opera
Taccuino botanico
categoria | Altro |
soggetto | Natura, Astratto |
tags | Libro d'artista |
base | 13 cm |
altezza | 19 cm |
profondità | 2 cm |
anno | 2019 |
Libro d'artista. Ricerche tintorie
L'erba, comunemente detta, o le piante erbacee se vogliamo essere più precisi, condividono la stessa radice con le erbacce. Origine botanica e linguistica ma non solo. Le piante erbacee e le erbacce, infestanti o malerba che dir si voglia, sono sempre uniche e nella propria unicità riflettono la storia dei luoghi, della terra da cui traggono la forza per crescere.
Prendere l'erba e la malerba e farne un taccuino significa in qualche modo appuntare la vita per esprimerle in una muta di colori che cambiano nel tempo e che non estraggono ma aggiungono uno strato di realtà invisibile al mondo visibile.
Esiste un nesso tra l'arte intesa come atto creativo e la nostra percezione dello spazio e del tempo.
Andare alla radice di un luogo, saperne cogliere la memoria, risalirne il principio, immaginarne il futuro, e nel frattempo attraversarlo nello spazio attraverso il tempo, passeggiarlo, dialogarlo, vuol dire viverlo, condividerlo, riempirlo ed arricchirlo come spazio vitale vivendolo.
Michele Gerace
Con i Taccuini botanici ho voluto riproporre la forma libro come rinnovato modo di rappresentazione narrativa, luogo di memoria e conservazione reale e concreta. Libri d’autore che portassero ai fruitori il senso di delicatezza di un oggetto consultabile ma delicato, “rovesciando la maleducazione di toccare con le mani” il cui valore oggi è quello di richiamare tutti a scoprire la bellezza, una bellezza che educa.
I Taccuini botanici descrivono il luogo traendone ed estraendone il colore da una natura invisibile agli occhi e sempre più spesso senza identità propria per i più. Dare - con il colore - un’identità alla flora invisibile, per quanto inevitabilmente presente e indispensabile, vuole restituire lo stato di individuo ad ogni essere, riflettendo in questo modo anche sull'identità dell'uomo e sul suo percorso esistenziale.
Assieme ai taccuini contenenti alcune sindoni vegetali, l’idea è quella di chiudere il cerchio dandoci una visione completa del luogo attraverso i due parametri fondamentali, assi della sensibilità antica: la luminosità (la luce, il colore) e la densità (la materia, la forma).
L'erba, comunemente detta, o le piante erbacee se vogliamo essere più precisi, condividono la stessa radice con le erbacce. Origine botanica e linguistica ma non solo. Le piante erbacee e le erbacce, infestanti o malerba che dir si voglia, sono sempre uniche e nella propria unicità riflettono la storia dei luoghi, della terra da cui traggono la forza per crescere.
Prendere l'erba e la malerba e farne un taccuino significa in qualche modo appuntare la vita per esprimerle in una muta di colori che cambiano nel tempo e che non estraggono ma aggiungono uno strato di realtà invisibile al mondo visibile.
Esiste un nesso tra l'arte intesa come atto creativo e la nostra percezione dello spazio e del tempo.
Andare alla radice di un luogo, saperne cogliere la memoria, risalirne il principio, immaginarne il futuro, e nel frattempo attraversarlo nello spazio attraverso il tempo, passeggiarlo, dialogarlo, vuol dire viverlo, condividerlo, riempirlo ed arricchirlo come spazio vitale vivendolo.
Michele Gerace
Con i Taccuini botanici ho voluto riproporre la forma libro come rinnovato modo di rappresentazione narrativa, luogo di memoria e conservazione reale e concreta. Libri d’autore che portassero ai fruitori il senso di delicatezza di un oggetto consultabile ma delicato, “rovesciando la maleducazione di toccare con le mani” il cui valore oggi è quello di richiamare tutti a scoprire la bellezza, una bellezza che educa.
I Taccuini botanici descrivono il luogo traendone ed estraendone il colore da una natura invisibile agli occhi e sempre più spesso senza identità propria per i più. Dare - con il colore - un’identità alla flora invisibile, per quanto inevitabilmente presente e indispensabile, vuole restituire lo stato di individuo ad ogni essere, riflettendo in questo modo anche sull'identità dell'uomo e sul suo percorso esistenziale.
Assieme ai taccuini contenenti alcune sindoni vegetali, l’idea è quella di chiudere il cerchio dandoci una visione completa del luogo attraverso i due parametri fondamentali, assi della sensibilità antica: la luminosità (la luce, il colore) e la densità (la materia, la forma).