opera
Socialmente asociale
categoria | Fotografia |
soggetto | Politico/Sociale, Paesaggio |
tags | SOCIALITA' |
base | 70 cm |
altezza | 90 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2023 |
foto di Luisa Valeriani su plexiglass e dibond in sovrapposizione, postprodotta e lavorata con colori a rilievo per vetro, opera unica
“Milano, sì. Ma poteva essere la piazza di qualsiasi altra città. Forse la “vostra” città?”
Ognuno assorto nei propri pensieri, una comunità disgiunta ma unita nei social, socialmente asociale. Perché facciamo vedere foto di noi stessi, diciamo opinioni, commentiamo tutto e tutti, e poi non abbiamo il coraggio di parlare con chi ci è accanto, neanche lo guardiamo o addirittura non chiediamo scusa se camminando lo urtiamo.
Chiediamo” amicizia, una dopo l’altra, come ciliegie, e sputiamo commenti come noccioli. Alla fine nei social possiamo essere chi vogliamo, possiamo apparire come vogliamo, perché nel mondo reale bisogna avere coraggio di essere chi si è, ma non è facile. E allora testa bassa sul telefono mentre scrolliamo le storie di persone che neanche conosciamo e camminiamo verso il nostro “obiettivo”.
La critica non è rivolta ai social, ma a chi pensa di trovare in quel mondo le risposte alla propria socialità.
“Milano, sì. Ma poteva essere la piazza di qualsiasi altra città. Forse la “vostra” città?”
Ognuno assorto nei propri pensieri, una comunità disgiunta ma unita nei social, socialmente asociale. Perché facciamo vedere foto di noi stessi, diciamo opinioni, commentiamo tutto e tutti, e poi non abbiamo il coraggio di parlare con chi ci è accanto, neanche lo guardiamo o addirittura non chiediamo scusa se camminando lo urtiamo.
Chiediamo” amicizia, una dopo l’altra, come ciliegie, e sputiamo commenti come noccioli. Alla fine nei social possiamo essere chi vogliamo, possiamo apparire come vogliamo, perché nel mondo reale bisogna avere coraggio di essere chi si è, ma non è facile. E allora testa bassa sul telefono mentre scrolliamo le storie di persone che neanche conosciamo e camminiamo verso il nostro “obiettivo”.
La critica non è rivolta ai social, ma a chi pensa di trovare in quel mondo le risposte alla propria socialità.