opera
Principle of organization
| categoria | Sound art |
| soggetto | Natura, Bellezza |
| tags | tree graph, algorithm, emergent properties, complexity theory, growing plants, complex systems |
| minuti | 20 |
| secondi | 0 |
| anno | 2019 |
Arte elettronica, Media, pezzo unico.
Strumento musicale elettronico, scultura interattiva e automatismo basato su un semplice algoritmo.
Materiale: vetro laserato, plastica, metallo, legno, plexiglass, sensori, sistema audio, computer
Dimensioni: 80 x 80 x 25 cm
Ci fu un tempo in cui ancora giace addormentato quel “c’era una volta”, il germoglio primordiale della creazione, il cui istinto di nascita genera una tradizione di mutamento. Fu quel primo input di spostamento di una presenza che permise la genesi del tempo, un suono veicolato nella forma di un'equazione di base.
A ricercare il segno primo che diede voce a tutto ciò che esiste, esprime spazio, è l'opera “Principio di organizzazione”, che prevede un sistema di attribuzione un timbro sonoro a quell'equazione di base, impercettibile un semplice e umano ascolto.
Si tratta di un'onda dispiegata in un grafo, atta a indicare quante volte, in un'unità di tempo, la funzione si ripete.
L'organizzazione circolare dell'installazione evoca la condizione meditativa di ascolto, influenza influenzale reciproca di causa con il micro e con il macro, estrapolandone la timbrica impercettibile. E in tal modo convogliare il germe pentametrico del suono in un'ispirazione organica dell'insieme, nella fusione tra visivo e visibile, nel binomio sintetico della percezione, unito alla fonte uditiva del segno. Il dispositivo circonferenziale è la risultante, si manifesta ai vertici della sua definizione attraverso un linguaggio che si genera dal ribadirsi di un algoritmo, esprimendo la sonorità nella computazione dei numeri.
E nel vortice visibile del segno, si traduce la linfa geometrica del suono, calibrando la sua libra nella sinaptica migrazione dello spazio. Procedono le convulsioni di un po 'nel circolo mantrico della radice, si dice di come un grafo possibile, nel limite della sua corteccia, racchiudere il circuito fertile della possibilità.
La funzione dell'artista si manifesta in una duplice funzionalità: la creazione di nuovi linguaggi di generazione sonora e sensibilizzare all'ascolto, con l'emissione di suoni meditativi, verso il proprio e altrui micro modo di esistere in sintonia con l'essere il tutto.
L'opera indaga sulla possibilità di utilizzo di modelli grafici complessi, generati da algoritmi semplici e ricorsivi, sfruttando i loro prodotti emergenti, secondo la relativa teoria della complessità e dell'auto-organizzazione nei sistemi naturali. Attraverso la computazione di queste grandi quantità di dati, matrici numeriche appartenenti alla cella fondamentale generata (struttura ad albero, basata sull'algoritmo relativo alla crescita delle piante) Wolfram Language ”del software Mathematica, ai fini di una ricerca timbrica e di uno sviluppo compositivo vengono organizzati e agglomerati in ambientazioni sonore caratterizzando la voce dell'opera; Selezionati questi paesaggi sonori digitali vengono aggiunti modulati dall'interazione con il fruitore.
L'interazione è resa possibile grazie a dei sensori di prossimità sulla superficie più prossima dell'opera; tali sensori che sono collegati ad un sistema audio-software realizzato ad-hoc (applicazione assemblata all'interno dell'ambiente di programmazione max-msp caricato su una scheda-computer), funziona la manipolazione del suono in tempo-reale attraverso il gesto di coloro che interagisce. Il concetto è quello di strumentalizzare la formula della fiaba, per creare un apparato comunicativo in cui il gesto incontra il suono primordiale del suo principio intimo.
Strumento musicale elettronico, scultura interattiva e automatismo basato su un semplice algoritmo.
Materiale: vetro laserato, plastica, metallo, legno, plexiglass, sensori, sistema audio, computer
Dimensioni: 80 x 80 x 25 cm
Ci fu un tempo in cui ancora giace addormentato quel “c’era una volta”, il germoglio primordiale della creazione, il cui istinto di nascita genera una tradizione di mutamento. Fu quel primo input di spostamento di una presenza che permise la genesi del tempo, un suono veicolato nella forma di un'equazione di base.
A ricercare il segno primo che diede voce a tutto ciò che esiste, esprime spazio, è l'opera “Principio di organizzazione”, che prevede un sistema di attribuzione un timbro sonoro a quell'equazione di base, impercettibile un semplice e umano ascolto.
Si tratta di un'onda dispiegata in un grafo, atta a indicare quante volte, in un'unità di tempo, la funzione si ripete.
L'organizzazione circolare dell'installazione evoca la condizione meditativa di ascolto, influenza influenzale reciproca di causa con il micro e con il macro, estrapolandone la timbrica impercettibile. E in tal modo convogliare il germe pentametrico del suono in un'ispirazione organica dell'insieme, nella fusione tra visivo e visibile, nel binomio sintetico della percezione, unito alla fonte uditiva del segno. Il dispositivo circonferenziale è la risultante, si manifesta ai vertici della sua definizione attraverso un linguaggio che si genera dal ribadirsi di un algoritmo, esprimendo la sonorità nella computazione dei numeri.
E nel vortice visibile del segno, si traduce la linfa geometrica del suono, calibrando la sua libra nella sinaptica migrazione dello spazio. Procedono le convulsioni di un po 'nel circolo mantrico della radice, si dice di come un grafo possibile, nel limite della sua corteccia, racchiudere il circuito fertile della possibilità.
La funzione dell'artista si manifesta in una duplice funzionalità: la creazione di nuovi linguaggi di generazione sonora e sensibilizzare all'ascolto, con l'emissione di suoni meditativi, verso il proprio e altrui micro modo di esistere in sintonia con l'essere il tutto.
L'opera indaga sulla possibilità di utilizzo di modelli grafici complessi, generati da algoritmi semplici e ricorsivi, sfruttando i loro prodotti emergenti, secondo la relativa teoria della complessità e dell'auto-organizzazione nei sistemi naturali. Attraverso la computazione di queste grandi quantità di dati, matrici numeriche appartenenti alla cella fondamentale generata (struttura ad albero, basata sull'algoritmo relativo alla crescita delle piante) Wolfram Language ”del software Mathematica, ai fini di una ricerca timbrica e di uno sviluppo compositivo vengono organizzati e agglomerati in ambientazioni sonore caratterizzando la voce dell'opera; Selezionati questi paesaggi sonori digitali vengono aggiunti modulati dall'interazione con il fruitore.
L'interazione è resa possibile grazie a dei sensori di prossimità sulla superficie più prossima dell'opera; tali sensori che sono collegati ad un sistema audio-software realizzato ad-hoc (applicazione assemblata all'interno dell'ambiente di programmazione max-msp caricato su una scheda-computer), funziona la manipolazione del suono in tempo-reale attraverso il gesto di coloro che interagisce. Il concetto è quello di strumentalizzare la formula della fiaba, per creare un apparato comunicativo in cui il gesto incontra il suono primordiale del suo principio intimo.
