opera
tre giorni in montagna
| categoria | Pittura |
| soggetto | Astratto |
| tags | |
| base | 210 cm |
| altezza | 100 cm |
| profondità | 4 cm |
| anno | 2019 |
In quest’opera si raccontano 3 giorni passati nella natura incontaminata delle montagne.
Una delle chiavi centrali di lettura è la concentrazione della artista sul proprio compagno, con il quale ha condiviso in simbiosi i giorni trascorsi di forma spensierata e in serenità in montagna, lontana dalla frenesia quotidiana ci circonda.
In un momento complesso della sua vita ha cercato di auto-riportarsi mentalmente in un momento felice trascorso accanto ad una persona cara e fondamentale nella sua storia. L’esperienza, le tre giornate, le 72 ore sono state raffigurate in una sola opera e non in un trittico, cercando di unificare in un solo spazio una situazione a-temporale trascorsa in un locus amoenus costante. Cercando l’antitesi con le esperienze vissute (la città, il rumore, l’ansia), la pace dei monti viene rappresentata in una sola tela, che vuole essere offerta allo spettatore in un solo sguardo, in una sfida alla monotonia della quotidianità.
Il cerchio di colori allegri e solari al centro dell’opera vuole rappresentare il compagno dell’artista, centro di questi tre giorni, circondato da uno sviluppo ciclico dei vari paesaggi e situazioni trascorse. In alto a sinistra si vedono due macchie longitudinali di giallo che rappresentano la coppia durante la prima passeggiata, tra prati fioriti e i monti bruni; nella parte centrale macchie di blu e azzurro rappresentano il lago, meta della seconda escursione, che rispecchiava i camminanti e l’azzurro del cielo. Il resto dei fiori simboleggiano la fine del viaggio e il separarsi dal verde e rosso dei campi di montagna prima del ritorno nel grigio della città.
L’antitesi tra il comprimere momenti differenti in un unica opera completa e continua e la reale ampiezza temporale di tutti questi eventi è ricercata per far emergere l’importanza che hanno avuto per l’artista, dopo un periodo di difficoltà psichica e fisica dovuta ad alcuni problemi di salute. Gli intimi e tranquilli momenti in montagna sono stati un antidoto per il rumore e la rivoluzione della metropoli.
Una delle chiavi centrali di lettura è la concentrazione della artista sul proprio compagno, con il quale ha condiviso in simbiosi i giorni trascorsi di forma spensierata e in serenità in montagna, lontana dalla frenesia quotidiana ci circonda.
In un momento complesso della sua vita ha cercato di auto-riportarsi mentalmente in un momento felice trascorso accanto ad una persona cara e fondamentale nella sua storia. L’esperienza, le tre giornate, le 72 ore sono state raffigurate in una sola opera e non in un trittico, cercando di unificare in un solo spazio una situazione a-temporale trascorsa in un locus amoenus costante. Cercando l’antitesi con le esperienze vissute (la città, il rumore, l’ansia), la pace dei monti viene rappresentata in una sola tela, che vuole essere offerta allo spettatore in un solo sguardo, in una sfida alla monotonia della quotidianità.
Il cerchio di colori allegri e solari al centro dell’opera vuole rappresentare il compagno dell’artista, centro di questi tre giorni, circondato da uno sviluppo ciclico dei vari paesaggi e situazioni trascorse. In alto a sinistra si vedono due macchie longitudinali di giallo che rappresentano la coppia durante la prima passeggiata, tra prati fioriti e i monti bruni; nella parte centrale macchie di blu e azzurro rappresentano il lago, meta della seconda escursione, che rispecchiava i camminanti e l’azzurro del cielo. Il resto dei fiori simboleggiano la fine del viaggio e il separarsi dal verde e rosso dei campi di montagna prima del ritorno nel grigio della città.
L’antitesi tra il comprimere momenti differenti in un unica opera completa e continua e la reale ampiezza temporale di tutti questi eventi è ricercata per far emergere l’importanza che hanno avuto per l’artista, dopo un periodo di difficoltà psichica e fisica dovuta ad alcuni problemi di salute. Gli intimi e tranquilli momenti in montagna sono stati un antidoto per il rumore e la rivoluzione della metropoli.
