opera
POTERE AGLI SFRIDI
categoria | Altro |
soggetto | Astratto |
tags | Riciclo / Reticolo / Aggetto |
base | 107 cm |
altezza | 137 cm |
profondità | 33 cm |
anno | 2021 |
Assemblaggio di oggetti di recupero, su rete elettrosaldata in ferro - Opera unica
Gli “sfridi”, resti di lavorazioni industriali, artigiane, ma anche casalinghe, sono rifiuti per eccellenza. Anche ottimizzando al massimo l’utilizzo dei materiali, a fine lavori rimangono sempre avanzi da smaltire.
Già accatastati, ripiegati o impilati per essere condotti in discarica, gli sfridi trasmettono però, talvolta, un ultimo messaggio prima di finire nell’oblio.
E’ il fascino della materia in abbandono che si dispone, del tutto casualmente, a creare giochi di linee, intersezioni e accumulazioni, nonché luci e ombre, sprigionando una potenza espressiva che si potrebbe definire “arte involontaria”.
“Potere agli Sfridi”, che vede protagonisti tubi per l’irrigazione dismessi, vuole rendere onore proprio a quegli oggetti che, pur avendo già assolto alla loro funzione originaria, dimostrano di avere ancora diritto a un nuovo contesto in cui esibirsi.
I vecchi tubi in polietilene si abbarbicano e si affollano sulla rete elettrosaldata, insinuandosi tra le sue maglie e autosostenendosi tramite giochi di forze a contrasto.
La rete, dal canto suo, piegando verso l’esterno una porzione di trama, offre una sorta di mensola aggettante, che accoglie gli sfridi più minuti, non in grado di prendere parte alla tessitura principale.
Segnalati in rosso squillante, i vecchi supporti del sistema di irrigazione che punteggiano la composizione, si ergono orgogliosamente nel vuoto, in virtù della loro “silhouette” lanceolata.
Gli “sfridi”, resti di lavorazioni industriali, artigiane, ma anche casalinghe, sono rifiuti per eccellenza. Anche ottimizzando al massimo l’utilizzo dei materiali, a fine lavori rimangono sempre avanzi da smaltire.
Già accatastati, ripiegati o impilati per essere condotti in discarica, gli sfridi trasmettono però, talvolta, un ultimo messaggio prima di finire nell’oblio.
E’ il fascino della materia in abbandono che si dispone, del tutto casualmente, a creare giochi di linee, intersezioni e accumulazioni, nonché luci e ombre, sprigionando una potenza espressiva che si potrebbe definire “arte involontaria”.
“Potere agli Sfridi”, che vede protagonisti tubi per l’irrigazione dismessi, vuole rendere onore proprio a quegli oggetti che, pur avendo già assolto alla loro funzione originaria, dimostrano di avere ancora diritto a un nuovo contesto in cui esibirsi.
I vecchi tubi in polietilene si abbarbicano e si affollano sulla rete elettrosaldata, insinuandosi tra le sue maglie e autosostenendosi tramite giochi di forze a contrasto.
La rete, dal canto suo, piegando verso l’esterno una porzione di trama, offre una sorta di mensola aggettante, che accoglie gli sfridi più minuti, non in grado di prendere parte alla tessitura principale.
Segnalati in rosso squillante, i vecchi supporti del sistema di irrigazione che punteggiano la composizione, si ergono orgogliosamente nel vuoto, in virtù della loro “silhouette” lanceolata.