opera
WRAP
categoria | Scultura |
soggetto | Astratto |
tags | |
base | 80 cm |
altezza | 80 cm |
profondità | 80 cm |
anno | 2023 |
WRAP YOU!
Di Federica Flore
Igor Grigoletto immagina per Corradini Home Solution un’installazione specifica, non solo in riferimento al sito, ma soprattutto alla committenza, alle persone che l’hanno profondamente voluta.
WRAP nasce dal bisogno di mettere in evidenza non tanto uno spazio-contenitore, piuttosto il suo contenuto, caratterizzato dall’identità delle sue persone, dalle dinamiche tra esse e dalle relazioni della vita esperita nel quotidiano proprio in questo luogo.
Nell’opera troviamo tutta l’ebbrezza di un processo costruttivo, che norma ciò che prima di un tale pensiero sembrava non poter esistere. Grazie a Igor, ci troviamo di fronte ad una forma quasi organica, viva, dinamica e cangiante, sebbene essa rimanga incastonata in una parete.
Ma allora, chi può vivere questo spazio animato come da una fiamma interiore e costituito da sovrapposizioni di piani, sebbene diversi, così stabili anche nella precarietà? Beh, chiunque sappia passeggiare, cacciare, provocare e farsi coinvolgere da questa passione. Qui, in primis, troviamo chi ha chiesto che avvenisse un cambiamento, chi l’ha permesso, chi ne usufruirà. Committente, artista e fruitore diventano un tutt’uno in vista di una rinnovata quotidianità dello spazio.
Da questo pensiero, Igor Grigoletto attraversa il suo linguaggio, adesso consolidato, per abbattere le barriere dell’ovvietà di quelle risposte anche estetiche che ci si aspetta da un artista ormai fortemente incanalato nei propri segni, ricostituendolo. Ne nascono curve, linee non più spezzate, evoluzioni ed armonia.
Appare così WRAP, una vera e propria struttura emotiva. Una spirale rossa come la passione di tutti gli attori coinvolti. Questa volta, l’artista non ha bisogno di legature, come è solito osservare nei suoi lavori, non è necessario evidenziare l’interdipendenza: è già insita nella struttura stessa.
L’opera presenta uno sfondo nero per aumentare la profondità, come uno specchio onirico. Di fronte a sé il fruitore può giocare con il buio e il crescente contrasto con il rosso fiammante della scultura in fuoriuscita, lo inglobano in una dinamica fortemente espressiva. Più che una scultura, però, è preferibile chiamarla installazione, “arte tridimensionale”, come la definisce lo stesso artista. Essa, nel suo volume tubolare nasce dal muro, è sedimentata nell’essenza stessa della struttura architettonica, non è un nuovo pezzo messo successivamente, è come un’anima che si manifesta sempre più evidentemente in maniera progressiva, in un tempo crescente.
I legami sono forti, sono plurilaterali: gli stessi precetti della committenza che vuole condurre il cliente verso una soluzione unica. Igor, con la fuoriuscita di questa personalissima spirale rossa, interpreta un modo di vivere questo spazio che, metaforicamente, occupa a partire dall’interno, come un cuore, nel battito. Ecco, si genera movimento, si modifica il tempo, le regole fisiche della statica, messe in evidenza dalla scelta sapiente di Grigoletto di dirigere la prospettiva della fruizione dal basso verso l’alto in una propulsione per nulla regolare, sono messe in discussione, come le emozioni, come le persone: mai inscrivibili in un ritmo perfetto.
WRAP appunto non è costrizione, ma un avvolgimento confortevole. Il titolo stesso stimola la rappresentazione di quel pezzetto di identità che mancava allo spazio: come il focolare al centro delle case antiche e tutto intorno è vita.
Una rete di agganci, di incontri di avvolgimenti e riavvolgimenti del sé immerso in questa realtà che non deve rimanere sospesa, ma proporre verità e attaccamento.
Igor Grigoletto si presenta come un artista attento alla dimensione relazionale, nella quale scoprire una rinnovata misura della conoscenza dello spazio, che determina la natura di passaggi degli abitanti di quell’area specifica che chiamiamo WRAP!
