opera
Res Humanae
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale, Architettura |
tags | mental health, installation, site responsive, engaged art, suicide |
base | 580000 cm |
altezza | 1400 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2018 |
"Res Humanae"
2018
Sedie in legno, luci LED a ricarica solare, cavi in acciaio
5800 x 14 m
Opera site-responsive della durata di 4 mesi, realizzata sul ponte della tangenziale di Biella come invito alla riflessione sul delicato tema dei suicidi, molto presenti nel territorio biellese.
Le cinquanta sedie vuote appese al ponte assumono il ruolo di metafora dell’essere umano e della sua assenza nel momento in cui si svuotano. Un progetto nato per far riflettere sul valore della vita e sulle scelte che compiamo ogni giorno, denunciando l’inattività delle istituzioni nei confronti del malessere diffuso, e della scarsa importanza mediatica data ai centri d’ascolto e alla tutela della salute mentale. L’opera è stata fruibile sia nelle ore diurne sia in quelle notturne, in quanto, con l’oscurità, le sedie brillavano nel buio per mezzo di led che le trasformavano in tante piccole lucciole o stelle, sospese a mezz’aria tra la terra e il ponte.
Res Humane ha spaccato l’opinione pubblica, creando nel territorio un dibattito senza precedenti sul tema, riempendo per mesi i giornali e facendo parlare di un tabù ancora troppo solido.
In seguito all’intervento il ponte è stato messo in sicurezza, vietando il transito pedonale, installando delle barriere e posizionando svariate telecamere e sirene d’allarme.
2018
Sedie in legno, luci LED a ricarica solare, cavi in acciaio
5800 x 14 m
Opera site-responsive della durata di 4 mesi, realizzata sul ponte della tangenziale di Biella come invito alla riflessione sul delicato tema dei suicidi, molto presenti nel territorio biellese.
Le cinquanta sedie vuote appese al ponte assumono il ruolo di metafora dell’essere umano e della sua assenza nel momento in cui si svuotano. Un progetto nato per far riflettere sul valore della vita e sulle scelte che compiamo ogni giorno, denunciando l’inattività delle istituzioni nei confronti del malessere diffuso, e della scarsa importanza mediatica data ai centri d’ascolto e alla tutela della salute mentale. L’opera è stata fruibile sia nelle ore diurne sia in quelle notturne, in quanto, con l’oscurità, le sedie brillavano nel buio per mezzo di led che le trasformavano in tante piccole lucciole o stelle, sospese a mezz’aria tra la terra e il ponte.
Res Humane ha spaccato l’opinione pubblica, creando nel territorio un dibattito senza precedenti sul tema, riempendo per mesi i giornali e facendo parlare di un tabù ancora troppo solido.
In seguito all’intervento il ponte è stato messo in sicurezza, vietando il transito pedonale, installando delle barriere e posizionando svariate telecamere e sirene d’allarme.