touched women

opera
touched women
touched women
categoria Illustrazione
soggetto Figura umana
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base 200 cm
altezza 200 cm
profondità 50 cm
anno 2020
Tutto inizia sempre dalla mano, la parte più attiva del corpo, la parte anatomica che mantiene le tracce più ancestrali dell’arte. La mano ascolta, trasforma la materia, segue le azioni interiori. L’uomo lascia già in età rupestre le impronte delle proprie mani (“La cueva de la manos”, Argentina) la mano come dispositivo di fede e di giudizio, invocando la Mano di Dio nella disperazione. “La mano di Fatima” segno di dolore più atroce ricevuto in amore e non ricambiato ferendo se stessi. “La creazione di Adamo” di Michelangelo per la cappella sistina, un dialogo tra umano e divino. La visione delle mani assume gli aspetti più misteriosi ed affascinanti nelle culture, confluendo persino come emblema della chiaromanzia, nelle culture zingare. Nel novecento la mano diventa sempre più intensa nelle sue rappresentazioni, come ne “Le mani che disegnano” di Escher e ne “La main ouverte” di Le Corbousier entrambi rendono plastici la forma della mano, scultorea, multi sfaccettata, geometrica. Friedrich Schiller (citato in un noto dipinto di Klimt “nuda Veritas”) afferma: “L’arte è la mano destra della natura.”
Le mani sono la dialettica e la personalità di un artista, la conferma del fare. Le mani sono direttamente connesse alle caratteristiche creative di un artista. Gli istinti fanno della mano la penna in grado di manifestare gli universi sensoriali, sfiora, trasla il nostro sentire verso il pensiero e viceversa. Le mani sono il simbolo della reciprocità, del donare ricevere, sono il tramite tra il sentire e il capire.
Da queste nostre considerazioni, nascono innumerevoli opere di C.M. Carollo in collaborazione con Giusi Sanfilippo, dedicate alle mani in connubio a pensiero, come simbolo di ricerca infinita tra percezione sensoriale e creazione. Le mani nella visione artistica GoldCaos possono creare un linguaggio che rigenera, rendendo libera ogni possibile narrazione artistica.
In una analisi successiva e progressiva nel corso degli anni GoldCaos inizia ad osservare il concetto di mano legato al femminile in una società come la nostra. Il linguaggio dei gesti è più o meno accentuato a secondo delle culture, ma va preso atto che un dito medio, un puntare il dito, l’apertura di una o entrambi le mani è diventato un linguaggio universalmente riconoscibile.
Già presso gli antichi greci, il gesto degli antichi greci il simbolo del dito medio era offensivo, cosi come per i romani era il “digitus impudicus” legato a concetti di impurità dei gesti. Tradizione riportata dal cinema, teatro e arte fino ai tempi odierni con il senso del “fuck you”. Cosi come puntare il dito diventa un atto di accusa palese. GoldCaos si pone a riguardo la seguente questione: qual è il limite tra volgarità e senso artistico?
È più che chiaro che i margini sono sottili a riguardo, che se da un lato sussistono in arte pensieri culturali elevati non si possono escludere dall’arte visiva la vita comunicativa e i linguaggi gestuali di massa. L’arte non è solo bellezza, ma anche espressione di rabbia e di ribellione ai preconcetti, l’arte è lo scardinamento da parametri umani già formulati, per trovare figure, forme ed espressioni visive sempre nuove.
La nostra idea di mani va oltre le visioni standardizzate nei secoli attraverso l’arte visiva connessa a tale parte anatomica. Se la mano ha una sua sacralità, se è nuda per natura, se è mezzo per trasformare il pensiero diventando materia plasmata, se la mano è percezione sensoriale che richiama i linguaggi più ancestrali, allora la mano nel suo più intimo è anche la mano dell’autoidentificazione corporea, dell’autoerotismo, e di conseguenza della masturbazione. Da studi dell’evoluzione umana emerge, come la il contatto esplorativo dei genitali avvenga già in utero e negli ultimi mesi della gravidanza. Il significato di tale esplorazione ovviamente non è finalizzato al piacere, ma dalla purezza del riconoscere se stessi come corpo, significato che persiste in età adolescenziale. La masturbazione adulta, nello specifico può mantenere tale aspetto di purezza, pur sfociando in sfogo per rabbia, non identificandosi in uno schema sociale. La donna come oggetto è un tema ricorrente dei media odierni, oggetto di fantasie erotiche fine a se stessi, alienanti. La donna degli anni 2000 è davvero emancipata? O è l’oggetto di elucubrazioni mentali altrui?
La donna resta la musa ispiratrice in assoluto nell’arte sotto ogni punto di vista, ma il suo ruolo è cambiato, non rendendola meno bella, ma riportandola ad una dimensione meno aulica, soprattutto in ambito commerciale e comunicativo.
In sintesi: forse la donna è prigioniera di se stessa, incatenata, non accettando la sua carnalità e la in una veste multi sfaccettata, ma richiudendo spesso la sua immagine in un unico ruolo prescelto o che le viene attribuito.
“Se le donne ammettessero il fatto di masturbarsi, e gli uomini confessassero le loro lacrime, forse il mondo sarebbe un posto più cosciente di se stesso.”
Tecnica:
Mani: saldatura, piegatura, trafilo, lavorazione in resina
Materiali: ottone, legno, manichini in pvc,telo in velluto, sedia modificata e saldata, cornice realizzata dagli artisti
artista
GoldCaos
Artista, Bagheria
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