opera
Passato, Presente, Futuro
categoria | Scultura |
soggetto | Figura umana |
tags | |
base | 100 cm |
altezza | 70 cm |
profondità | 50 cm |
anno | 2018 |
Passato, Presente, Futuro, 2018
Silicone e materiali vari
Opera unica
L’opera racchiude un mondo nella riflessione sul tema della memoria, una memoria stratificata su più livelli, su una molteplicità di interpretazioni, una memoria che attiva connessioni sinaptiche tra passato, presente e futuro.
Le popolazioni Romanì, Rom, che nella lingua romanes significa “uomo”, da sempre definiti nomadi, senza cultura, accattoni, sono invece il popolo della memoria per eccellenza. Molti non sanno che il nomadismo dei Rom fu un adattamento di fronte alle repressioni, non una condizione etnica. Alcune circostanze accomunano Rom ed Ebrei: essere stati entrambi schiavi. I primi accusati di essere della stirpe maledetta di Caino, i secondi di deicidio. Ariani degradati gli uni, razza inferiore gli altri. Dai nazisti gli ebrei subirono la shoàh (distruzione), i Rom il porrajmos (divoramento). Ma se ai primi la Germania ha riconosciuto i danni, ai secondi nessun rimborso. Il motivo è che i Rom non sarebbero un popolo, un’unità culturale, ma una condizione. Nulla di più sbagliato e l'artista con la sua scultura restituisce il senso profondo della loro memoria culturale. Rom è sinonimo di musica, scrigno della loro identità culturale che ha fondato il jazz europeo e che rappresenta lingua, etica, filosofia di vita, narrazione, in una parola sola: memoria.
Rom è anche memoria nei gesti: quando una persona Rom muore, durante il suo funerale, vengono bruciati tutti i suoi beni, roulotte compresa, a garanzia che l’eredità non crei dissidi fra i parenti e dislivelli sociali nel gruppo. La scultura intenta la questua, atto di elemosinare offerte, che molto spesso riconduce all'atto del mendicare delle donne Rom. In verità è qualcosa che connette diverse culture, soprattutto religiose: nell'Antica Grecia i mendicanti erano sotto la protezione di Zeus, che puniva chi rifiutava di accoglierli; nel Cristianesimo si parla di carità, che allena spiritualmente; nell'Ebraismo ha attinenza con Tzedakà, ovvero con la giustizia; nel Buddismo tale pratica assume il nome di Brahmsta, che aiuta a superare l'attaccamento ai beni materiali e a conseguire meriti spirituali; nell'Induismo prende il nome di Dana ed è uno degli elementi che caratterizza una vita virtuosa.
Ancora oggi nella questua è racchiuso l'atto stesso del curare l'anima, l'esercizio dell'elemosina libera dall'avidità e in questa azione è racchiusa l'attualità di un gesto di antica memoria.
L’opera Passato, Presente, Futuro è realizzata in silicone (parti anatomiche), materiali vari (struttura interna antropomorfa), e abiti usati (esterno della parte antropomorfa).
Può essere esposta solo in spazi al coperto.
Esemplare unico
Silicone e materiali vari, dimensioni reali.
Silicone e materiali vari
Opera unica
L’opera racchiude un mondo nella riflessione sul tema della memoria, una memoria stratificata su più livelli, su una molteplicità di interpretazioni, una memoria che attiva connessioni sinaptiche tra passato, presente e futuro.
Le popolazioni Romanì, Rom, che nella lingua romanes significa “uomo”, da sempre definiti nomadi, senza cultura, accattoni, sono invece il popolo della memoria per eccellenza. Molti non sanno che il nomadismo dei Rom fu un adattamento di fronte alle repressioni, non una condizione etnica. Alcune circostanze accomunano Rom ed Ebrei: essere stati entrambi schiavi. I primi accusati di essere della stirpe maledetta di Caino, i secondi di deicidio. Ariani degradati gli uni, razza inferiore gli altri. Dai nazisti gli ebrei subirono la shoàh (distruzione), i Rom il porrajmos (divoramento). Ma se ai primi la Germania ha riconosciuto i danni, ai secondi nessun rimborso. Il motivo è che i Rom non sarebbero un popolo, un’unità culturale, ma una condizione. Nulla di più sbagliato e l'artista con la sua scultura restituisce il senso profondo della loro memoria culturale. Rom è sinonimo di musica, scrigno della loro identità culturale che ha fondato il jazz europeo e che rappresenta lingua, etica, filosofia di vita, narrazione, in una parola sola: memoria.
Rom è anche memoria nei gesti: quando una persona Rom muore, durante il suo funerale, vengono bruciati tutti i suoi beni, roulotte compresa, a garanzia che l’eredità non crei dissidi fra i parenti e dislivelli sociali nel gruppo. La scultura intenta la questua, atto di elemosinare offerte, che molto spesso riconduce all'atto del mendicare delle donne Rom. In verità è qualcosa che connette diverse culture, soprattutto religiose: nell'Antica Grecia i mendicanti erano sotto la protezione di Zeus, che puniva chi rifiutava di accoglierli; nel Cristianesimo si parla di carità, che allena spiritualmente; nell'Ebraismo ha attinenza con Tzedakà, ovvero con la giustizia; nel Buddismo tale pratica assume il nome di Brahmsta, che aiuta a superare l'attaccamento ai beni materiali e a conseguire meriti spirituali; nell'Induismo prende il nome di Dana ed è uno degli elementi che caratterizza una vita virtuosa.
Ancora oggi nella questua è racchiuso l'atto stesso del curare l'anima, l'esercizio dell'elemosina libera dall'avidità e in questa azione è racchiusa l'attualità di un gesto di antica memoria.
L’opera Passato, Presente, Futuro è realizzata in silicone (parti anatomiche), materiali vari (struttura interna antropomorfa), e abiti usati (esterno della parte antropomorfa).
Può essere esposta solo in spazi al coperto.
Esemplare unico
Silicone e materiali vari, dimensioni reali.