opera
The Walker
categoria | Installazione |
soggetto | Figura umana |
tags | |
base | 65 cm |
altezza | 110 cm |
profondità | 60 cm |
anno | 2020 |
The Walker” è una installazione che vive nell’assemblaggio di due girelli, uno per bambini e uno per anziani, accomunati dal nome e in parte anche dalla funzione.
Il primo (usato dall’artista da piccolo), con le ruote rivolte al suolo, viene usato dai bambini per muovere i primi passi in un mondo che non conoscono, in cui non esiste la paura della morte e, inevitabilmente, non esiste un’idea della vita. Le ruote posate sul suolo rappresentano un qualcosa di estremamente terreno, in cui l’assoluta inconsapevolezza non lascia spazio a niente che non sia la scoperta e l’irruenza infantile.
Il secondo girello,con le ruote rivolte verso l’alto è quello usato abitualmente dalle persone anziane, quando i problemi fisici e la vita vissuta rappresentano un peso difficile da reggere per un corpo soltanto. Le ruote rivolte al cielo rimandano a una matura spiritualità, alla certezza di una fine imminente che si presenta a chiunque, ma soprattutto agli occhi di un anziano, come la paura più insuperabile.
Il dolore, la perdita, la morte e il dubbio assoluto che il domani sia tutto o sia il vuoto.
I due oggetti, incastrati e immobili davanti agli occhi dello spettatore, sono in realtà la piena essenza del movimento emotivo e fisico, presentandosi come due strumenti imprescindibili in un cammino unico, scandito in due tempi distiniti: quello dei primi passi dopo l’inizio e quello degli ultimi prima della fine.
Il primo (usato dall’artista da piccolo), con le ruote rivolte al suolo, viene usato dai bambini per muovere i primi passi in un mondo che non conoscono, in cui non esiste la paura della morte e, inevitabilmente, non esiste un’idea della vita. Le ruote posate sul suolo rappresentano un qualcosa di estremamente terreno, in cui l’assoluta inconsapevolezza non lascia spazio a niente che non sia la scoperta e l’irruenza infantile.
Il secondo girello,con le ruote rivolte verso l’alto è quello usato abitualmente dalle persone anziane, quando i problemi fisici e la vita vissuta rappresentano un peso difficile da reggere per un corpo soltanto. Le ruote rivolte al cielo rimandano a una matura spiritualità, alla certezza di una fine imminente che si presenta a chiunque, ma soprattutto agli occhi di un anziano, come la paura più insuperabile.
Il dolore, la perdita, la morte e il dubbio assoluto che il domani sia tutto o sia il vuoto.
I due oggetti, incastrati e immobili davanti agli occhi dello spettatore, sono in realtà la piena essenza del movimento emotivo e fisico, presentandosi come due strumenti imprescindibili in un cammino unico, scandito in due tempi distiniti: quello dei primi passi dopo l’inizio e quello degli ultimi prima della fine.