opera
Viandanti
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale, Natura, Animale |
tags | VITA, IBRIDI, OSSA, NUOVA PELLE, ANIMALI, PLASTICA, MORTE |
base | 100 cm |
altezza | 30 cm |
profondità | 20 cm |
anno | 2018 |
Ossa di animali, denti da latte, termoplastica, plastica
“Viandanti” è un’opera nata con lo scopo di dare una nuova vita a prodotti di scarto senza più alcun valore. I residui ossei utilizzati sono i rifiuti di un pranzo o di una cena e, in quanto tali, destinati alla spazzatura.
Ho pensato di curarmi di quei resti e di donare loro un’autorità e una dimensione cancellata dall’abitudine consumistica, utilizzandone però la stessa logica frivola. I crani e le ossa dei vari animali (coniglio, pollo, lische di pesce e denti da latte umani) sono stati utilizzati come base per la ricostruzione di una carne e di una pelle fittizia in plastica. La scultura è infatti composta da cinque figure bizzarre che, dalla più piccola (che ricorda una cellula ed è contornata di denti) alla più grande (realizzata a partire dal cranio di un coniglio, quindi l’unica dotata di una testa reale), sembrano procedere in fila secondo uno schema evolutivo. Questi strani soggetti, danno l’impressione a chi guarda di passeggiare sulla pedana d’appoggio in un continuum che lascia aperta l’immaginazione all’inclusione di specie sempre nuove.
La commistione tra plastica e natura coinvolge ormai interamente il nostro mondo e ci colpisce sempre più da vicino, per questo è stato scelto tale materiale per sostituire le forme sensibili e putrescibili dei corpi, dando l’illusione di ricreare una nuova esistenza che non può però, di fatto, possedere le medesime funzioni vitali di ciò che è andata a sostituire. Quello stato d’ordine che una materia non degradabile come la plastica intende ristabilire, sminuisce però il vero dolore, l’ esistenza e il sacrificio che l’animale ha dovuto sopportare, alludendo al modo in cui tendiamo culturalmente a liberarci del peso e del valore delle cose sostituendole in maniera semplicistica e impropria ad altre che non possiedono le stesse proprietà, specialmente se è in ballo il valore economico.
“Viandanti” è un’opera nata con lo scopo di dare una nuova vita a prodotti di scarto senza più alcun valore. I residui ossei utilizzati sono i rifiuti di un pranzo o di una cena e, in quanto tali, destinati alla spazzatura.
Ho pensato di curarmi di quei resti e di donare loro un’autorità e una dimensione cancellata dall’abitudine consumistica, utilizzandone però la stessa logica frivola. I crani e le ossa dei vari animali (coniglio, pollo, lische di pesce e denti da latte umani) sono stati utilizzati come base per la ricostruzione di una carne e di una pelle fittizia in plastica. La scultura è infatti composta da cinque figure bizzarre che, dalla più piccola (che ricorda una cellula ed è contornata di denti) alla più grande (realizzata a partire dal cranio di un coniglio, quindi l’unica dotata di una testa reale), sembrano procedere in fila secondo uno schema evolutivo. Questi strani soggetti, danno l’impressione a chi guarda di passeggiare sulla pedana d’appoggio in un continuum che lascia aperta l’immaginazione all’inclusione di specie sempre nuove.
La commistione tra plastica e natura coinvolge ormai interamente il nostro mondo e ci colpisce sempre più da vicino, per questo è stato scelto tale materiale per sostituire le forme sensibili e putrescibili dei corpi, dando l’illusione di ricreare una nuova esistenza che non può però, di fatto, possedere le medesime funzioni vitali di ciò che è andata a sostituire. Quello stato d’ordine che una materia non degradabile come la plastica intende ristabilire, sminuisce però il vero dolore, l’ esistenza e il sacrificio che l’animale ha dovuto sopportare, alludendo al modo in cui tendiamo culturalmente a liberarci del peso e del valore delle cose sostituendole in maniera semplicistica e impropria ad altre che non possiedono le stesse proprietà, specialmente se è in ballo il valore economico.