Silvia Canton

Pittore
Castelfranco Veneto
Foto del profilo di Silvia Canton
 
Sono nata a Conegliano nel 1974. Mi sono diplomata  in scenografia teatrale all’Accademia di Belle Arti di Roma  con il massimo dei voti. Ho affiancato per diversi anni la  costumista Odette Nicoletti in qualità di  assistente grafica, collaborando a Roma e  a Venezia con importanti professionisti del teatro e del cinema, tra i quali il regista Ettore Scola. 
-Dal 2007  ho sviluppato la passione per la pittura intraprendendo un’assidua attività espositiva con mostre personali  e collettive nei più importanti centri del Veneto e inoltre a Napoli, Vienna, Berlino, Parigi, Chicago, Miami, Shanghai. 
Tra le collettive:  Alètheia , New Generation Festival  e Animes, Festival a cura di Matteo Vanzan/2013-L’equilibrio delle passioni, collettiva di 10 artiste trevigiane selezionate dal Comitato per le pari opportunità /2013-Doni daScoprire , le nuove collezioni di Palazzo Sarcinelli a cura di Lorena Gava /2019-Rights?Clima a cura di Roberto Ronca 2019- EX VOTO / Per arte ricevuta a cura di Angelo Crespi, promossa dalla Fondazione Maimeri e con l’appoggio di Chantecler Capri/2019.
- Nel 2019  mi è stata assegnata dal Rotary del Triveneto, la prima borsa di studio  offerta ad un artista professionista ,per poter apprendere l’antica tecnica dell’affresco affiancata dai maestri frescanti della Scuola Internazionale dell’Affresco di Feltre. 
-Nello stesso anno sono stata scelta del Gruppo Amorim, leader mondiale del sughero per sviluppare una ricerca  pittorica  basata sul riciclo del sughero vergine, che ho trasformato nell’anima stessa delle mie opere. Il progetto ha come obiettivo  la  mia prossima personale di pittura “InDivenire” in programma per il 2021, presso Palazzo Bomben a Treviso, che sarà curata dalla critica d’arte Alessandra Redaelli , supportata da Amorim Cork Italia e patrocinata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche.
 
                                                                                     Perché è nato il progetto  InDivenire“.La Metamorfosi del sughero.
Da novembre  2018 sto sviluppando una ricerca artistica  che si fonda sul riciclo del sughero vergine. Questo progetto intitolato  lInDivenire, è supportato dal Gruppo Amorim, leader mondiale del sughero, ed è nato dalla necessità di trovare una soluzione che rendesse più  materici i miei soggetti pittorici. Fino ad allora infatti,la mia pittura è sempre stata pura, fatta di solo gesto e  di colore.
Così ho sperimentato il sughero, una delle più sorprendenti e straordinarie risorse che la natura ci offre, ma  non nella sua parte più pregiata,  bensì  in  quella con la struttura  più irregolare ed  estremamente dura, il“ sughero vergine” quello  più impuro e  destinato ad essere macinato e trasformato in granulati tecnici per la bioedilizia .
Ma è proprio in questo suo  aspetto irregolare, rugoso e spesso rivestito di vegetazione, che  risiede la  tutta la sua magia, tanto da averlo trasformato nell’essenza stessa delle mie tele.
Mi affascina molto la sua trasformazione ,la sua capacità di donarsi ed  il fatto che, una volta tagliato, non sempre sia riconoscibile .Così si attua quella metamorfosi  che permette ad  un apparente pezzo di legno secco di  creare nuovamente una VITA.
 Estratto del testo di Alessandra Redaelli:
“L’arte di Silvia Canton è una fusione di materia pittorica selvaggia e di suggestioni nobili che rimandano alla grande storia dell’arte. Di istinto e di controllo. Di sentimento e di ragione. E la nuova serie che vede come protagonista il sughero segna un punto nodale nell’evoluzione dell’artista. Asciugato il lirismo dei lavori precedenti, Silvia Canton trova nell’introduzione dell’oggetto la maniera per dare ulteriore spazio alla sua sete di spessore e di realtà. Il sughero vergine è un elemento naturale che lei può lavorare ma che possiede anche una sua indomabilità. Lo ama così, autentico e vivo, e spesso sceglie proprio frammenti che portano ancora su di sé tracce della vita vegetale che circondava la pianta. La natura vera viene così a inserirsi dentro una narrazione sostanziata, sì, di natura, ma che di questa natura non si limita a darci un resoconto: si tratta piuttosto di un percorso di consapevolezza, un’analisi che punta a recuperare la storia di quella natura fino alla sua elementarità primordiale e fino al dettaglio delle sue infinite e inesauribili metamorfosi. Del suo divenire.”
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