opera
PROCESSION OF THE VIRGINS
categoria | Performance |
soggetto | Architettura, Astratto, Natura, Paesaggio |
tags | Landscape, Voice, sound art, impromptu choir, Site-specific, interactive |
ore | 1 |
minuti | 30 |
secondi | 0 |
anno | 2019 |
Performance interattiva di improvvisazione corale.
LA PROCESSIONE DELLE VERGINI è una performance site-specific a tappe, che trae ispirazione e forma dalle processioni tradizionali del sud Italia e in particolar modo da quelle del paese del sud Sardegna in cui ho trascorso l'infanzia.
Vesti bianche, una lenta camminata su un tappeto odoroso di petali ed erbe aromatiche, il silenzio, il mormorio e poi i canti.
Viene ricreata una liturgia itinerante per celebrare il paesaggio. L'erba e la terra, gli alberi e le pietre, le rovine e gli edifici: queste sono le nostre innocenti vergini silenziose.
Attraverso un ascolto profondo, gli umani possono connettersi e persino dare loro voce, canalizzando la loro essenza e i loro suoni latenti, per creare una sinfonia di voci inascoltate.
Nelle mie performance d’improvvisazione, la figura del medium fa da cardine a un dialogo altrimenti impossibile. E il medium è colui che crea ponti tra le isole. Non solo il performer quindi, ma ogni presente è invitato a sperimentare ed esperire la catarsi di un ascolto non auditivo e di una vocalità non votata alla mera performance.
È un rituale. E in esso il canto si fa unanime, solenne, estemporaneo.
Grazie alle architetture e alle storie dei luoghi, il coro convoglia le informazioni nascoste nei luoghi per trasmutarle in polifonie complesse e in veri e propri canti.
L'audio presente nei video, è parte del materiale originale registrato in loco durante le performance live (audience di circa 60 persone).
Si consiglia di utilizzare cuffie o auricolari per una maggiore qualità audio e un ascolto più immersivo.
LA PROCESSIONE DELLE VERGINI è una performance site-specific a tappe, che trae ispirazione e forma dalle processioni tradizionali del sud Italia e in particolar modo da quelle del paese del sud Sardegna in cui ho trascorso l'infanzia.
Vesti bianche, una lenta camminata su un tappeto odoroso di petali ed erbe aromatiche, il silenzio, il mormorio e poi i canti.
Viene ricreata una liturgia itinerante per celebrare il paesaggio. L'erba e la terra, gli alberi e le pietre, le rovine e gli edifici: queste sono le nostre innocenti vergini silenziose.
Attraverso un ascolto profondo, gli umani possono connettersi e persino dare loro voce, canalizzando la loro essenza e i loro suoni latenti, per creare una sinfonia di voci inascoltate.
Nelle mie performance d’improvvisazione, la figura del medium fa da cardine a un dialogo altrimenti impossibile. E il medium è colui che crea ponti tra le isole. Non solo il performer quindi, ma ogni presente è invitato a sperimentare ed esperire la catarsi di un ascolto non auditivo e di una vocalità non votata alla mera performance.
È un rituale. E in esso il canto si fa unanime, solenne, estemporaneo.
Grazie alle architetture e alle storie dei luoghi, il coro convoglia le informazioni nascoste nei luoghi per trasmutarle in polifonie complesse e in veri e propri canti.
L'audio presente nei video, è parte del materiale originale registrato in loco durante le performance live (audience di circa 60 persone).
Si consiglia di utilizzare cuffie o auricolari per una maggiore qualità audio e un ascolto più immersivo.