opera
BILE
categoria | Altro |
soggetto | Astratto |
base | 24 cm |
altezza | 18 cm |
profondità | 10 cm |
anno | 2025 |
TECNICA MISTA DI ELEMENTI IMBOTTITI (soft sculpture), BORCHIE; LEGNO
BILE mette in scena forma e significato attraverso un lessico visivo ambiguo e stratificato. Una lingua nera, borchiata, si arrampica su una massa imbottita che richiama simultaneamente organi respiratori e genitali maschili. L’identità morfologica è sfuggente: il corpo è fluido, non classificabile.
La “bile” è liquido di rabbia, di frustrazione e diventa metafora di un'emozione trattenuta, ma anche di una trasformazione interna che sfugge alla norma e alla dicotomia.
L’articolazione tra materiali morbidi e elementi metallici introduce una tensione visiva tra vulnerabilità e difesa. In questo spazio liminale, BILE propone un’estetica del post-umano: un corpo non definito dalla sua funzione biologica, ma da una continua rinegoziazione simbolica e politica.
BILE mette in scena forma e significato attraverso un lessico visivo ambiguo e stratificato. Una lingua nera, borchiata, si arrampica su una massa imbottita che richiama simultaneamente organi respiratori e genitali maschili. L’identità morfologica è sfuggente: il corpo è fluido, non classificabile.
La “bile” è liquido di rabbia, di frustrazione e diventa metafora di un'emozione trattenuta, ma anche di una trasformazione interna che sfugge alla norma e alla dicotomia.
L’articolazione tra materiali morbidi e elementi metallici introduce una tensione visiva tra vulnerabilità e difesa. In questo spazio liminale, BILE propone un’estetica del post-umano: un corpo non definito dalla sua funzione biologica, ma da una continua rinegoziazione simbolica e politica.