opera
Nella mia mente – le ali di icaro
categoria | Scultura |
soggetto | Figura umana, Natura, Politico/Sociale |
tags | sustainability, fiberart, textilesculpture |
base | 12 cm |
altezza | 42 cm |
profondità | 12 cm |
anno | 2023 |
Le sculture che rientrano nel capitolo di opere "Nella mia mente" vogliono porre l’accento su ciò che governa le nostre menti, vale a dire i nostri pensieri rappresentati qui come intreccio o groviglio.
Il più delle volte la genesi dei nostri pensieri non segue uno sviluppo lineare e così percepiamo la realtà esterna per come abbiamo già vissuto altre esperienze, costruiamo quindi i nostri ragionamenti ed al contempo in maniera inconscia iniziamo ad intrecciare la matassa.
Di questi intrecci vediamo i fili esterni e quando iniziamo a scavare a volte crediamo di aver trovato il codice, il capo della matassa, seguiamo un filo per poi scoprire che la matrice di tutto apparteneva verosimilmente ad un altro filo e così via.
In particolare in questa opera si vuole dar voce ad una perenne tensione che da sempre attanaglia l’uomo. Una voce che ci spinge sempre più in alto per poi farci cadere, nella convinzione di poter cogliere verità assolute ci spingiamo oltre i nostri limiti rimanendo imprigionati in ragionamenti che non sono altro che pura razionalità. Crediamo, crediamo fortemente al punto tale da dimenticare tutte le altre sensazioni, ma il nostro essere non è il nostro cervello.
Probabilmente il fine ultimo non è quello di codificare, forse è semplicemente quello di scavare o, semplicemente, quello di accettare la nostra natura e vivere, vivere le riflessioni per quello che sono qui ed in questo momento senza sprofondare con un tuffo negli abissi con le ali di cera sciolte dal sole.
TECNICA: Scultura tessile in cime nautiche di recupero e resina epossidica, verniciatura acrilica, pezzo unico, supporto in pietra ed acciaio.
Il più delle volte la genesi dei nostri pensieri non segue uno sviluppo lineare e così percepiamo la realtà esterna per come abbiamo già vissuto altre esperienze, costruiamo quindi i nostri ragionamenti ed al contempo in maniera inconscia iniziamo ad intrecciare la matassa.
Di questi intrecci vediamo i fili esterni e quando iniziamo a scavare a volte crediamo di aver trovato il codice, il capo della matassa, seguiamo un filo per poi scoprire che la matrice di tutto apparteneva verosimilmente ad un altro filo e così via.
In particolare in questa opera si vuole dar voce ad una perenne tensione che da sempre attanaglia l’uomo. Una voce che ci spinge sempre più in alto per poi farci cadere, nella convinzione di poter cogliere verità assolute ci spingiamo oltre i nostri limiti rimanendo imprigionati in ragionamenti che non sono altro che pura razionalità. Crediamo, crediamo fortemente al punto tale da dimenticare tutte le altre sensazioni, ma il nostro essere non è il nostro cervello.
Probabilmente il fine ultimo non è quello di codificare, forse è semplicemente quello di scavare o, semplicemente, quello di accettare la nostra natura e vivere, vivere le riflessioni per quello che sono qui ed in questo momento senza sprofondare con un tuffo negli abissi con le ali di cera sciolte dal sole.
TECNICA: Scultura tessile in cime nautiche di recupero e resina epossidica, verniciatura acrilica, pezzo unico, supporto in pietra ed acciaio.