Di Federica Flore
Igor Grigoletto immagina per Corradini Home Solution un’installazione specifica, non solo in riferimento al sito, ma soprattutto alla committenza, alle persone che l’hanno profondamente voluta.
WRAP nasce dal bisogno di mettere in evidenza non tanto uno spazio-contenitore, piuttosto il suo contenuto, caratterizzato dall’identità delle sue persone, dalle dinamiche tra esse e dalle relazioni della vita esperita nel quotidiano proprio in questo luogo.
Nell’opera troviamo tutta l’ebbrezza di un processo costruttivo, che norma ciò che prima di un tale pensiero sembrava non poter esistere. Grazie a Igor, ci troviamo di fronte ad una forma quasi organica, viva, dinamica e cangiante, sebbene essa rimanga incastonata in una parete.
Ma allora, chi può vivere questo spazio animato come da una fiamma interiore e costituito da sovrapposizioni di piani, sebbene diversi, così stabili anche nella precarietà? Beh, chiunque sappia passeggiare, cacciare, provocare e farsi coinvolgere da questa passione. Qui, in primis, troviamo chi ha chiesto che avvenisse un cambiamento, chi l’ha permesso, chi ne usufruirà. Committente, artista e fruitore diventano un tutt’uno in vista di una rinnovata quotidianità dello spazio.
Da questo pensiero, Igor Grigoletto attraversa il suo linguaggio, adesso consolidato, per abbattere le barriere dell’ovvietà di quelle risposte anche estetiche che ci si aspetta da un artista ormai fortemente incanalato nei propri segni, ricostituendolo. Ne nascono curve, linee non più spezzate, evoluzioni ed armonia.
Appare così WRAP, una vera e propria struttura emotiva. Una spirale rossa come la passione di tutti gli attori coinvolti. Questa volta, l’artista non ha bisogno di legature, come è solito osservare nei suoi lavori, non è necessario evidenziare l’interdipendenza: è già insita nella struttura stessa.
L’opera presenta uno sfondo nero per aumentare la profondità, come uno specchio onirico. Di fronte a sé il fruitore può giocare con il buio e il crescente contrasto con il rosso fiammante della scultura in fuoriuscita, lo inglobano in una dinamica fortemente espressiva. Più che una scultura, però, è preferibile chiamarla installazione, “arte tridimensionale”, come la definisce lo stesso artista. Essa, nel suo volume tubolare nasce dal muro, è sedimentata nell’essenza stessa della struttura architettonica, non è un nuovo pezzo messo successivamente, è come un’anima che si manifesta sempre più evidentemente in maniera progressiva, in un tempo crescente.
I legami sono forti, sono plurilaterali: gli stessi precetti della committenza che vuole condurre il cliente verso una soluzione unica. Igor, con la fuoriuscita di questa personalissima spirale rossa, interpreta un modo di vivere questo spazio che, metaforicamente, occupa a partire dall’interno, come un cuore, nel battito. Ecco, si genera movimento, si modifica il tempo, le regole fisiche della statica, messe in evidenza dalla scelta sapiente di Grigoletto di dirigere la prospettiva della fruizione dal basso verso l’alto in una propulsione per nulla regolare, sono messe in discussione, come le emozioni, come le persone: mai inscrivibili in un ritmo perfetto.
WRAP appunto non è costrizione, ma un avvolgimento confortevole. Il titolo stesso stimola la rappresentazione di quel pezzetto di identità che mancava allo spazio: come il focolare al centro delle case antiche e tutto intorno è vita.
Una rete di agganci, di incontri di avvolgimenti e riavvolgimenti del sé immerso in questa realtà che non deve rimanere sospesa, ma proporre verità e attaccamento.
Igor Grigoletto si presenta come un artista attento alla dimensione relazionale, nella quale scoprire una rinnovata misura della conoscenza dello spazio, che determina la natura di passaggi degli abitanti di quell’area specifica che chiamiamo WRAP!