opera
Screenshot
categoria | Digital art |
soggetto | Bellezza, Figura umana, Politico/Sociale |
tags | |
base | 70 cm |
altezza | 40 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2022 |
Quale ruolo può avere la fotografia nella nostra società contemporanea? In un sistema saturo di immagini, dove le macchine generano arte e dove tutti sono fotografi; come attuare una vera sperimentazione artistica senza cadere nel gorgo visivo senza fine? E come raccontare il senso di appartenenza se la nostra esistenza sta diventando sempre più labile ed effimera?
In una sua recente conferenza, Falcinelli ha ipotizzato che il futuro della fruizione sarà caratterizzato da un'esperienza diffusa e totale. Dove i media diverranno sempre più impercettibili, ma invasivi, avvolgendo ogni cosa senza confini alcuni. Come le opere musive in San Marco a Venezia, che rivestono ogni centimetro della superficie dell'edificio, in un passaggio repentino da un tema all'altro, senza stacchi netti, ma con assoluta fluidità.
In un simile contesto, anche la nozione stessa di fotografia subirà ulteriori mutazioni, spingendosi ancora oltre rispetto alle esperienze pionieristiche della postfotografia.
Una risposta potrebbe trovarsi all'interno di questo progetto artistico. Screenshot è il titolo dei singoli scatti ma anche dell'intera serie fotografica. Un progetto nato col fine di costruire un argine alla mareggiata di immagini che travolge la realtà. E di comprendere come le nuove tecnologie abbiano trasformato la nostra concezione di luogo. Non l'azione sovversiva di un fotografo, ma la riflessione di un artista che usa la fotografia, come tanti altri mezzi espressivi, e che si interroga sulle sue possibilità di raccontare il contemporaneo.
Qui, danzando in una dimensione metafotografica, sono gli schermi stessi a diventare soggetti e mezzi della sperimentazione. Le immagini più disparate si sovrappongono, mischiandosi a testi, icone, video, in una stratificazione continua che contempla la sola visione simultanea. Come una qualsiasi escursione digitale, dove la contaminazione tra i diversi codici è alla base del tentativo di dar forma ad una fruizione totale. E dove il repentino passaggio dà vita a forme narrative ed esperienziali inedite.
Nel progetto la fotografia si manifesta in questo modo, come da titolo, attraverso gli screenshots. Fotografie che immortalano il paesaggio presente all'interno dei nostri schermi, raccontando, spesso con estrema sincerità, anche gli aspetti più celati. Sono delle non-fotografie che congelano al loro interno tutto il firmamento della nostra quotidiana esistenza, appiattita su uno schermo.
Un luogo a cui apparteniamo e che crediamo ci appartenga.
In una sua recente conferenza, Falcinelli ha ipotizzato che il futuro della fruizione sarà caratterizzato da un'esperienza diffusa e totale. Dove i media diverranno sempre più impercettibili, ma invasivi, avvolgendo ogni cosa senza confini alcuni. Come le opere musive in San Marco a Venezia, che rivestono ogni centimetro della superficie dell'edificio, in un passaggio repentino da un tema all'altro, senza stacchi netti, ma con assoluta fluidità.
In un simile contesto, anche la nozione stessa di fotografia subirà ulteriori mutazioni, spingendosi ancora oltre rispetto alle esperienze pionieristiche della postfotografia.
Una risposta potrebbe trovarsi all'interno di questo progetto artistico. Screenshot è il titolo dei singoli scatti ma anche dell'intera serie fotografica. Un progetto nato col fine di costruire un argine alla mareggiata di immagini che travolge la realtà. E di comprendere come le nuove tecnologie abbiano trasformato la nostra concezione di luogo. Non l'azione sovversiva di un fotografo, ma la riflessione di un artista che usa la fotografia, come tanti altri mezzi espressivi, e che si interroga sulle sue possibilità di raccontare il contemporaneo.
Qui, danzando in una dimensione metafotografica, sono gli schermi stessi a diventare soggetti e mezzi della sperimentazione. Le immagini più disparate si sovrappongono, mischiandosi a testi, icone, video, in una stratificazione continua che contempla la sola visione simultanea. Come una qualsiasi escursione digitale, dove la contaminazione tra i diversi codici è alla base del tentativo di dar forma ad una fruizione totale. E dove il repentino passaggio dà vita a forme narrative ed esperienziali inedite.
Nel progetto la fotografia si manifesta in questo modo, come da titolo, attraverso gli screenshots. Fotografie che immortalano il paesaggio presente all'interno dei nostri schermi, raccontando, spesso con estrema sincerità, anche gli aspetti più celati. Sono delle non-fotografie che congelano al loro interno tutto il firmamento della nostra quotidiana esistenza, appiattita su uno schermo.
Un luogo a cui apparteniamo e che crediamo ci appartenga.