una cultura globale, equa e rispettosa delle
diversità, spesso oppresse dal predominio dell'idolatria della potenza virile e guerrafondaia.
Oggetto di adorazione feticista ed egocentrica, l'"uomoportafortuna" si presenta come un
autentico talismano, che ha permesso lo sviluppo di un coro a voce sola, un vero ossimoro
che annulla da sempre la capacità concreta di fare esperienza della guerra, come morte e
distruzione, come annientamento della vita e di saperne conservare la memoria per poter
finalmente vedere al di là delle trincee, un coro misto ed esultante, proteso verso un vitale
atteggiamento costruttivo e pacifico.
Un'opera che può essere aperta o che può essere tenuta chiusa e che propone più livelli di
lettura, con un dentro volutamente "attraente" e profumato di amabili memorie.
©mirellasannazzaro
Materiale: Legno_Tela DI Lino Dipinta_Plexiglass_Lenti d'ingrandimento_Cera d'api
L'idea stessa di occultamento, nascondimento è alla base di quest'opera che richiede di
essere "agita" dallo "spett-attore".
Questa ingombrante valigia, come un gravoso fardello da trasportare da un luogo all'altro, ha
un'interiorità celata che si può anche solo decidere di spiare. E' possibile sbirciare in un
dentro la cui percezione ci ritorna deformata ed oscura. Solo aprendo la valigia, si può
accedere al cuore del censurabile, e a questo punto sarà possibile anche guardare fuori,
attraverso le stesse lenti deformanti che ci avevano permesso, poco prima, di spiare il
dentro.
L'UOMOPORTAFORTUNA (questo titolo vuole essere dichiaratamente ironico), è l'idea
troppo spesso taciuta e subita, della guerra, dell'uomo "eroe", dell'eterno simbolo fallico, del
predominio della cultura maschile rispetto ad una cultura globale, equa e rispettosa delle
diversità, spesso oppresse dal predominio dell'idolatria della potenza virile e guerrafondaia.
Oggetto di adorazione feticista ed egocentrica, l'"uomoportafortuna" si presenta come un
autentico talismano, che ha permesso lo sviluppo di un coro a voce sola, un vero ossimoro
che annulla da sempre la capacità concreta di fare esperienza della guerra, come morte e
distruzione, come annientamento della vita e di saperne conservare la memoria per poter
finalmente vedere al di là delle trincee, un coro misto ed esultante, proteso verso un vitale
atteggiamento costruttivo e pacifico.
Un'opera che può essere aperta o che può essere tenuta chiusa e che propone più livelli di
lettura, con un dentro volutamente "attraente" e profumato di amabili memorie.
©mirellasannazzaro