The Dispersed Debris Of Houses

opera
The Dispersed Debris Of Houses
The Dispersed Debris Of Houses
categoria Pittura
soggetto Politico/Sociale, Paesaggio, Natura
tags plants, Gaia, pattern, pattern roller, Earth, freestyle landscape
base 330 cm
altezza 160 cm
profondità 0 cm
anno 2021
L'uomo, da ingenuo osservatore moderno, crede di non essere in alcun modo legato alla natura, della quale, tuttavia, può disporre liberamente. La situazione contemporanea mostra la gravità di questo errore. Solo lentamente stiamo comprendendo la gravità del nostro atteggiamento. Quante belle sponde sono già coperte da rifiuti in plastica, da chiazze di petrolio dell'ultimo incidente navale o da un villaggio vacanze? La natura, nonostante la sua evoluzione dominata da leggi immutabili, non è più controparte affidabile e talvolta integra dell'uomo. Ma lo è mai veramente stata? La crisi ecologica non è solo una crisi della natura, è in egual misura una crisi culturale. L'uomo e la natura sono connessi, fra di loro solo sei gradi di separazione, o meglio: Sei gradi di connessione. Questo vale per la relazione che esiste con un mercato a Wuhan come con gli alberi dell'Amazzonia, con alcuni pesci nel Danubio o con il ghiaccio che si scioglie in Groenlandia. Ashkan Sepavand descrive questo disastroso, impenetrabile caos come:

"A steaming mixture of sea and earth, of salty seawater, cultivated soils, chemical residues, fats, oils, livestock cadavers, the dispersed debris of houses, trees, cars, plastics, electronics, metal alloys, textiles, crops, stuff, the traces of synthetic compounds, pharmaceuticals, antibiotics, heavy metal pollutants, pesticides, fertilizers, explosives, and artificial radionuclides abound." (Ashkan Sepavand: MUD: All worlds, all times!)

Il battito d'ali di una farfalla in Brasile può scatenare un tornado in Texas; una tazza di caffè scartata incautamente in Texas può colpire mortalmente quella farfalla. Viviamo in mezzo a un'intricata rete di innumerevoli cose viventi, impigliati nelle trame degli effetti globali del Capitalocene.

Il lavoro "The Dispersed Debris Of Houses" è fatto con pittura a guazzo, vernice spray e acrilici su tela intonsa. Paesaggi distorti e frammentari, ma comunque belli, sono sovrascritti con citazioni raccolte e frammenti di parole che mi hanno turbata e che dovrebbero fare lo stesso con lo spettatore. Il lavoro fa parte della serie "How to Speak about the Earth", iniziata nell'autunno 2020. E' motivato dall''impegno contro la cosiddetta "crisi climatica" e dall'analisi di Bruno Latour della situazione attuale, descritta nel suo libro "Facing Gaia".
artista
Hannah Stippl
Pittore, Artista, Vienna
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